Superpower, il documentario di Sean Penn sull'Ucraina ha il ritmo del thriller politico

Cinema

Letizia Rogolino

©Getty

In anteprima alla Berlinale 2023 il documentario sul conflitto Russia-Ucraina di Sean Penn. Ecco cosa ne pensiamo

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Brusche esplosioni irrompono su una città notturna ripresa dall’alto il 24 Febbraio 2022 all’inizio di  Superpower, il documentario realizzato da Sean Penn e Aaron Kaufman presentato in anteprima alla 73° edizione del Festival di Berlino. “La Berlinale nel 2023 sostiene ancora più fermamente i valori democratici e ricorda le vittime della guerra, della distruzione e dell'oppressione in tutto il mondo", hanno affermato gli organizzatori.

 

Quasi un anno dopo l'inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin, questo documentario di due ore prova a definire i punti chiave del conflitto sanguinoso e devastante ancora in corso. Filmati di repertorio della rivoluzione Euromaidan del 2014, che ha estromesso il presidente ucraino filo-Cremlino Viktor Yanukovych, e la risposta quasi immediata della Russia per impadronirsi della Crimea ci aiutano a comprendere i motivi profondi della resistenza del popolo ucraino. "È un momento molto strano in cui la risposta umanitaria più significativa che può avvenire è la consegna e la fornitura di missili di precisione a lungo raggio a un paese sotto invasione” ha detto Sean Penn durante la conferenza stampa della Berlinale 2023, sottolineando che si sta battendo per aiutare l’Ucraina a sostenere lo sforzo bellico.

Sean Penn in Ucraina

Assistiamo alla genesi della decisione di Sean Penn e del produttore Billy Smith di partire per andare a vedere in prima persona cosa accade ogni giorno in quei luoghi di paura e violenza. Viviamo i preparativi e in un attimo ci ritroviamo con la star di Hollywood a Kiev nel bel mezzo dell’invasione. Penn intervista soldati, ambasciatori, giornalisti, e viene intervistato lui stesso riflettendo sulla condizione  di quei Paesi che dall’inizio del 2022 hanno attirato l’attenzione del mondo. Attraversando a piedi il confine con la Polonia e visitando le trincee nel Donbass, Sean Penn cerca di comprendere l’aspetto più vero del conflitto in nome di un’Ucraina che vuole libertà e indipendenza. A differenza di molti americani che potrebbero liquidare tutto questo come “qualcosa che accade laggiù”, Sean Penn sente l’esigenza morale di informare e mostrare al mondo la realtà dei fatti. "L'Ucraina rappresenta le più grandi aspirazioni che tutti dovremmo condividere”, ha detto a Berlino, aggiungendo: "Non importa se l'Ucraina sia un Paese della NATO o meno”.

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Volodymyr Zelensky, un attore presidente

Nella sua impresa, Superpower si prende molto tempo per analizzare anche la figura di uno dei protagonisti di queste pagine di storia macchiate di sangue e dolore, Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina. Il documentario ci mostra materiali di repertorio che presentano un attore, un comico, un uomo amato dal popolo, ironico ma anche attento alle esigenze del suo Paese. Alternando formati di ripresa e filtri fotografici, Sean Penn e Kaufman costruiscono un racconto per parole e immagini onesto e realistico, sullo sfondo di edifici distrutti, fiamme libere in alcuni angoli di Kiev, accompagnati dalla colonna sonora di Justin Melland. “Putin non mi piace, è un bullo inquietante che minaccia Zelensky e il suo Paese", ha detto Penn, aggiungendo che invece il presidente ucraino gli piace per il fatto che “non c’è alcuna minaccia che lo spaventi, lui e gli ucraini”. 

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La guerra da vicino

“Abbiamo realizzato un film impenitentemente parziale, perché quella era la vera storia che abbiamo trovato davanti a noi”, ha detto Penn. “Non sarebbe mai stato il film definitivo sulla guerra o sulla Russia. È stata la nostra esperienza, non essendo stati ben istruiti sull'Ucraina: avevamo una visione della regione molto superficiale e incentrata sugli Stati Uniti. Ciò che il film è diventato è stato il nostro viaggio alla ricerca di quelle verità”.“Si tratta di essere dalla parte giusta della storia”, come ha detto Penn in conferenza stampa a Berlino. Superpower è un documentario corposo e interessante che si avverte come un thriller politico serio e pragmatico. Offre nuove informazioni, coinvolge e sensibilizza il pubblico di tutto il mondo su una guerra che è più vicina di quanto si possa immaginare. Penn, infatti, non è il solo volto noto che appare a sostegno della causa, oltre a lui ci sono colleghi come Miles Teller, in una videochiamata. Conosciamo anche qualche protagonista in prima linea come piloti e soldati che raccontano il loro addestramento e la loro esperienza sul campo. Colpiscono, in particolare, verso la fine del documentario i vari confronti tra Sean Penn e Zelensky, dal vivo e virtualmente, persino dal bunker segreto un giorno dopo l’invasione. “Se non sei pronto per vincere, non combattere”, dice il presidente all’attore, confermando la sua reputazione di grande oratore motivazionale che ha ispirato gran parte del suo popolo in questa avventura ricca di sfide e ostacoli. Sean Penn ha affermato che gli Stati Uniti hanno dovuto accettare "un livello di vergogna" per non aver fornito prima all'Ucraina aiuti alla difesa. “Se vincesse la Russia, saremmo tutti fregati”, ha detto Penn, aggiungendo che aiutare l'Ucraina a vincere la guerra è stato il modo migliore per evitare l'escalation.

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