Michael Bay accusato a Firenze: piccioni lanciati contro un'auto sul set di 6 Underground
CinemaSecondo i pm fiorentini, il regista Michael Bay avrebbe trattato con “crudeltà” 40 piccioni sul set del suo film per Netflix “6 Underground” (uscito nel 2019). Lo accusano di aver fatto lanciare numerose volte diverse decine di piccioni contro un’auto per girare una sequenza in cui il conducente perde la visibilità a causa dei volatili
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Michael Bay è accusato di maltrattamento di animali: il celebre regista statunitense (firma registica di Transformers, tra gli altri) è al centro di un caso legale per il suo film per Netflix girato a Firenze, 6 Underground (uscito nel 2019).
È accusato di aver fatto lanciare numerose volte diverse decine di piccioni contro un’automobile di scena, usata per girare una sequenza in cui il conducente perde la visibilità a causa dei volatili.
Si apprende solo ora dell’accusa a Bay circa il presunto maltrattamento di animali, anche se il film risale al 2019 e le riprese "incriminate" si sono svolte nell'estate del 2018.
Il cineasta inoltre è accusato di avere causato la morte di un piccione, ma in un contesto diverso (come vedremo nel dettaglio nei prossimi paragrafi).
Dovrà essere stabilito il ruolo di alcuni collaboratori del film 6 Underground, tra cui Edoardo Martino, il socio dello zoo che ha fornito i volatili; Costei Padurariu, un dipendente di Michael Bay; Giancarlo Alpini, un colombofilo.
Le indagini in corso dovranno appurare se il regista e i sopracitati collaboratori hanno messo a repentaglio l’incolumità e il benessere dei volatili, che in Italia sono una specie protetta.
A denunciare Bay è stato un agente della polizia municipale che avrebbe visto le riprese sul set dalla finestra del suo ufficio.
I fatti risalgono all'agosto del 2018
Benché la notizia della denuncia sia emersa soltanto in queste ore, i fatti risalgono all’agosto del 2018. Per le vie di Firenze un'automobile sportiva doveva sfrecciare a velocità elevata, per esigenze di copione. A ostacolare la guida del protagonista del film (personaggio interpretato dall'attore Ryan Raynolds) sarebbero stati impiegati all'incirca 40 piccioni, affinché si scagliassero contro il parabrezza.
Secondo l’accusa della pm fiorentina Christine Fumia Von Borries, gli uccelli sarebbero stati “scagliati con violenza” contro l’auto. Il motivo per cui, presumibilmente, i volatili sono stati scagliati con forza è perché, facendoli volare liberi, non si sarebbero di certo diretti a urtare il parabrezza.
Gli imputati “sottoponevano in tal modo per crudeltà e senza necessità circa 40 piccioni a sevizie e comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche”, sostiene l'accusa.
L'evento non si sarebbe verificato soltanto una volta bensì “a ogni passaggio dell’automobile, dato che la scena veniva ripetuta 6/7 volte”, come si legge nei documenti legali depositati dall'accusa.
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Il piccione morto durante le riprese
Oltre ai piccioni che forse sono stati maltrattati sul set (usiamo il forse perché finché la giustizia non farà il proprio corso non si può essere certi di come siano andate le cose), c'è un altro piccione morto durante le riprese dello stesso film.
Per adesso non risulta chiaro se l'animale sia stato impiegato per le scene oppure no. L’animale stava volando quando è stato colpito da un dolly, lo speciale carrello usato per muovere la cinepresa. Come è stato rivelato da una fonte al magazine americano The Wrap, l'animale sarebbe morto nell'impatto. Ma il regista nega categoricamente queste accuse.
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Il regista si difende: “In trent’anni di carriera mai ferito un animale”
La notizia è stata pubblicata in esclusiva poche ore fa sul magazine americano The Wrap, che ha riportato le parole di una fonte vicina alla produzione. L'insider ha rivelato quanto sarebbe accaduto sul set del film 6 Underground, però il regista Michael Bay si è subito difeso, sottolineando come in trent'anni di onorata carriera non abbia mai ferito o maltrattato un animale, compresa questa volta.
