Parthenope, Sorrentino in concorso al Festival di Cannes 2024. VIDEO

Cinema
Denise Negri

Denise Negri

Il regista racconta la sua pellicola. Un viaggio sentimentale attraverso una città, il suo mare e la malinconia. Nel cast Stefania Sandrelli, Celeste Dalla Porta, Silvio Orlando e Gary Oldman

È il momento di Paolo Sorrentino. Il suo ultimo film, Parthenope, presentato in concorso al Festival di Cannes e unico italiano nella competizione ufficiale, è un lungo e barocco omaggio alla sua Napoli, al mare di Capri, alla giovinezza, alla malinconia, alla spensieratezza e agli imprevedibili volti dell'amore.

Anche quelli che fanno più male.

La storia è la vita di Parthenope, dal 1950 quando nasce, fino ad oggi.

Un cast corale, con Celeste Dalla Porta e Stefania Sandrelli (nei panni di Parthenope in due momenti della vita differenti), Silvio Orlando e Gary Oldman tra gli altri.

Ecco cosa ci hanno raccontato alcuni dei protagonisti.

 

 

PAOLO SORRENTINO

“La carrozza della scena iniziale non ha un intento fiabesco ma vuole essere il simbolo di un viaggio che si può fare anche da fermi. Napoli è una “città-mondo” è un posto dove tutto sommato puoi viaggiarci dentro rimanendo lì. Se ci pensi la maggior parte dei napoletani fa questo: viaggia dentro Napoli. I napoletani sono anche un po' snob perché non sono molto interessati a quello che succede fuori dalla loro città, il resto è un po' un rumore di fondo”.

 

“Questo è un film a cui penso da tanto tempo, la cui scrittura ho interrotto e ripreso per parecchio. Trovo comunque che Parthenope sia abbastanza indipendente da È stata la mano di Dio”.

 

“Nei trentasette anni in cui ho vissuto a Napoli devo dire che non l’ho vissuta bene, come avrebbe meritato di essere vissuta la città. L’ho più che altro attraversata, come spesso accade: quando uno nasce in un posto lo dà per scontato, non dà molto peso a quello che ha attorno a sé. Ho iniziato a dare più peso alla città una volta che me ne sono andato, per un riflesso malinconico”.

 

“Il film doveva avere per forza una protagonista femminile per una questione strutturale. Volevo fare un racconto epico, una specie di “opera-mondo” ma anche un’epica moderna che non avesse nulla a che fare con l’epica del passato dove il viaggio era quello di un eroe maschile. In una chiave più moderna il viaggio volevo che fosse femminile, perché è un viaggio dentro la libertà che è una cosa che alle donne per più tempo è stata negata e quindi è un’urgenza giustamente molto più femminile. Non c’è solo questo poi, io credo che le donne abbiano la capacità di avere maggiore consapevolezza nel presentarsi agli appuntamenti della vita ed essendo un film che voleva attraversare una vita intera, mi sembrava che stridesse consegnare questi temi a un uomo”.

 

CELESTE DALLA PORTA

“La curiosità credo che sia la caratteristica che definisce Parthenope nel corso di tutta la sua vita. La sua professione, quella di Antropologa, si basa proprio su questo del resto.

Lei cerca di andare oltre, di entrare nel profondo dell’essere umano. E sempre la curiosità è ciò che spinge Parthenope a ritornare a Napoli dopo tanti anni, perché vuole scoprire cosa ha perso, cosa è diventata quella città”.

 

“La ricerca della libertà credo che sia un diritto dell’essere umano, che sia maschio o femmina. In questo caso a cercarla è una donna e forse il fatto che sia una donna è un messaggio importante e ci fa pensare a quanto sia fondamentale che anche la donna abbia diritto alla stessa libertà di un uomo. Detto questo ogni essere umano ha il diritto di sentirsi libero”.

 

STEFANIA SANDRELLI

“Anche io credo che il nostro personaggio sia curioso. Per me poi la curiosità è ciò da cui tutto parte, senza la curiosità non si va e non si arriva da nessuna parte”.

 

“Curiosità e libertà vanno di pari passo. Sono due cose per cui vale la pena di rischiare qualsiasi cosa, a qualsiasi costo.”

 

GARY OLDMAN

Ho conosciuto la malinconia nella mia vita. L'ho vissuta! Paolo (Sorrentino) mi ha detto: 'vorrei che interpretassi un vecchio, triste, malinconico ubriaco'. Questa è stata la sua richiesta... e ho fatto del mio meglio! Dalla sceneggiatura si capiva che il mio personaggio non stesse vivendo un momento facile della sua vita, tra tristezza e caos, credo. Quando bevi così tanto, la vita può essere molto caotica.

È uno scrittore in crisi creativa che probabilmente va a Capri in cerca di ispirazione ma è troppo devastato dall’alcol per uscirne. Parthenope ha l’ambizione di scrivere e guarda a lui come a qualcuno a cui ispirarsi. Ma lui è perso. I personaggi di Sorrentino sono sempre così: bellissimi e quasi fluttuanti. Il personaggio di Parthenope incontra il mio personaggio in un momento cruciale della sua vita. Lei è giovane, lui vecchio e verso la fine della sua vita: e quasi si ha la sensazione che si incontrino come due navi in mezzo al mare di notte”.

 

“Girando il film mi sono innamorato della Costiera Amalfitana. Non ci ero mai stato ed è un posto spettacolare e non vedo l’ora di tornarci. Conosco meglio città come Roma o Venezia ma in generale amo l’Italia e il suo cinema da sempre. Amo Pasolini, ad esempio, ma anche la gente e il cibo italiano! L’idea di girare con Paolo, in Italia, non poteva che piacermi.”

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