E.T, venduto all'asta per 2,6 milioni il modello originale del robot

Cinema

Manuel Santangelo

©Kika Press

L’animatronic usato nel film cult del 1982 è stato acquistato per 2,6 milioni di dollari da un misterioso compratore. E.T. è stato il pezzo forte di un’asta che ha coinvolto circa 1300 cimeli cinematografici. Questo prodigio ingegneristico creato da un italiano è tuttavia ancora visibile (fino al 29 gennaio) in una mostra per i quarant’anni della pellicola a Milano

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Sui siti di e-commerce è abbastanza facile trovare delle repliche di E.T., acquistabili a un prezzo tutto sommato abbordabile che si attesta più o meno sui venti euro. Esistono alieni di peluche, alieni con outfit che non citano neanche il film di Spielberg e persino esatte copie in scala del robot usato nella pellicola cult del 1982. Se tuttavia il vostro sogno era stato sempre quello di acquistare il vero animatronic dell’extraterrestre più famoso del la storia del cinema, sappiate che avete perso la vostra grande occasione. Il modello è stato acquistato per quasi due milioni e mezzo di euro da un compratore ancora misterioso, che se lo è aggiudicato in un asta che era stata aperta il 17 dicembre. A lui evidentemente un E.T. di peluche proprio non bastava.

Prendo un E.T. e i guanti di De Niro, grazie

A comunicare l’acquisto del robot dalle sembianze aliene ci hanno pensato gli organizzatori della vendita. L’asta è stata tenuta dalla Julien's e Turner Classic Movies e si è protratta per due giorni. Tra gli articoli potenzialmente acquistabili non c’era solo l’oggetto di punta da due milioni e passa ma anche altri cimeli cinematografici: si va dai guantoni da boxe indossati da Jake La Motta/Robert De Niro in Toro Scatenato al bastone con cui Charlton Heston apriva le acque del Mar Rosso nel kolossal biblico I dieci comandamenti. Quest’ultimo articolo è stato battuto a una cifra pari a 448.000 dollari, circa 422.000 euro. Un prezzo piuttosto alto che fa quasi passare per un affare l’acquisto di una scopa a circa 120.000 euro: in fondo si tratta pur sempre della Nimbus 2000 su cui volava Harry Potter, nelle sue partite come cercatore della squadra di Quidditch di Grifondoro. Speriamo solo che al compratore non venga voglia di usare il nuovo acquisto per replicare le spettacolari acrobazie aeree descritte nel libro (e viste nei film).

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Alla fine però, nessuno dei 1.300 accessori cinematografici messi all’asta ha raggiunto la quotazione record di E.T., neanche il più moderno e comunque amatissimo martello di Thor. Probabilmente dietro tanto successo si nasconde anche la straordinarietà di quell’animatronic in sé e per sé, che resta un capolavoro di ingegneria ancora oggi. A costruirlo fu l’uomo che lo stesso Steven Spielberg definì “il Geppetto del film”: Carlo Rambaldi. Questo straordinario artista nato in provincia di Ferrara è stato responsabile di alcuni dei più grandi prodigi visti al cinema tra gli anni Settanta e Ottanta, ben prima che il computer e l’avvento della CGI arrivassero a rendere credibile potenzialmente qualunque cosa. Nel curriculum di questo autentico genio troviamo gli effetti speciali per il King Kong del 1977 e la collaborazione a capisaldi della fantascienza come il seminale Dune di David Lynch o il primo Alien . Per il lavoro su quest’ultimo Rambaldi arrivò addirittura a portare a casa un Oscar per i migliori effetti speciali, impresa poi bissata grazie a un extraterrestre decisamente meno minaccioso: quello dolcissimo del film di Spielberg. A onor del vero, le statuette di Rambaldi furono alla fine tre con lo Special Achievement Award del 1977 ricevuto per King Kong. Quella di questo artista italiano è stata insomma una carriera straordinaria, che però per il pubblico avrà sempre un apice ben chiaro: essere stato il papà di E.T.

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La creazione andata all’asta è stata completata nel 1981 ed è fatta in duralluminio. A colpire è soprattutto il fatto che abbia addirittura 85 punti di movimento applicabili a espressioni facciali, naso, occhi, bocca, movimento delle palpebre, movimento del collo, rotazioni delle spalle, delle braccia, delle mani, delle dita, del torace e dell’addome. Tutto si muove in maniera naturale, esattamente come si vede nel film, grazie a una combinazione di cavi legati a elementi meccanici.

La buona notizia è che, anche se non potrete mai portarla a casa vostra, avete comunque la possibilità di osservare dal vivo ancora per un po’ questa meraviglia della tecnica. E.T. La Mostra 1982-2022 terrà infatti a Milano ancora un po’ l’iconico robot, approdato a non troppi chilometri da dove è nato il suo inventore nell’ambito di un’esposizione pensata per festeggiare i quarant’anni del film. La mostra è visitabile fino al 29 gennaio e, oltre al costosissimo extraterrestre, presenta anche tanto altro materiale restaurato con il beneplacito della Fondazione Carlo Rambaldi. Ora che finalmente, dopo anni di telefonate, il nostro alieno preferito ha trovato la famosa “casa” è difficile capire quando potrà tornare a visitarci. Approfittatene, prima che scappi su una bici volante (o sul jet di un abbiente ammiratore).

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