Da "Crimes of The Future" a "Triangle of Sadness", da "Bones and All" a La Stranezza, da "Everything Everywhere All at Once" a "Pearl" i più bei lungometraggi visti quest'anno presentati rigorosamente ordine alfabetico
SELEZIONE A CURA DI PAOLO NIZZA
1/20
Un altro mondo, regia di Stéphane Brizé, con Vincent Lindon, Sandrine Kiberlain, Anthony Bajon. Come dice il regista: "Il film descrive la perdita di significato della vita di un dirigente di azienda che, nello stesso periodo in cui il suo matrimonio sta affondando, fatica sempre più a trovare coerenza in un sistema che serve da anni. Un sistema nel quale è divenuto complicatissimo per lui eseguire gli ordini che riceve dall’alto. Molti dirigenti mi hanno raccontato della loro vita personale e professionale a cui sono sempre meno in grado di dare un senso
The Batman, regia di Matt Reeves, con Robert Pattinson, Zoë Kravitz, Paul Dano. Un’opera che taglia i ponti con precedenti adattamenti cinematografici del fumetto. Il film riscrive la storia del vigilante di Gotham City con tutti i colori del nero. L’uomo pipistrello si trasfigura nell’alfiere della vendetta. Più che un cinecomic, un noir. Il male mangia l’anima dei protagonisti e non basta che l’uomo pipistrello corchi di botte una banda di teppistelli in metropolitana. La saggezza non scorre nel sangue, quando le colpe dei padri ricadono sui figli
Bones and All, regia di Luca Guadagnino, con Taylor Russell, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg. Tra il sangue che cola dagli abiti e i corpi mutilati a colpi di morsi, il film trabocca di sequenze forti, ma niente violenza gratuita. Anzi, la ferocia ferina mostrata dai protagonisti, per contrasto, amplifica l’alchimia tra due anime perse che condividono la stessa, insaziabile passione. Una relazione profonda che arriva sino all'osso. D'altronde "Omnia vincit amor",scriveva Virgilio. E a volte l’amore è più forte della fame e magari pure della morte
Crimes of The Future, regia di David Cronenberg, con Viggo Mortensen, Léa Seydoux, Kristen Stewart. Il futuro non è più quello di una volta. E nemmeno il crimine. A 8 anni di distanza dal fiammeggiante Maps of The Stars, il visionario cineasta canadese squarcia il velo di Maya e ci mostra ciò che diventeremo e che, forse, siamo già diventati. Un abbacinante sussidiario illustrato di tutto il suo cinema. Un viaggio al termine del futuro. Un’odissea nella mutazione, dal body horror alla body beauty, perché la chirurgia rappresenta il nuovo sesso
Everything Everywhere All at Once, regia di Dan Kwan, Daniel Scheinert, con Michelle Yeoh, Stephanie Hsu. II regista ha dichiarato: “L’idea principale che ci ha fatto progredire e che ci è sembrata una metafora di ciò che sta accadendo ora è il sovraccarico cognitivo, la forzatura che ne deriva. Si dice che ‘l'affaticamento da compassione’ sia cominciato con il Covid, ma credo che esistesse già da prima - abbiamo talmente tante cose di cui preoccuparci che abbiamo perso tutti il filo e ha reso questo un film sulla compassione nel caos”
The Fabelmans, regia di Steven Spielberg con Michelle Williams, Paul Dano, Seth Rogen. Ritratto intimo e coinvolgente di un’infanzia nell’America del ‘900, il film ripercorre gli eventi che hanno scandito la vita e la carriera di Spielberg. Questo racconto di formazione, incentrato sul desiderio di un ragazzo di riuscire a realizzare i propri sogni, ha un’eco universale nella sua esplorazione di temi quali l’amore, l’ambizione artistica, il sacrificio e quei segreti inconfessabili che consentono di fare luce su se stessi e sui propri cari, con chiarezza ed empatia
