Che fine ha fatto Emma Watson? Ecco perché non recita in un film da 5 anni

Cinema

Camilla Sernagiotto

©Getty

L’attrice britannica diventata famosa grazie al suo primo ruolo cinematografico (quello di Hermione Granger, da lei interpretato in ogni film del franchise di Harry Potter) non appare sul grande schermo dal 2019. L’ultima sua apparizione è stata nel film “Piccole donne” di Greta Gerwig. La star ha spiegato al Financial Times i motivi della sua latitanza

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Avete notato che Emma Watson è da un bel po’ che non si vede in giro? E con “in giro” si intende sullo schermo: l’attrice britannica diventata celebre grazie al suo primo ruolo cinematografico (quello di Hermione Granger, da lei interpretato in ogni film del franchise di Harry Potter), non appare sul grande schermo dal 2019.

L’ultima sua partecipazione a una pellicola è stata nel film Piccole donne di Greta Gerwig. Negli ultimi tempi i suoi affezionati fan si stanno chiedendo come mai la propria beniamina si faccia desiderare così tanto.
La star ha finalmente spiegato al Financial Times i motivi della sua latitanza, rivelando per la prima volta perché si è allontanata dalla recitazione.
"Non ero molto felice, se devo essere onesta”, ha detto la diva 33enne in una recente intervista pubblicata dal Financial Times.
“Penso di essermi sentita un po' in gabbia. (…) La cosa che ho trovato difficile è stata vendere qualcosa su cui non avevo controllo”, ha affermato Watson.

Watson: “Difficile essere la portavoce di cose in cui non ero coinvolta”

“È stato difficile dover essere il volto e la portavoce di cose in cui non ero coinvolta”, ha spiegato Watson, riferendosi al fatto che come attrice non viene coinvolta in tutto il processo creativo ma soltanto quando si fa il casting, dunque lei (come qualsiasi altro suo collega, con qualche piccola eccezione) non lavorano anche a monte del film, nella sua delicata fase di pre-produzione.

“Mi sentivo frustrata perché non avevo voce, non avevo voce in capitolo”, ha aggiunto Emma Watson. La cosa che pare attanagliarla non è tanto il non essere coinvolta nella genesi del processo ma, semmai, esserlo troppo alla fine di tutto, quando teoricamente il suo lavoro dovrebbe essere finito.
Un attore dovrebbe, a suo avviso, lavorare nel posto che più gli compete, ossia il set. Invece dopo la fine delle riprese viene richiesto al cast di partecipare attivamente alla promozione. E, come spesso accade, è il/la protagonista di una pellicola a doversi fare carico di tutto, facendo da portavoce di fronte a giornalisti, critici, fan e pubblico di ogni genere e tipologia.
Watson ha detto di essere stata ritenuta responsabile "in un modo che ho iniziato a trovare davvero frustrante perché non avevo voce, non avevo voce in capitolo. E ho iniziato a rendermi conto che volevo solo essere legata a cose per cui, se qualcuno mi avesse criticato al riguardo, avrei potuto dire (in un modo che non mi faceva odiare me stessa): 'Sì, ho fatto un casino , è stata una mia decisione, avrei dovuto fare di meglio'”, ha dichiarato al Financial Times.

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Watson ha interpretato questo personaggio in ogni film del franchise di Harry Potter, tuttavia non si può dire che quel ruolo l’abbia ingabbiata, anzi.
Dopo aver concluso l’esperienza nei panni di Hermione, è stata scritturata per molte altre pellicole. si è vista assegnare ruoli da protagonista nei film The Bling Ring, The Perks of Being a Wallflower, Beauty and The Beast e The Circle, tuttavia Watson non si è sentita soddisfatta.
Il motivo è legato al fatto che essere un'attrice non era tutto ciò che le veniva richiesto. A lei piace recitare, non promuovere e fare tutto ciò che inizia dopo il ciak finale, ecco. “Essere il volto di un film e avere ogni giornalista che ti chiede: 'In che modo questo è in linea con il tuo punto di vista?' è difficile. È stato molto difficile dover essere il volto e la portavoce di cose in cui non potevo essere coinvolti nel processo”, ha raccontato Watson al Financial Times.

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Da quando si è allontanata dalla recitazione, Watson ha trovato una nuova passione, anzi due: la scrittura e la regia, in particolare per la Maison Prada.

Ha definito il progetto con Prada “un momento molto importante per me”, aggiungendo che dopo l’esperienza “harrypotteriana” le è stato spesso proposto di dirigere e produrre progetti televisivi e cinematografici.
"Ero preoccupata che potessi risultare solo tecnica, non creativa. Temevo di non poter portare quello che penso sia probabilmente il mio set di abilità", ha aggiunto.
Ha rivelato che è stato suo fratello, Alex Watson, a chiederle di fare un servizio fotografico che l'ha poi portata a provare il cinema da dietro l’obiettivo, dietro la cinepresa anziché davanti.
“In realtà ne so parecchio. Essere una regista sembrava irraggiungibile. Non credo di aver avuto alcuna fiducia in questo", ha raccontato al Financial Times. “So che sembra strano. Voglio dire, sono cresciuta su un set cinematografico!”.

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Alla domanda del Financial Times relativa alla possibilità di vederla ancora recitare, ha risposto così: "Sì, assolutamente. Ma sono felice di sedermi con calma e aspettare la prossima cosa giusta. Amo quello che faccio. Sto cercando - e trovando - un modo per farlo in cui non devo dividermi in volti e persone diversi. E non voglio più passare alla modalità robot", ha concluso Emma Watson.

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