Leurs enfants après eux, un film crudo e viscerale in gara a Venezia 2024. La recensione

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

Tratto dal libro "E i figli dopo di loro" di Nicolas Mathieu, un potente romanzo di formazione ambientato nella Francia rurale degli anni Novanta. Tra moto rubate, adolescenze inquiete, fabbriche in crisi, scontri razziali, un lungometraggio che mescola il realismo con la forza evocativa del grande cinema

Per Ennio Flaiano, “non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno”. E pure per Leurs enfants après eux, film in concorso alla 81.ma Mostra del cinema di Venezia (IL LIVE DEL 1° SETTEMBRE - LO SPECIALE) pare avere rilevanza solo il periodo che va dal solstizio di giugno all’equinozio di settembre. Quattro estati cruciali per i protagonisti del lungometraggio firmato dai fratelli gemelli Ludovic e Zoran Boukherma. Certo, non si tratta di belle stagioni visto che si tratta della trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo scritto da Nicolas Mathieu, vincitore del Prix Goncourt nel 2018. Tuttavia, si percepisce in ogni fotogramma dell’opera che la coppia di cineasti transalpini ha messo il proprio cuore a nudo (per citare l’espressione coniata da Edgar Allan Poe e trasfigurata da Charles Baudelaire in un meraviglioso volume). Nella pellicola vista al Lido si manifesta con veemenza quella zona della Francia in cui i Boukherma, sono nati e cresciuti, un’epifania di carne, sangue, amore, dolore che si mescola con il paesaggio.

La trama del film

Siamo nell’agosto del 1992 a Heillange una cittadina francese del dipartimento della Mosella, un tempo sede di un altoforno. Ma la crisi dell'industria siderurgica lorenese ha messo in ginocchio gli abitanti di quello che un tempo era un territorio prosperosi. Al quattordicenne Anthony, affetto dalla ptosi della palpebra e a suo cugino non resta che farsi 400 bracciate nel lago e guardare le ragazze in costume su un pontile. Nello specifico Anthony ha una cotta per Steph, ma è goffo. L’adolescente patisce la differenza di classe sociale  e per potere incontrare la donna dei suoi sogni a una party organizzato da ragazzi della buona borghesia, il giovane si appropria della moto del padre, una Yamaha YZ. Ma quella che dove la festosa estate del primo amore si trasfigura in una stagione all’inferno. Hacine, il giovane ribelle maghrebino del quartiere ruba la motocicletta ad Anthony, Nel corso di quattro estati i destini di Anthony, Steph e Hacine si attraversano, si scontrano e s’intrecciano. E in mezzo a tutto questo subbuglio, l’amore tenterà di trovare il proprio percorso.

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Tra degrado sociale, Bruce Springsteen e mondiali del 1998

L’originalità di Leurs enfants après eux risiede nel raccontare un mondo violento, ruvido, spoglio con gli stilemi dei romanzi di Willima Faulkner o le canzoni di Bruce Springsteen. Il film dei gemelli Boukherma interpreta la realtà non la scimmiotta. La disoccupazione, i conflitti sociali, il razzismo, l’immigrazione si fondono con le emozioni di un adolescente innamorato che non trova il suo posto nel mondo. Un’opera in cui il cinema dei fratelli Dardenne incontra i kolossal di Spielberg o di Zemeckis. Tra padri alcolizzati, madri bipolari, ragazzi interrotti, la pellicola ci offre come presunto happy end la semifinale tra Francia e Croazia ai mondiali del 1998. E chissà se il calcio, ultima rappresentazione sacra del nostro tempo riuscirà a svelenire il clima d’odio, a scogliere i grumi emotivi. 

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Il cast e "I loro figli dopo di essi"

Un plauso è d’uopo al cast. Un vincente mix tra veterani del calibro di Gilles Lellouche, e Ludivine Sagnier con talenti emergenti come Paul Kircher, Angélina Woreth, Sayyid El Alam e Louis Memmi. Così tra hit francesi "Je te donne" di Jean-Jacques Goldman o "Un samedi soir sur la terre" di Francis Cabrel e canzoni epocali tipo River of Babylon dei Boney M e Under The Bridge, alla fine del film pare di sentire i versi del libro della Siracide che ha suggerito il titolo al libro e al lungometraggio. Di altri non sussiste memoria; svanirono come se non fossero esistiti; furono come se non fossero mai stati, loro e i loro figli dopo di essi. 

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