Holy Spider, regia di Ali Abbasi con Zahra Amir Ebrahimi, Mehdi Bajestani. Il thriller diretto da Ali Abbasi, già autore del film candidato all’Oscar Border, vincitore della Palma d’Oro per la Miglior attrice a Zahra Amir Ebrahimi. Una giornalista si cala nel ventre oscuro della città santa di Mashhad, in Iran, per investigare su una serie di omicidi di prostitute. Dietro ai delitti si nasconde la mano di un serial killer il cui obiettivo è ripulire le strade dai peccatori
8/20
The Innocents, Regia di Eskil Vogt con Morten Svartveit, Tone Grøttjord-Glenne
Quattro bambini diventano amici durante le vacanze estive. Lontani dalla vista degli adulti scoprono di avere dei poteri nascosti. Mentre esplorano le loro nuove abilità nelle foreste e nei campi da gioco vicini, il loro gioco innocente prende una svolta oscura e iniziano ad accadere cose strane e sempre più inquietanti. Diretto dallo sceneggiatore di Thelma, un horror sorprendente e davvero spaventoso
Licorice Pizza , regia di Paul Thomas Anderson con Alana Haim, Cooper Hoffman, Sean Penn. Ambientato nel 1973, il film racconta del cammino infido del primo amore tra Alana e Gary che crescono, corrono e si innamorano nella San Fernando Valley. In questo racconto per immagini accompagnato dai brani mai dimenticati di David Bowie, Paul McCartney, Nina Simone, The Doors
Men, regia di Alex Garlan con Jessie Buckley, Rory Kinnear. La paura mangia l’anima. Soprattutto se sei una moglie traumatizzata dalla dipartita di un marito, incapace di accettare l’idea di divorziare. Una figura femminile circondata da maschi che hanno tutti la stessa faccia e la medesima voglia di sopraffarti. E la campagna inglese si trasforma in un incubo a cielo aperto. Il cottage dei tuoi sogni diventa una prigione da cui pare impossibile fuggire. Col piglio anarchico delle opere che perturbano, si concede il lusso di giocare con la mitologia e il folklore
Non sarai sola, regia di Goran Stolevski con Sara Klimoska, Anamaria Marinca, Noomi Rapace. Nella Macedonia del XIX secolo, la giovane Nevena viene rapita da una strega che le dona straordinari poteri e vorrebbe accudirla come una figlia. La donna comprende però di non essere adatta al compito, così allontana la ragazza, che può scoprire il mondo circostante mischiandosi agli umani grazie alle sue capacità di mutaforma interrogandosi sui misteri della vita. Folgorante folk horror suggestivo e perturbante
Nope, regiadi Jordan Peele con Daniel Kaluuya, Keke Palmer, Steven Yeun. Il film centrifuga il western, l’horror, la fantascienza, la commedia. Ci costringe a riflettere sul nostro presente, sulla nostra smania di essere sempre protagonisti, magari sognando di essere inseguiti da un centauro paparazzo al servizio del sito TMZ. Senza predicozzi o anatemi, il regista ci mostra il mondo illusorio e digitale in cui tutti, più o meno, viviamo e ci arrabattiamo. Un villaggio di cartapesta, simile allo Jupiter’s Claim che vediamo nella pellicola
The Nortman, regia di Robert Eggers con Alexander Skarsgård, Nicole Kidman, Claes Ban. I Vichinghi non sono mai stati raccontati con tanta perizia. Un film di una potenza straordinaria in cui le poesie sono scritte con il sangue e la Storia si abbarbica alla leggenda in una danza ipnotica e affascinante, mentre i guerrieri sognano il Valhalla. Ma il viaggio dell'eroe può trasfigurarsi in un incubo, se sone le "Norne", l'equivalente vichingo delle Parche latine, a tessere il filo del destino
