Passeggeri della Notte: il dramma crepuscolare con Charlotte Gainsbourg. La recensione

Cinema

Letizia Rogolino

@Wanted Cinema

L'attrice è protagonista di un dramma intimo dall’estetica vintage al cinema con Wanted Cinema

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Il regista francese Mikhaël Hers dirige Charlotte Gainsbourg in un dramma urbano immerso in una luce crepuscolare e paesaggi notturni che racconta la vita di una donna di mezza età che deve reinventare la sua vita dopo che il marito se ne è andato con un’altra donna. Scritto da Hers, Maud Ameline e Mariette Desert, Passeggeri della Notte si concentra sulla sua protagonista, una quarantenne single da poco e sfinita dalle preoccupazioni che non si arrende. Al cinema con Wanted Cinema dal 13 aprile.

Passeggeri della Notte: la trama del film

Nel film Passeggeri della Notte Elisabeth vive con i due figli adolescenti in un appartamento moderno a un piano alto di un grattacielo con vetrate perimetrali che offrono una suggestiva vista panoramica su Parigi. Ha bisogno di trovare un lavoro per potersi mantenere e sentirsi utile e nuovamente amata. L’incontro con una giovane adolescente che vive per strada diventa per lei una nuova sfida e un modo per fare qualcosa di buono e trovare un’ispirazione per andare avanti. L’inclusione di questo “cane randagio” nella sua famiglia innesca una serie di imprevisti e muta l’equilibrio emotivo tra luci e ombre.

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Sullo sfondo gli anni ‘80

La storia inizia la notte delle elezioni del maggio 1981, quando il socialista François Mitterrand diventa presidente, alimentando la speranza diffusa di riforme liberali. In uno dei grattacieli del XV secolo di Parigi, dove ha trascorso la sua vita coniugale, Elisabeth fatica a condividere l'ottimismo della figlia Judith (Megan Northam), studentessa e attivista. Ha un disperato bisogno di lavoro ed è stata licenziata al suo primo giorno in ufficio. Un po’ insonne, ascolta spesso Radio France a tarda notte quando va in onda un programma che dà il titolo al quarto film di Hers. Il film rivela la vita interiore di Elisabeth, una donna vulnerabile ma anche più forte e in grado di affrontare i duri colpi della vita.

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Un film delicato e crepuscolare

Lo stile della regia confeziona un film delicato e creativo, dalla veste grafica suggestiva che guarda al passato. Suggestioni anni ’80 nella grana della pellicola e nella composizione dell’inquadratura, compreso l’inserimento frequente di sequenze in formato 4:3 avvolgono Elisabeth e gli altri personaggi sembrano prigionieri di una dimensione sospesa dai contorni sfumati in cui i riflettori puntano soprattutto sull’amicizia di due anime spezzate, ognuna a modo suo e sul rapporto genitori-figli. Talulah, la giovane ragazza perduta dall’aspetto duro e un po’ punk permette a Elisabeth di rispettare uno dei suoi valori, ovvero dare alle persone una seconda possibilità. Talulah è vittima di abbandono e di una situazione familiare difficile, cose che in un modo diverso, hanno colpito anche la madre single che sta cercando di rialzarsi.

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