Mostra di Venezia, Liliana Cavani emoziona con L’ordine del tempo. Trama e recensione
CinemaTra la fine del mondo e l’invasione dei Granchi Blu, la grande regista italiana, premiata con il Leone alla carriera, trasporta sullo schermo l’omonimo libro del fisico Carlo Rovelli. Paura, nostalgia, stupore, incertezza e speranza in una pellicola presentata fuori concorso e interpretata da Angela Molina, Claudia Gerini, Valentina Cervi, Richard Sammel, Alessandro Gassmann, Edoardo Leo, Ksenia Rappoport, Francesca Inaudi e Fabrizio Rongione
Lo sapeva già Albert Einstein: "La divisione tra passato, presente e futuro è solo un'ostinata illusione”. Ma Liliana Cavani, premiata con il Leone alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia (Mostra del Cinema di Venezia 2023, oggi i film di Mann, Larrain, Besson. DIRETTA) sceglie di oltrepassare il concetto espresso dal genio, autore della celeberrima formula E = mc2. Tratto dal libro di Carlo Rovelli, "L’ordine del tempo" è un delizioso e acuto lungometraggio che trasfigura sul grande schermo le parole del fisico italiano, ovvero: "L’ emozione del tempo è precisamente ciò che per noi è il tempo. Il tempo siamo noi". Presentato al Lido fuori concorso, il film è la cronaca di un'apocalisse annunciata. Un'opera che ci pone un interrogativo decisamente rilevante: se scoprissimo che il mondo sta per terminare, come sceglieremmo di trascorre le nostre ultime ore sul pianeta Terra?
La trama del film
Gli antichi greci avevano coniato ben quattro diversi termini per indicare il concetto di tempo: χρόνος (kronos), καιρός (kairos), αἰών (Aion) e ἐνιαυτός (Eniautos). Noi molto più prosaicamente non facciamo che ripetere a noi stessi e agli altri che non abbiamo mai abbastanza tempo. Partendo da questa considerazione, Liliana Cavani orchestra con grazia un’opera corale incentrata su un gruppo di amici che una sera d’estate, in vacanza in una villa al mare a Sabaudia per celebrare un genetliaco, scopre che il mondo sta per finire a causa di un asteroide, soprannominato Anaconda, che a breve colpirà il nostro pianeta. Tra rimorsi, rimpianti, desideri, speranze, segreti, silenzi e parole questo spicchio di umanità sperimenterà una sorta di Apocalisse da camera. E le ore che mancano alla fine dell’umanità scorreranno per tutti questi personaggi a un ritmo inusitato e imprevedibile, talvolta veloce, a tratti lentissimo.
approfondimento
Mostra del Cinema di Venezia, alla Cavani il Leone d'oro alla carriera
Dance me to End of Love
Il tempo si dilata e lo spazio si contrae, mentre Liliana Cavani si diverte a sparigliare l’ordine delle cose: nei buchi neri terminano tutti gli amori che muoiono, tuttavia, ancora una volta e per fortuna nostra, Omnia vincit amor, come scriveva Virgilio. Sicché la voce avvolgente di Leonard Cohen che intona Dance me to End of Love ci accompagna in questo girotondo in cui le coppie si accoppiano, scoppiano e poi si ricompongono. Non a caso l’altra canzone scelta per accompagnare le immagini del film è C’est la vie No 2, cantata dai Phosphorescent, talentuoso gruppo indie americano. Perché, pure se si tratta degli ultimi istanti, così va il mondo. E come chiosa Carlo Rovelli: “Fra certezza e totale incertezza vi è un prezioso spazio intermedio ed è in questo spazio che si svolgono la nostra vita e il nostro pensiero”.
approfondimento
Mostra Cinema di Venezia al via con il “Comandante” con Favino
L'ordine del tempo, il cast
In questa Ronde, che sarebbe piaciuta a Max Ophüls, in questo vibrante gioco delle parti, Liliana Cavani dirige un manipolo di attori assolutamente azzeccato: dal medico Alessandro Gassmann all’avvocato Claudia Gerini, dal fisico teorico Edoardo Leo all’insegnante di storia Ksenia Rappaport, dall’economista Richard Sammel alla insegnate di scienze Valentina Cervi, dallo psicanalista Fabrizio Rongione alla ricercatrice Francesca Inaudi. Un cast che affronta intrepido questo "viaggio inquietante" (come lo ha definito la regista, ndr). Tra un bacio, un abbraccio, un ballo, una fetta di torta, un bicchiere di vino e una passeggiata a piedi nudi sulla spiaggia al solito tempus fugit, ma ci resta il desiderio perpetuo di fermare quell’attimo. Perché non esiste niente di più bello.