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"Megalopolis", l'intervista a Francis Ford Coppola di Sky TG24. VIDEO

Cinema

Denise Negri

L'amore per l'Italia, la fiducia nel futuro, la dedica alle nuove generazioni di registi pieni di talento che aspettano solo l'occasione giusta per essere scoperti. Francis Ford Coppola si racconta in occasione dell'uscita in sala del suo "Megalopolis". 

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Le chiavi di Cinecittà e una Via, a lui dedicata, nel cuore degli studi cinematografici romani. Francis Ford Coppola, con il suo arrivo nella città eterna, dà ufficialmente il via alla preapertura della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella città.

Lui, regista maestro de “Il Padrino” o “Apocalypse Now”, da ragazzo sognava di studiare al Centro Sperimentale di Cinematografia ma vivere e studiare qui sarebbe stato troppo costoso per la sua famiglia.

Coppola presenta ora, proprio a Cinecittà, “Megalopolis” il suo ultimo film, in sala dal 16 ottobre, chiaramente e volutamente ispirato all'antica Roma Imperiale.

Adam Driver è un architetto, scienziato e artista geniale con il potere di fermare il tempo. Combatte contro un Sindaco, conservatore e corrotto, interpretato da Giancarlo Esposito. Un film sognante, estremo e nel quale si consuma la vecchia storia tra bene e male, potere e idee, ambientato in una città che si chiama New Rome nella quale l'amore, può e deve, vincere sempre.

Ecco che cosa ci ha raccontato di questa pellicola che ha impiegato anni a fare ma che voleva assolutamente portare a termine.

FRANCIS FORD COPPOLA

Il suo film “Megalopolis” è pieno di speranza e di amore. Sono questi i sentimenti che lei riserva al futuro dell’umanità?

 

“Sì. Personalmente sono pieno di speranza e auguro il meglio e tanta gioia alle generazioni future. Tutte le cose terribili che accadono nel mondo non sono necessarie, noi possiamo andare oltre, superarle.

Mi piace pensare all’Italia come ad un esempio perfetto per come va il mondo: qui ogni cosa che viene fatta è la migliore possibile. Avete una tradizione incredibile dei migliori talenti nell’arte, nella musica e nelle scienze. Questa cosa non accadeva solo nel passato, anche adesso il migliore telescopio è fabbricato qui. Vuoi un elicottero? Scoprirai che il migliore lo avete progettato proprio voi.

Siete i migliori anche nel campo della medicina e negli studi di fisica, insomma siete un paese di eccellenze e questo lo applico a tutto il mondo.

Mi spiego: anche in altri paesi ci sono personalità geniali e questo mi fa credere che possiamo superare ogni difficoltà e creare un futuro migliore per i nostri figli, per chi verrà dopo di noi. Ho fatto “Megalopolis” pensando proprio a questo e cioè al fatto che non esiste un problema che non siamo in grado di risolvere.

Io ora sono nonno e ho persino un pronipote, questo per dire che non credo sia utopistica la mia visione, o semplicista, sono invece profondamente convinto che ci saranno speranza e gioia in futuro”.

 

Lei sempre stato affascinato e comunque legato alla storia del nostro Paese nei suoi film, naturalmente anche per le sue radici italiane. In “Megalopolis” ha addirittura ambientato la storia in una città futuristica che sia chiama New Rome. Cosa la attrae maggiormente della storia dell’Impero romano?

 

“La storia di Roma, da un punto di vista cinematografico, è assolutamente perfetta: intanto è sempre stata considerata affascinante, facile da conoscere e in qualche modo anche da replicare.

Per questo molte case cinematografiche in passato hanno creato molti film qui, basti pensare a “Cabiria” o “Ben Hur”. La storia di Roma è conosciuta anche attraverso la vita di Gesù Cristo che è stato crocifisso dai romani e sappiamo che sono stati loro a “inventare” questo metodo di morte. Nessuna produzione di cinema doveva pagare il “copyright” per raccontare queste storie che erano avvenute secoli fa e sono comunque molto affascinanti!

Le stesse dinamiche politiche di allora sono quelle che conosciamo oggi!

Insomma, ho sempre pensato anche io che sarebbe stato divertente raccontare la storia epica di Roma e poi, avvicinandomi al progetto, ho capito che avrei dovuto ambientare il film negli Stati Uniti che è la moderna Roma e questo è confermato da quello che sta accadendo nel mio paese: rischiamo di perdere la repubblica, proprio come successe qui da voi...magari a breve avremo persino un nuovo re!”

 

Cosa pensa di questi riconoscimenti che Cinecittà le ha voluto riservare?

 

“Sono molto orgoglioso di questi riconoscimenti ma voglio dedicare le chiavi e la Via ai giovani filmaker che sono pieni di talento e che hanno bisogno di nuove opportunità. Io poi ho da sempre il sogno che il Centro Sperimentale di Cinematografia possa essere spostato proprio dentro gli studi di Cinecittà in modo che questo luogo venga riempito da giovani talenti. In ogni caso tengo con gioia le chiavi e le regalo simbolicamente a chi verrà dopo di me…anche perché io di queste chiavi tra qualche anno forse non ne avrò più bisogno!”