
Nino Manfredi, 20 anni dalla morte di uno degli attori simbolo del cinema italiano
Spentosi a Roma, il 4 giugno 2004, dopo che un ictus l'aveva colpito un anno prima peggiorando fortemente le sue condizioni di salute, l'attore nato il 22 marzo del 1921 a Castro dei Volsci (un piccolo paese ciociaro) è considerato tra i più grandi interpreti della commedia all'italiana con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. Saturnino Manfredi, vero nome all’anagrafe, ha avuto una carriera straordinaria, impreziosita da cinque Nastri d'argento e cinque David di Donatello

Nato il 22 marzo 1921 a Castro dei Volsci (paesino ciociaro allora in provincia di Roma, oggi provincia di Frosinone), Nino Manfredi è considerato uno dei più grandi interpreti della commedia all'italiana con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. Il 4 giugno 2024 si ricordano i 20 anni dalla sua scomparsa, avvenuta a Roma all'età di 83 anni
"Uno, nessuno, cento Nino", il documentario su Manfredi a cento anni dalla nascita
Saturnino Manfredi - vero nome all’anagrafe - è figlio di contadini anche se il padre si guadagna poi i galloni di maresciallo in polizia, ottenendo il trasferimento a Roma (Nella foto con il fratello minore Dante)
Il documentario su Nino Manfredi
Nino è il primogenito e la sua infanzia è piuttosto movimentata: scappa più volte dal collegio religioso in cui è stato iscritto da semiconvittore, contrae la tubercolosi, cresce in sanatorio e qui, grazie a un'esibizione della compagnia teatrale di De Sica, si innamora della recitazione. (Nella foto con il fratello Dante)
Flash mob sui balconi: si suona "Tanto pe' canta'" di Nino Manfredi
Successivamente si iscrive all’università, ma passa le sere a recitare in un teatrino parrocchiale. Durante la Seconda guerra mondiale scappa in montagna col fratello e soltanto quando il conflitto è terminato torna ai suoi studi, anche se in contemporanea si iscrive all'accademia d'arte drammatica dove trova in Orazio Costa il suo mentore

Dopo aver conseguito la laurea in legge, debutta in teatro con Tino Buazzelli nella compagnia Maltagliati-Gassman, per lo più vedendosi affidare ruoli drammatici di autori contemporanei. Passa poi alla scuola del Piccolo Teatro di Milano con Giorgio Strehler e infine, di nuovo a Roma, con Eduardo De Filippo

All'inizio degli anni '50 arriva la svolta: dopo una lunga gavetta, con gli amici Paolo Ferrari e Gianni Bonagura si impone in radio in siparietti leggeri, tra varietà e commedia musicale. Proprio in radio trova altri maestri come Vittorio Metz, Dino Verde e Marcello Marchesi che ne intuiscono il talento comico

Alla fine del decennio conquista il Teatro Sistina con Un trapezio per Lisistrata (partner di Delia Scala, nella foto) e poi trionfa nel '62 con Rugantino, grazie a Garinei&Giovannini

Il teatro rimarrà per tutta la vita la sua prima grande passione, ma è con il cinema che si fa conoscere dal grande pubblico

Alla metà degli anni '50 ha la prima occasione reale con Antonio Pietrangeli e Mauro Bolognini, ma è il 1955 l’anno che risulterà fondamentale nella sua vita soprattutto per il matrimonio con l'adorata Erminia Ferrari (all'epoca indossatrice) che sarà la sua compagna per tutta la vita. Con Erminia Ferrari Nino Manfredi ha tre figli: Roberta nel 1956, Luca nel 1958 e Giovanna nel 1961

Sempre negli anni '50 lo scopre anche la televisione con Canzonissima di Antonello Falqui, in cui trascinò per una sera anche l'amico ed ex compagno in Accademia Marcello Mastroianni. Manfredi è però un artista a tutto tondo e non si fa mancare neppure il doppiaggio, anche se è la popolarità televisiva a imporlo nel cast di un sequel celebre come Audace colpo dei soli ignoti (nella foto), di Nanni Loy nel 1959

Tuttavia, sono gli anni ’60 quelli in cui diventa uno dei grandi del cinema grazie alla crescente popolarità della commedia all'italiana: da Anni ruggenti (1962) a Nell'anno del Signore (1969 – nella foto con Ugo Tognazzi e Alberto Sordi), per Manfredi è un costante crescendo

Popolarità che va di pari passo con l'affermazione dei suoi registi preferiti, da Dino Risi con Straziami, ma di baci saziami (1968 – nella foto) a Ettore Scola con cui recita in Riusciranno i nostri eroi del 1969, stesso anno in cui vince il primo dei suoi cinque David di Donatello come miglior attore protagonista grazie a Vedo nudo, diretto proprio da Dino Risi

Sono infatti gli anni '70 quelli che determinano il momento d'oro dell'attore (che intanto diventa anche regista). Per lui arrivano film di grande successo come Girolimoni, il mostro di Roma, con la regia di Damiano Damiani nel 1972, Pane e cioccolata, di Franco Brusati nel 1974, Brutti, sporchi e cattivi (nella foto) ancora con Ettore Scola nel 1976 e In nome del Papa Re, dell’amico Luigi Magni, nel 1977

Sempre negli anni '70 partecipa a due delle avventure cinematografiche tra le più belle della sua carriera: con Luigi Comencini crea un indimenticabile Geppetto per la versione televisiva di Pinocchio (1972) e due anni dopo con Ettore Scola dà vita a quel ritratto corale di una generazione che chiude un'epoca della commedia all'italiana grazie al magico incontro fra lui, Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli e Stefano Satta Flores sul set di C'eravamo tanto amati (nella foto con Vittorio Gassman)
Proprio in tv, Nino Manfredi ha successo anche come cantante portando in cima alle classifiche del 1971 Tanto pe' canta', versione rivisitata del classico di Petrolini. Canzone che in seguito canterà anche con Gigi Proietti (nella foto). Negli anni ’80 sarà ospite anche al Festival Sanremo

Intanto, proprio negli anni ’80 e ’90 ritrova il teatro con alcuni testi da lui stesso scritti e diretti. In quegli anni diventa anche un'icona della pubblicità

Tra la fine degli anni ’90 e i primi anni del 2000 sullo schermo appare sempre meno anche se La fine di un mistero, con la regia di Miguel Hermoso nel 2003, gli vale le lodi della critica e il Premio Bianchi alla mostra di Venezia

Subito dopo la fine delle riprese un ictus lo porta in fin di vita e, dopo un rapido succedersi di miglioramenti e ricadute, Nino Manfredi muore a 83 anni il 4 giugno del 2004

Dopo il funerale, celebrato alla chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma, alla presenza di circa 2mila persone tra volti noti della politica e dello spettacolo e gente comune, l'attore viene sepolto al cimitero del Verano di Roma

In qualità di attore, Nino Manfredi vince cinque David di Donatello e cinque Nastri d'argento

Il 22 marzo 2021, in occasione dei 100 anni dalla sua nascita, la Rai gli ha dedicato il documentario Uno, Nessuno, Cento Nino. La pellicola è scritta e diretta dal figlio Luca Manfredi
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