L'attore reso celebre dalla saga prestava il volto a Paulie aveva 83 anni. "Eri un incredibile uomo e artista. Mancherai a me e al mondo intero", ha scritto Sylvester Stallone
È morto all'età di 83 anni Burt Young, attore noto per il suo ruolo in Rocky.
A confermare la notizia della morte, senza svelarne le cause, è stata la figlia Anne Morea Steingieser.
L'Oscar sfiorato
Per la sua parte in Rocky, Burt Young sfiorò l'Oscar al miglior attore non protagonista. Nella celebre saga era Paulie Pennino, cognato di Rocky Balboa. Lui, peraltro, un ex pugile lo era per davvero. Vero nome Gerald «Jerry» Tommaso DeLouise, figlio degli italo-americani Giuseppina e Michele, nacque nel Queens e studiò recitazione all’Actors Studio con Lee Strasberg per maestro. Vedovo di Gloria DeLouise dal 1974, padre amorevole di una figlia che ha percorso le sue orme, possedeva un ristorante nel Bronx ed era un notissimo caratterista. Negli anni ha lavorato per il cinema e per la TV, mettendosi al servizio dei più grandi registi. Il suo ruolo più noto, tuttavia, rimase quello di Paulie in Rocky, che gli valse una nomination all'Oscar. Sylvester Stallone, suo collega e amico, lo ha ricordato su Instagram con un post colmo d'affetto.
La carriera di Burt Young
Nel corso della sua carriera, Burt Young è comparso in oltre 160 tra film e serie TV. Ha interpretato lavoratori sporchi di grasso e di fango, boss mafiosi e astuti detective. Lee Strasberg lo definiva "una biblioteca di emozioni". Perché, a dispetto della sua corporatura, del suo passato da marine e da pugile professionista, anche quando interpretava un cattivo non si limitava a fare paura: portava sempre nel suo lavoro un certo grado di complessità.
Negli anni fu diretto da Sam Peckinpah in Killer Elite e Convoy - Trincea d'asfalto ("Entrambi erano anticonformisti, con un profondo rispetto per l'arte. Non tolleravano la mancanza di autenticità”, ha raccontato la figlia a proposito del rapporto tra il padre e il regista). Nel capolavoro neo-noir di Roman Polanski, Chinatown, interpretò un pescatore di Los Angeles invischiato in una storia di incesto e omicidio. Ma lavorò anche per Sergio Leone in C'era una volta in America, per Wim Wenders ne La terra dell'abbondanza, per Pupi Avati ne Il nascondiglio e per Abel Ferrara in Go Go Tales.
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L'esperienza in Rocky
La vera svolta per lui arrivò con Rocky, storia di un pugile di basso livello (Sylvester Stallone) che ha un incontro improbabile con il campione dei pesi massimi Apollo Creed (Carl Weathers). Il film consegnò Stallone alla fama globale ma, all'epoca delle riprese, il più famoso sul set era proprio Burt Young. "Sono stato l'unico attore a non fare il provino per il primo Rocky", ha detto in un'intervista del 2017 con The Rumpus. "E sono stato quello pagato di più". Young ha poi ricordato il primo incontro con Sly: "Si inginocchiò accanto a me e mi chiese di recitare nel suo Rocky". Il film divenne poi una vera icona del cinema, con dieci nomination agli Oscar (inclusa quella di Young come miglior attore non protagonista) e tre vittorie, a cominciare dall'Oscar al miglior film.