Gli orsi non esistono, regia di Jafar Panahi, con Jafar Panahi, Naser Hashemi. Gli orsi non esistono in Iran. Al limite qualche orsacchiotto di pezza. Purtroppo, esiste, invece, una sentenza che ha condannato il regista del film Jafar Panahi a sei anni per propaganda contro il sistema. Ed è la dimostrazione che ancora una volta il cinema può essere un mezzo efficace per raccontare la realtà, attraverso la finzione. E mai come in questo caso, associare l’aggettivo necessario a un film non è un vezzo né una forzatura, ma un atto di giustizia
15/20
Pearl, regia di Ti West con Mia Goth, David Corenswet, Tandi Wright. Folgorante preque di X, perché anche le assassine seriali hanno cominciato da piccole. Attraverso il technicolor dei fiammeggianti melò della Hollywood dei tempi d'oro, Mia Goth (straordinaria) insegue il suo american dream, mentre la febbre spagnola e la Prima Guerra Mondiale mietono vittime. Ma il sogno presto si trasforma in incubo e la protagonista non resta che accettare (però a colpi di accetta), il suo destino
Pinocchio di Guillermo Del Toro. Il dodicesimo lungometraggio diretto dal cineasta messicano trasfigura Pinocchio – Le avventure di un burattino in una struggente e visionaria favola dark. Un'opera che riecheggia le atmosfere gotiche del Frankenstein di Mary Shelley con una creatore dalle molte vite e un creatore inconsolabile ed etilista. Il film è fatto della materia di cui sono fatti i sogni e quindi, in ultima istanza il cinema. E il risultato è una festa per gli occhi, una contagiosa emozione materica
Saint Omer, regia di Alice Diop, con Kayije Kagame, Guslagie Malanga. Una scrittrice assiste al processo di una giovane donna accusata di aver ucciso la figlia di soli 15 mesi per trarre dal caso una rivisitazione contemporanea del mito di Medea. Ma mentre il processo va avanti, nulla procede come previsto e la scrittrice, incinta di quattro mesi, si ritroverà a mettere in discussione ogni certezza sulla propria maternità. Leone d'argento - Gran premio della giuria e Leone del futuro - Premio Venezia opera prima "Luigi De Laurentiis"
18/20
Gli spiriti dell'isola (The Banshees of Inisherin), regia di Martin McDonagh con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon. La verde Irlanda si colora di rabbia. Ambientata tra Inishmore Island e Achill Island, The Banshees of Inisherin - Gli Spiriti dell’Isola è una storia di ordinaria amicizia che si trasforma in una storia di straordinaria follia. Un'opera nel segno di Samuel Beckett vive e lotta insieme a noi in The Banshees of Inisherin. Ma questa volta non c’è nessun finale di partita e nessuno sta aspettando Godot
19/20
La stranezza, regia di Roberto Andò, con Toni Servillo, Salvo Ficarra, Valentino Picone. Per il regista "il film è una fantasia sull’atto creativo, sull’ispirazione. Un viaggio sospeso tra la vita reale del grande scrittore agrigentino e l’invenzione fantastica. Al centro c’è il rapporto tra Pirandello e i suoi personaggi, tra Pirandello e la Sicilia, tra le ossessioni private di un genio e la vita di un paese siciliano negli anni ’20 del secolo scorso. Alcuni dei fatti che vi sono raccontati sono veri, come pure alcuni dei personaggi
20/20
Triangle of Sadness, regia di Ruben Östlund con Harris Dickinson, Charlbi Dean Kriek, Woody Harrelson. Vincitore della Palma d'Oro all'ultimo Festival di Cannes, una satira irresistibile che frantuma ruoli sociali, stereotipi di genere e barriere di classe. Una coppia di modelli partecipa a una crociera di lusso insieme a un bizzarro gruppo di super ricchi e a un comandante con il debole per gli alcolici e Karl Marx. Tutto all'inizio sembra piacevole e "instagrammabile", ma una catastrofe trasforma il viaggio in un'avventura in cui ogni gerarchia viene capovolta