Paternal Leave, l'intervista al cast del film di Alissa Jung con Luca Marinelli. VIDEO

Cinema
Denise Negri

Denise Negri

Arriva in sala il 15 maggio il film in cui Luca Marinelli interpreta un padre che, avuta una figlia quando era molto giovane e senza averla poi mai consociuta, la vede irrompere nella sua vita portando inevitabilmente a galla dolori e rancori, per entrambi. Una pellicola delicata e sincera diretta da Alissa Jung

Presentato alla Berlinale e con la sua anteprima nazionale al Bellaria Film Festival, Paternal Leave, opera prima dell’attrice e ora anche regista Alissa Jung, racconta di una storia intima e universale.

Sola, arrabbiata e in cerca di risposte, una ragazza tedesca decide di intraprendere un viaggio nella riviera romagnola per incontrare il padre biologico che non ha mai conosciuto.

Lei è Juli Grabenhenrich, lui è Luca Marinelli. La paura, la diffidenza, la rabbia, le tensioni accumulate nel tempo ma anche la voglia di lasciarsi andare a un amore troppo forte e troppo grande: il film è un turbinio di emozioni che la regista racconta con misura, disincanto e onestà.

Ne abbiamo parlato con i protagonisti.

ALISSA JUNG- REGISTA

“Per me era importante trovare questo equilibrio tra loro due (tra il padre e la figlia); fin dalla scrittura “sentivo” questa esigenza di non sbilanciarmi troppo verso una o l’altra direzione. Capivo che dovevo bilanciare le emozioni e i punti di vista di entrambi.

Questa cosa la pensavo anche durante le riprese e persino nel montaggio.

Ho lavorato molto di fino e devo essere onesta è stata una cosa che non mi sarei mai aspettata perché pensavo che fosse più facile: mi dicevo ho due protagonisti, una storia molto intima, delicata e semplice. Invece alla fine ho davvero capito che la sfida fosse trovare questo equilibrio, questo bilancio tra loro due”.

LUCA MARINELLI-ATTORE

“Noi conociamo Paolo, il mio personaggio, 15 anni dopo l’aver abbandonato la figlia. Quindi teoricamente non sappiamo cosa è successo nella sua vita fino a quel momento: quello che vediamo è ciò che è diventato adesso e posso dire che sicuramente è un uomo che da qualche parte si è perso, secondo me, e grazie all'arrivo di questa ragazza (che poi è sua figlia) è come se finalmente potesse vedersi allo specchio, uno specchio che proprio la ragazza gli mette di fronte.

Questo film è come se in qualche modo fosse un “coming of age” di una persona “vintage” (ride) quindi è una cosa un po' particolare, nel senso che il vero “coming of age” è quello che fa il padre.

Entrambi comunque fanno un viaggio emotivo meraviglioso dove l'adulto è la persona più giovane! Il cammino che compiono li porterà al momento finale in cui i due gettano le basi per una strada futura da poter compiere, in qualche modo, insieme”.

JULI GRABENHENRICH-ATTRICE

“All’inizio, nei primi incontri, entrambi prendono dall’altro, non sono ancora pronti per dare qualcosa. Quando per esempio nella scena iniziale sorge il dubbio sulla lingua in cuiparlare, se Paolo deve parlare in inglese o in tedesco con lei, il padre si sente come sopraffatto dalla situazione ed è evidente che non sappia cosa dire e cosa fare. Credo anche che per molto tempo nel film, il padre provi un senso di colpa molto forte. Successivamente è come se la figlia tenesse in mano uno specchio nel quale Paolo rivede la sua vita e le scelte fatte.

Alla fine, ovviamente c’è un superamento di tutte queste barriere ed è l’evoluzione emotiva di entrambi”.

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