Adesso le indagini devono chiarire se i volatili abbiano subito dei traumi e, se sì, quali sarebbero. Tutti gli animali forniti dallo Zoo Grunwald di Anguillara Sabazia (Roma) sono vivi. Tuttavia, come è stato riportato dal Corriere della Sera, secondo l’accusa gli uccelli “subivano un fortissimo urto contro il proprio corpo, ruotavano su se stessi, perdevano numerose penne”. In più sul set non sarebbe stato presente un veterinario.
Queste accuse vengono smentite dall'avvocato del regista Michael Bay, Fabrizio Siggia, che afferma: “Una produzione importante, direi monumentale, prende tutte le necessarie precauzioni in questi casi. Da convinto animalista Bay ha rispettato tutte le regole del caso”.
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Bay nega le accuse
Il regista si è rivolto direttamente a The Wrap per puntualizzare: “In trent’anni di carriera non ho mai ferito un animale”. E nega che il piccione colpito dal dolly sia morto.
L'accusa ha offerto a Bay di chiudere il caso pagando una multa, tuttavia il cineasta si è rifiutato di farlo perché non intende dichiarare la propria colpevolezza, cosa che sarebbe implicita se alla fine pagasse la multa.
Intanto su Variety vengono riportare in esclusiva le parole di Bay che definisce la notizia relativa all’uccisione del piccione "falsa, sconsiderata e diffamatoria” e afferma di non essere mai stato accusato di aver ucciso un animale.
In una lettera legale, ottenuta da Variety, l'avvocato di Bay chiede una ritrattazione o una correzione da parte di The Wrap.
L'avvocato del regista, Mathew Rosengart, afferma che l’articolo di The Wrap sostiene che Bay sia stato "accusato" di "aver ucciso un piccione" in relazione al film che ha diretto. “Queste affermazioni sono semplicemente sbagliate; sono anche dannose”, scrive Rosengart.
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Bay si scaglia contro le informazioni diffuse da The Wrap
The Wrap ha riferito che il regista stava affrontando accuse in Italia relative all'uccisione di un piccione sul set a Roma del film Netflix. Il rapporto citava un insider della produzione che affermava che un piccione viaggiatore sarebbe stato ucciso da un carrello per cinepresa durante i ciak e, poiché Bay era il regista, era ritenuto lui il responsabile dell'accaduto.
I piccioni sono una specie protetta in Italia: il nostro Paese ha una legge nazionale che rende illegale danneggiare, uccidere o catturare qualsiasi uccello selvatico.
Bay ha detto a The Wrap che non entrerà nei dettagli poiché la questione è un caso giudiziario in corso, ma ha detto di aver rifiutato l'opzione di accontentarsi di una piccola multa con le autorità italiane, affermando: “Non mi dichiarerei colpevole di aver danneggiato un animale”.
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Bay: “Sono un attivista per gli animali”
Il regista ha negato categoricamente le affermazioni. "Sono un noto amante degli animali e un grande attivista per gli animali", ha detto in una dichiarazione a The Wrap. “Nessun animale coinvolto nella produzione è stato ferito o danneggiato. O su qualsiasi altra produzione a cui ho lavorato negli ultimi 30 anni”.
L’avvocato di Bay, Rosengart, afferma che prima di pubblicare la storia, The Wrap era stato messo a conoscenza di "prove video che confutano queste accuse e dimostrano che in nessun momento nessun animale è stato ferito, figuriamoci 'ucciso'".
Il legale afferma che l'unica “accusa” in Italia “riguarda se, nella sua qualità di regista del film, il signor Bay non abbia supervisionato adeguatamente i membri della troupe (che non aveva nemmeno la possibilità di assumere) responsabili della gestione degli animali sul set”.
