Mur, trailer e dettagli sul documentario di Kasia Smutniak alla Festa del Cinema di Roma

Cinema

Camilla Sernagiotto

Credits: YouTube e Fandango

Arriverà nelle sale dal prossimo 20 ottobre con Luce Cinecittà, mentre tra una settimana farà tappa alla Festa del Cinema di Roma (18-29 ottobre), nella sezione “Proiezioni speciali”. Dopo l'anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, c'è grande attesa per il documentario che segna l'esordio alla regia di Kasia Smutniak. Si tratta di un film sulla crisi umanitaria al confine bielorusso

Mur arriverà nelle sale dal prossimo 20 ottobre con Luce Cinecittà, mentre tra una settimana farà tappa alla Festa del Cinema di Roma (18-29 ottobre), nella sezione “Proiezioni speciali”. Dopo l'anteprima mondiale al Toronto International Film Festival, c'è grande attesa per il documentario che segna l'esordio alla regia di Kasia Smutniak. Si tratta di un film sulla crisi umanitaria al confine bielorusso.
L'attrice Kasia Smutniak debutta alla regia con quest'opera che per lei si rivela importantissima. Smutniak è anche co-produttrice del film, assieme a Domenico Procacci e Laura Paolucci. È anche co-autrice della sceneggiatura con Marella Bombini. Intanto in queste ore è uscito il trailer ufficiale di Mur (che potete guardare nel video in testa a questo articolo, e anche in fondo).

Il documentario è ambientato nel marzo 2022, quando da pochi giorni la Russia ha invaso l’Ucraina e l’intera Europa si è mobilitata per dare asilo ai rifugiati. Il Paese che si è distinto per tempestività e generosità è stata la Polonia, lo stesso Paese che ha appena iniziato la costruzione del muro più costoso d’Europa per impedire l’entrata di altri rifugiati.
 Una striscia di terra che corre lungo tutto il confine bielorusso, chiamata zona rossa, impedisce a chiunque di avvicinarsi e vedere la costruzione del Muro.

Mur è una produzione Fandango in associazione con Luce Cinecittà e una distribuzione Luce Cinecittà. Il montaggio del film è a cura di Ilaria Fraioli (La linea sottile, Amori che non sanno stare al mondo) mentre le musiche originali sono di Lorenzo Tomio (Bellissime, Dampyr).

Potete guardare il trailer ufficiale del documentario Mur nel video che trovate in alto, in testa a questo articolo, e anche nella clip in fondo.

Il muro è il protagonista del film

Proprio quel muro è il protagonista di questo film. Una pellicola che si propone sia come un diario intimo sia come una denuncia.


Il percorso che segue Mur è un rischioso viaggio nella zona rossa dove l'accesso ai media non è consentito. Il documentario incomincia di fronte a un muro e finirà davanti a un altro muro.
Grazie all’aiuto di attivisti locali e con un’attrezzatura tecnica molto leggera, la regista Kasia Smutniak raggiunge il confine e filma ciò che non si vuole raccontare.

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Non solo un muro: sono tanti i muri raccontati nel documentario


Il primo muro respinge i migranti che arrivano da terre lontane attraversando il bosco più antico d’Europa, una boscaglia impenetrabile. Il bosco si chiama Puszcza Białowieża ed è questo il primo muro che si frappone tra i migranti e la loro meta, ossia la speranza, la salvezza della fuga.
Un altro muro è quello che si erge di fronte alla finestra di casa dei nonni di Kasia Smutniak a Łódź, dove la regista giocava da bambina. Si tratta del muro del cimitero ebraico del ghetto di Litzmannstadt.
Il motivo per cui questo documentario si rivela anche un po' un diario intimo è perché con la cinepresa in mano Kasia Smutniak cercherà di riconciliarsi con il suo passato, tornando a casa senza però mai dimenticare una consapevolezza che deve sempre essere un punto fermo: l'accoglienza non deve fare distinzioni. Chiunque si trovi in pericolo deve essere soccorso. E un'altra consapevolezza è che un continente che si definisce democratico non deve mai innalzare muri.

In Polonia il tema della migrazione è una questione politica molto urgente. Questo film si serve del coinvolgente ritmo di un thriller per rivelare che alcuni muri invisibili dividono arbitrariamente gli esseri umani in coloro che meritano simpatia e coloro che invece in maniera ingiusta non la meriterebbero.
L’indagine di Smutniak è offre una profonda e intelligente riflessione sull’ipocrisia dell’Europa moderna.

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Kasia Smutniak debutta come regista con il documentario MUR

Un film che vuole far conoscere al mondo la terribile situazione al confine polacco

Mur ha come finalità quella di far conoscere al mondo la situazione al confine polacco, una situazione davvero terribile. Il medesimo scopo è quello che ha spinto un'altra regista, Agnieszka Holland, a girare il dramma The Green Border (Zielona granica), film premiato alla Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno e anch’esso presentato a Toronto.
Smutniak definisce il film di Holland “complementare” al suo documentario. “Il film di Agnieszka è un dramma e il mio film è un documentario, quindi sono raccontati da punti di vista diversi, ma se si guardano entrambi si nota come essi siano complementari”, ha dichiarato Katia Smutniak.

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Kasia Smutniak: “Volevo far conoscere la storia della zona rossa”

“Ogni giorno facciamo delle scelte e non possiamo darle per scontate. Dobbiamo stabilire da che parte della storia vogliamo stare. Volevo far conoscere la storia della zona rossa e ho pensato ‘Come cittadina normale cosa posso fare?’” si è chiesta Kasia Smutniak. “Sapevo di non essere abbastanza forte da trasferirmi lì per salvare vite umane, come fanno in molti, ma poi mi è venuto in mente che in realtà uno strumento ce l’ho ed è davvero potente: la narrazione. Per la prima volta nella mia vita, forse, essere una donna e un’attrice mi ha aiutato, perché avevo la sensazione di essere totalmente sottovalutata e in qualche modo invisibile”. 


Potete guardare il trailer ufficiale del documentario Mur nel video che trovate in alto, in testa a questo articolo, e anche nella clip qui di seguito.

ROME, ITALY - OCTOBER 15:  Kasia Smutniak walks a red carpet for 'Sole Cuore Amore' during the 11th Rome Film Festival at Auditorium Parco Della Musica on October 15, 2016 in Rome, Italy.  (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

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