Vermiglio di Maura Delpero, il film italiano in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia

Cinema

Camilla Sernagiotto

Credits: sito web Mostra del Cinema di Venezia

Arriva in concorso al Lido il secondo film della regista italiana. Si tratta di una storia d’amore in tempo di guerra che esplora anche ben altro: analizza come le donne si siano ritrovate a ricoprire ruoli che non hanno scelto, tutto a causa di norme sociali radicate profondamente

Vermiglio di Maura Delpero viene presentato oggi, 2 settembre 2024, in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia (QUI LA DIRETTA).

Si tratta del secondo film della regista italiana Maura Delpero e racconta una storia d’amore in tempo di guerra.
Ma la pellicola esplora anche ben altro, andando oltre alla mera love story: analizza come le donne si siano ritrovate a ricoprire ruoli che non hanno scelto, tutto a causa di norme sociali radicate profondamente.

 

Dopo aver firmato la regia dell’acclamato Maternal, Delpero torna con un'opera cinematografica che vede nel cast Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, con Sara Serraiocco e Martina Scrinzi qui al suo primo ruolo.

 

Vermiglio arriverà nelle sale italiane distribuito da Lucky Red. A produrre il film ci sono la casa di produzione cinematografica italiana Cinedora, la francese Charades e la belga Versus Production.

La trama va ben oltre la storia d'amore

Il film Vermiglio racconta dell’ultimo anno della Seconda guerra mondiale, il 1944. La grande protagonista della pellicola è un’intera famiglia che si vedrà arrivare un soldato rifugiato. E, per assurdo, questa famiglia perderà la pace nell’istante in cui il resto del mondo la ritrova: non appena la guerra finisce, per la famiglia protagonista le cose non andranno come ci si aspetterebbe...

 

Quattro stagioni, un anno, l’ultimo anno di guerra e tutti i cambiamenti che 365 giorni possono comportare, dal ventre di una donna che cresce inesorabilmente (con al proprio interno una nuova creatura) fino alle avventure per mare alla volta di terre sconosciute. Tutto può accadere in un anno cruciale come il 1944. Tutto quanto, anche la morte, seguita però dalla rinascita.

 

Raccontato in quattro capitoli, ciascuno ambientato in una stagione diversa, il film Vermiglio porta il pubblico a immergersi in un remoto villaggio di montagna italiano. La seconda guerra mondiale sta per volgere al termine. Il conflitto sembra non aver mai toccato questo luogo, ma qualcosa accadrà e un arrivo inaspettato cambierà tutte le cose.
Il giovane soldato siciliano di nome Pietro (interpretato da Giuseppe De Domenico) porta il suo compagno ferito, Attilio, fino alla sua casa di montagna. Buona parte del viaggio di ritorno verso casa lo fa con il commilitone ferito in spalla.
Pietro viene acclamato come un vero eroe e tutti lo festeggiano a casa, fieri di lui.

Il nuovo arrivato è una presenza molto rara in quei luoghi, perché nel piccolo paesino arrivano ben pochi forestieri. Inoltre è siciliano, dunque viene visto quasi come uno “straniero”. Costui attirerà le attenzioni di Lucia (Martina Scrinzi), la figlia maggiore del maestro del villaggio (Tommaso Ragno). I due si innamoreranno, scatenando però una sfilza di eventi che scuoteranno sia il villaggio di montagna che una piccola città in Sicilia.

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Un film che supera la solita storia d’amore

Senza nulla togliere alle vecchie care storie d’amore, va detto che Vermiglio supera la solita love story per porsi come qualcosa di ben diverso da un film meramente romantico.

 

La trama fa emergere antiche forme di misoginia, di chiusura mentale e di intolleranza, mostrando come queste portino inevitabilmente a esiti tragici.
Vengono esplorati argomenti come quelli della tradizione, dei ruoli di genere, oltre a sottolineare come l’impatto della guerra arrivi anche nei luoghi più isolati. Tutte tematiche che purtroppo sono molto attuali, insomma.

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