L'attore, star dei due Hellboy diretti da Guillermo del Toro, si era scagliato contro le presunte dichiarazioni di Bob Iger, ceo Disney, che avrebbe privatamente parlato di una strategia per ridurre sul lastrico attori e sceneggiatori. "Ci sono tanti modi di perdere una casa", aveva detto Perlman, che poi ha chiarito il suo punto di vista senza fare marcia indietro
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo
Prima un video diffuso a caldo, una reazione di rabbia che suonava come una minaccia. Poi il parziale passo indietro, la rettifica, il chiarimento e un appello a restare umani. Se Fran Drescher (LA SUA CARRIERA), presidente del sindacato SAG-AFTRA, è certamente la grande protagonista dello sciopero degli attori che sta paralizzando Hollywood, al suo fianco emerge sempre più Ron Perlman, attore 73enne famoso per essere stato l’Hellboy di Guillermo del Toro.
La replica a Iger
Dopo la diffusione di voci secondo le quali il CEO di Disney Bob Iger avrebbe rivelato privatamente che il piano delle major di affossare e mandare sul lastrico sceneggiatori e attori per poi riprendere le trattative sui contratti da una posizione di forza, Perlman aveva rivolto in quella direzione parole piuttosto dure, pur senza fare mai il nome di Iger: “Ci sono tanti modi di perdere la propria casa”, aveva detto ribaltando una frase che lo stesso Iger, secondo le fonti, avrebbe usato per minacciare gli attori. Un’espressione equivoca, apparentemente violenta, sulla quale Perlman ha deciso di tornare poco dopo chiarendo di non “augurare a nessuno di farsi male”.
leggi anche
Hollywood, dopo gli sceneggiatori si fermano anche gli attori
LA RETTIFICA
In alcuni video sui social, Perlman è tornato a spiegare la sua posizione senza fare passi indietro: “Quando stamattina c’è stato l’annuncio dello sciopero – ha detto – sono andato in live su Instagram per fornire un retroscena della mia esperienza come membro del sindacato e fornire alcune reazioni agli attuali eventi. A seguito di questo, ci sono state tante reazioni, principalmente perché a un certo punto, lo ammetto, mi sono scaldato un po’ troppo nel parlare di una frase pronunciata da qualcuno tra i produttori dall’altro lato della barricata che parlava di come non intendessero nemmeno negoziare finché autori e attori non avessero iniziato a perdere le loro case e i loro appartamenti”.
leggi anche
Sciopero attori, il discorso di Fran Drescher contro Studios Hollywood
"NON AUGURO A NESSUNO DI FARSI MALE"
Perlman ha dunque continuato: “Lasciatemi chiarire una cosa: non auguro a nessuno di farsi male. Spero che lo str***o che ha fatto quel commento faccia altrettanto, ma quando cominci a dire che non tratterai nemmeno con queste teste di c***o fino a quando loro e le loro famiglie non inizieranno a dissanguarsi… voglio dire, se vuoi parlare di questa m***a che rende le persone tanto ciniche e arrabbiate per la situazione attuale, questo sciopero è semplicemente una specie di… un sintomo di una lotta che è ben più grande dello sciopero in sé”.
leggi anche
Oppenheimer, la première di Londra interrotta dallo sciopero. FOTO
L'APPELLO ALL'AMPTP
Perlman ha dunque incoraggiato la AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers, la corporazione dei produttori televisivi e cinematografici) a “mantenere un certo grado di umanità” nel proseguire le trattative: “Non può girare tutto attorno alla vostra c***o di Porsche al prezzo delle vostre c***o di azioni. Ci deve essere dignità se ci mettiamo davanti a uno specchio e riflettiamo le esperienze umane, che è ciò che facciamo come attori e sceneggiatori. E non riguarda solo noi ma anche gli autisti, gli operatori di macchina, costumisti e truccatori, hair stylist, elettricisti, scenografi. Volete che anche loro perdano le loro case? È ciò che cercate? Semplicemente spezzare tutti? Che tristezza”. E ancora: “Non ho mai fatto nessun nome e non voglio che nessuno si faccia male, ma basta con le ca***te, ok? Perché tutto quello che farete è uccidere ciò che c’è di bello in questo Paese mettendo un prezzo a tutto. Lo sciopero è per questo, per la dignità umana, è di questo che si occupano i sindacati”.