
Hollywood, le proteste di attori e sceneggiatori a Los Angeles e New York. FOTO
Gli attori di Hollywood sono entrati in sciopero contro il mancato accordo sul nuovo contratto di lavoro: è la più grande mobilitazione da 40 anni a questa parte. La protesta si salda a quella degli sceneggiatori, che hanno incrociato le braccia a maggio per la prima volta dopo 63 anni. Tanti gli slogan sui cartelloni. Su uno si legge “Logan Roy ci pagherebbe di più”: un riferimento alla serie tv Succession, esclusiva Sky e in streaming solo su NOW, che ha dominato le ultime nomination degli Emmy

Ieri, venerdì 14 luglio, ha preso il via il più grande sciopero degli attori di Hollywood da quarant’anni a questa parte. Una protesta che si salda a quella degli sceneggiatori, che hanno incrociato le braccia a maggio per la prima volta dopo 63 anni. Nelle scorse ore, ci sono state mobilitazioni sia a Los Angeles (nella foto) sia a New York
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Gli attori di Hollywood sono entrati in sciopero per protestare contro il mancato accordo sul nuovo contratto di lavoro. Il loro sindacato, che rappresenta 160mila iscritti, ha votato all'unanimità dopo che è fallito il tentativo di un accordo in extremis con gli studios (nella foto, la protesta a Los Angeles)
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Le proteste di attori e sceneggiatori sono andate in scena a New York, fuori dalla Nbc Universal e vicino al Rockefeller Center (nella foto). Ma anche a Los Angeles, davanti ai quartieri generali di Netflix, Paramount, Disney, Warner
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Tanti i cartelli su cui attori e sceneggiatori hanno scritto i loro slogan di protesta. “Logan Roy ci pagherebbe di più”, si legge su uno di questi. Il riferimento è alla serie tv Succession, esclusiva Sky e in streaming solo su NOW: la quarta e ultima stagione della saga dei Roy ha dominato, di recente, le nomination alla 75esima edizione degli Emmy (nella foto, la protesta a New York)
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Davanti al quartier generale di Netflix a Los Angeles, presente anche l’attrice Fran Drescher, presidente del sindacato degli attori SAG-AFTRA. L’ex protagonista della sitcom La Tata, ha definito “disgustoso” l’approccio dei rappresentanti delle aziende di produzione cinematografica (la AMPTP) alla trattativa sul contratto collettivo
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Drescher ha attaccato anche il Ceo della Disney Bob Iger, che in un’intervista ha detto che le richieste di attori e sceneggiatori non sono “realistiche”. Parole che l’attrice, a Variety, ha definito “terribilmente ripugnanti e fuori dal mondo”
L'articolo di Variety
Intanto, è polemica per alcune indiscrezioni riportate dai media Usa. Secondo Deadline, un dirigente vicino al sindacato dei produttori degli studios (l'AMPTP) avrebbe dichiarato che la strategia è quella di lasciare che le cose si trascinino in questo modo “fino a quando i membri del sindacato inizieranno a perdere i loro appartamenti e le loro case”. Secondo alcuni, anche queste dichiarazioni sarebbero di Iger (nella foto, le proteste a Los Angeles)

L’attore Ron Perlman, sui social, ha commentato: “Ci sono molti modi per perdere la tua casa. Da una parte il lato finanziario, dall’altro il karma e in parte è solo capire chi l'ha detto. E sappiamo chi l'ha detto e dove vive. Desideri questo per le persone, per le loro famiglie, mentre guadagni 27 milioni di dollari all'anno per non creare nulla? Stai attento” (nella foto, le proteste a New York)
L'articolo di Deadline
Sulla questione sciopero è intervenuto anche Joe Biden. "Il presidente ritiene che tutti i lavoratori, compresi gli attori, meritino una giusta retribuzione", ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca Robyn Patterson. Ha sottolineato che Biden, da sempre un sostenitore dei sindacati, "appoggia il diritto di sciopero dei lavoratori e spera che le parti possano raggiungere un accordo vantaggioso per tutti" (nella foto, la protesta a Los Angeles)

Hollywood, quindi, sta facendo i conti con l'estate più calda da decenni. Dopo gli sceneggiatori, anche i produttori e gli attori di cinema e tv non sono riusciti a siglare un accordo per il rinnovo del contratto triennale della categoria. Il tavolo è saltato e ora le star di Hollywood hanno deciso di incrociare le braccia (nella foto, la protesta a New York)

Diversi i volti noti presenti in strada durante le proteste, come Jason Sudeikis e Alex Edelman a New York

A protestare è il sindacato degli attori Sag-Aftra e quello della Writers Guild of America (Wga). Una protesta congiunta dei due sindacati non si vedeva dal 1960 (nella foto, la protesta a Los Angeles)

Come gli sceneggiatori, gli attori chiedevano all'Alliance of Motion Picture and Television Producers (Amptp), l'associazione che rappresenta i principali studi di produzione e di streaming - tra cui Amazon, Apple, Disney, NBCUniversal, Netflix, Paramount, Sony e Warner Bros -, di aumentare i diritti d'autore che ottengono quando gli spettacoli vengono distribuiti su Netflix e altre piattaforme (nella foto, la protesta a Los Angeles)

In particolare, gli Studios si sono opposti all'idea di affidare a una società esterna e imparziale il compito di stimare le visualizzazioni e il pubblico di un certo programma in streaming. La Sag-Aftra chiedeva anche l'aumento della paga minima, dei contributi per pensione e assicurazione medica. E tutele contro l'uso dell'intelligenza artificiale, una delle principali preoccupazioni per gli artisti (nella foto, la protesta a Los Angeles)
La protesta degli sceneggiatori