Per un nuovo domani, film ispirato a una storia vera tratto dal libro "L’orizzonte chiuso"

Cinema

Camilla Sernagiotto

Credits: ufficio stampa Rai

Oggi, venerdì 26 gennaio, in vista del Giorno della Memoria che si celebra domani andrà in onda in prima serata su Rai 3 il docufilm con Neri Marcorè che fa scoprire la storia vera di Israel Meier, medico ebreo che venne internato a Castelnuovo. Oltre 70 ebrei furono trasferiti, tra il 1941 e il 1943, in "internamento libero" (ossia domicilio coatto) a Castelnuovo di Garfagnana: questa storia dimenticata viene raccontata in questa pellicola, liberamente tratta dal libro di Silvia Angelini, Oscar Guidi e Paola Lemmi

Questa sera andrà in onda in prima serata su Rai 3 Per un nuovo domani, il film ispirato a una storia vera e tratto dal libro L’orizzonte chiuso.

 

Oggi, venerdì 26 gennaio, in vista del Giorno della Memoria che si celebra domani, arriva il docufilm con Neri Marcorè che fa scoprire la storia vera di Israel Meier, medico ebreo che venne internato a Castelnuovo.

Oltre 70 ebrei furono trasferiti, tra il 1941 e il 1943, in "internamento libero" (ossia domicilio coatto) a Castelnuovo di Garfagnana: questa storia dimenticata viene raccontata in questa pellicola, liberamente tratta dal libro di Silvia Angelini, Oscar Guidi e Paola Lemmi, edito da Maria Pacini Fazzi Editore con il titolo di L’orizzonte chiuso.

La storia raccontata dal film Per un nuovo domani

Con l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940, i cittadini stranieri presenti in Italia vengono arrestati o posti sotto sorveglianza, in quanto considerati potenziali nemici. Tra questi, ci sono anche gli ebrei.

 

Gli internati sono privati dei soldi e dei documenti, non possono avere contatti con la popolazione locale, non possono allontanarsi dal territorio comunale senza autorizzazione speciale.
Inoltre devono presentarsi in orari determinati presso la stazione di polizia e possono uscire di casa solo durante il giorno.

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Un docufilm realizzato con la collaborazione della Comunità ebraica di Pisa

Per un nuovo domani è una coproduzione Rai Fiction e Alfea Cinematografica, realizzata con il Patrocinio di Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea Cdec Onlus di Milano, la Comunità ebraica di Pisa, il Comune di Castiglione di Garfagnana, il Comune di Castelnuovo di Garfagnana, l’Unione Comuni Garfagnana.

 

Nel cast, tra gli altri, ci sono Elena Meoni, Marco Pratesi, Leonardo Caneva, Luigi Pisani, Paolo Giommarelli.

La sceneggiatura è stata scritta a sei mani da Mario Cristiani, Cosetta Lagani e Stefano Nannipieri.

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Una docufilm che racconta una storia che non va dimenticata

Attraverso il personaggio di Israel Meier, interpretato da Neri Marcorè, la docufiction Per un nuovo domani ripercorre i due anni di convivenza forzata di questa comunità, tra le iniziali difficoltà di integrazione, i divieti ferrei, le continue umiliazioni e, non da ultimo, la solidarietà della popolazione.

 

“Ho accettato questa proposta perché pensare all’Olocausto è una cosa che ogni volta mi tocca dal profondo”, ha dichiarato l’attore protagonista, Neri Marcorè. “È davvero la pagina più raccapricciante della storia dell’umanità, che quindi è bene ricordare con la speranza che le cose non si ripetano”, aggiunge l’interprete di Israel Meier. “Ma probabilmente l’essere umano non è in grado di imparare dai propri errori. E questa è una realtà, non si tratta di essere pessimisti o ottimisti. È semplicemente quello che vediamo accadere continuamente”, conclude Marcorè.

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Alla ricostruzione della vicenda si aggiungono le interviste dei pochi testimoni rimasti

Il racconto di Per un nuovo domani da un lato si avvale della ricostruzione fiction della vicenda, dall'altro si arricchisce delle interviste dei pochi testimoni rimasti.

Ci sono le parole di Simona Nissim, Vilma Papi, Liliana Segre e Leo Verderber, il tutto impreziosito da un altro elemento: immagini di repertorio che rendono questo racconto ancora più vivido, forte e fedele alla storia. Anzi: alla Storia, con la S maiuscola. Una storia che, purtroppo, ha visto sul proprio cammino due S maiuscole, le SS appunto.

 

“È stato un modo diverso di rendere omaggio alle vittime dell’internamento e agli italiani coraggiosi che non si sono voltati da un’altra parte, ma che hanno provato a porgere la mano, un sorriso, una coperta, un tozzo di pane”, ha dichiarato il regista del film, Luca Brignone.

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