Il 31 agosto il divo ha festeggiato 75 anni all'Harry's Bar a Venezia. Ha visitato la Biennale d'arte ed è stato ospite d'onore del gala annuale di AmfAR, la Fondazione per la Ricerca sull'Aids. In una masterclass, ha conversato con il suo storico doppiatore Mario Cordova. "La scena al pianoforte è una sequenza sexy, evidentemente non c'era chimica fra quei due attori…”, ha detto con sarcasmo riferendosi a lui e alla collega di Hollywood
Il 31 agosto Richard Gere ha compiuto 75 anni, festeggiando il suo genetliaco all'Harry's Bar a Venezia con la moglie Alejandra Silvia in una cena con l'amica Tiziana Rocca (anche lei nata il 31 agosto) e il marito Giulio Base.
Il divo ha visitato la Biennale d'arte ed è stato ospite d'onore del gala annuale di AmfAR, la Fondazione per la Ricerca sull'Aids. Ha tenuto una masterclass e ha conversato con il suo storico doppiatore Mario Cordova (il quale ha fatto sorridere la platea modulando la voce in base agli attori che è solito doppiare, ossia Gere, Willem Dafoe e Jeremy Irons).
"La scena al pianoforte è una sequenza incredibilmente sexy, evidentemente non c'era chimica fra quei due attori…”, ha detto con sarcasmo Gere riferendosi a lui e a Julia Roberts.
"Sono colpito da quanto io sia amato in Italia e parte di questo amore lo devo al fatto che amano la tua voce”, ha detto l’attore americano alla sua voce italiana.
Concedendosi un tuffo carpiato nel proprio passato professionale (e non solo in quello: ha parlato anche della sua vita personale), chiaramente non poteva mancare un accenno a Pretty Woman, il film di Garry Marshall uscito nel 1990 che è statisticamente tra i più visti in replica in Italia e che, a oggi, ha incassato oltre 460 milioni di dollari al botteghino mondiale.
"Era un piccolo film, non avevamo la più pallida idea del successo che sarebbe arrivato", ha detto Richard Gere parlando della pellicola per cui ha condiviso il set con la collega di Hollywood.
La scena del pianoforte è stata improvvisata
"La scena al pianoforte è una sequenza incredibilmente sexy, evidentemente non c'era chimica fra quei due attori”, ha scherzato Gere riferendosi a lui e Julia Roberts. "Non era nella sceneggiatura ma alla fine è diventata parte integrante del film", ha spiegato l’attore, che è stato accolto da al suo ingresso al Venezia Tennis Club con un’immancabile coro: “Happy Birthday to you!”.
Presso questa location si è svolta la Conversazione organizzata dalla Biennale di Venezia, una mastercalss in cui la star americana si è raccontata in lungo e in largo.
È stata mostrata la clip della scena del pianoforte.
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"Il mio personaggio era 'criminalmente sottoscritto', fondamentalmente era un vestito e un bel taglio di capelli”, ha detto Gere con una dose non indifferente di criticismo nei confronti dello script di Pretty Woman, che aveva relegato il suo personaggio allo stereotipo del ricco e bello, totalmente vuoto e sprovvisto di profondità caratteriale.
“La scena fu improvvisata. Garry Marshall mi ha chiesto: 'Cosa fai a tarda notte in un hotel?' e io ho risposto: ‘Beh, di solito ho il jet lag, quindi sono sveglio tutta la notte e di solito c'è una sala da ballo da qualche parte o un bar, trovo un pianoforte e lo suono'. Lui ha detto: 'Beh, facciamo qualcosa con quello. Quindi abbiamo semplicemente improvvisato questa scena, e lui mi ha chiesto: 'Suona qualcosa di malinconico' e io l'ho fatto come se fosse la vita interiore di questo personaggio".
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Per quanto riguarda i progetti cinematografici futuri, a Venezia ha spiegato che “c’è un progetto con Oren Moverman, tratto dal romanzo di David Mendelsohn An Odissey. È una storia di padre e figlio”. E lui sa bene calarsi nella parte del padre, avendo tre figli, (tra cui Homer, appena diplomato alla Brown University).