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La lettera integrale del legale di Michael Bay
Di seguito trovate il testo integrale della lettera dell’avvocato di Michael Bay.
“Sono il consulente legale di Michael Bay e scrivo in merito al titolo e alla storia falsi, sconsiderati e diffamatori vostri e di The Wrap in cui si afferma che Michael Bay era stato accusato di ‘aver ucciso un piccione’ in relazione a un film che ha diretto. Queste affermazioni sono semplicemente sbagliate; sono anche dannose. Come sapete, il signor Bay non è mai stato ‘accusato’ di ‘uccidere’ un animale. In effetti, prima della pubblicazione, siete stati informati dell'esistenza di prove video che confutavano queste accuse e dimostravano che in nessun momento nessun animale è stato danneggiato, figuriamoci ‘ucciso’. Inoltre, come lei sa anche (ma non ha pubblicato), l'unica ‘accusa’ controversa in Italia riguarda il fatto che, nella sua qualità di regista del film, Mr. Bay non abbia supervisionato adeguatamente i membri della troupe (che non aveva nemmeno la possibilità di assumere lui stesso) responsabile della gestione degli animali sul set. Quell'accusa è stata difesa con forza - e in effetti, il signor Bay si sente così determinato che, a suo merito, si è rifiutato di risolvere il caso con la multa a suo nome che è stata proposta dalle autorità per risolverlo. Ciò che rende la vostra storia ancora più eclatante è che vi è stato espressamente detto, e quindi sapevate, che il titolo era falso perché il signor Bay non ha ‘ucciso’ un animale e non è stato accusato di nulla del genere. Evidentemente, inoltre, non siete riusciti a indagare adeguatamente sulla questione ottenendo l'accusa effettiva o interrogando le autorità o altri che avrebbero potuto fornire i fatti. Invece, avete proseguito con la vostra storia, con un titolo ‘clickbait’ falso e fuorviante, a dimostrazione di vera malizia e sconsiderato disprezzo della verità. La vostra storia è particolarmente dannosa e maliziosa perché, contrariamente alle sue implicazioni, Michael Bay è un attivista per i diritti degli animali; ama appassionatamente gli animali, come dimostra il suo curriculum. Come risultato della vostra storia, tuttavia, il suo nome è ora associato a ‘uccidere’ o ‘assassinare’ un animale, connotando l'intento. Viene quindi ingiustamente calunniato e attaccato. In effetti, ora ci sono numerosi articoli e innumerevoli immagini sui social media che associano Mr. Bay a ‘uccisioni’ o ‘assassini’, che hanno fatto il giro del mondo. La vostra storia è quindi estremamente dannosa per Mr. Bay personalmente e professionalmente (ha discusso pubblicamente del suo amore per gli animali e del suo desiderio di realizzare un film sul salvataggio degli elefanti africani, un altro fatto di cui avevi avuto preavviso ma che hai ignorato) e ha offuscato la sua reputazione come qualcuno che sostiene ferocemente gli animali, finanziariamente e in altro modo, causandogli un'estrema angoscia. Tutto ciò espone voi e The Wrap a notevoli danni monetari. Si veda, ad esempio, Ringler Associates Inc. contro Maryland Cas. Co., 80 Cal. App. 4° 1165, 1181 (2000); si veda anche Milkovich v. Lorain Journal Co., 497 U.S. 1, 19 (1990); White v. Fraternal Order of Police, 909 F.2d 512, 518 (D.C. Cir. 1990). Kapellas v. Kofman, 1 Ca1.3d 20, 33, 81 Cal.Rptr. 360 (1969) (l'imputato risponde ‘per quanto insinuato oltre che per quanto esplicitamente affermato’). Alla luce di quanto sopra, e di altri fatti e prove, per conto di Mr. Bay, con la presente chiediamo un'immediata ritrattazione o correzione della vostra storia”.