Scarface, potrebbe esserci presto un remake firmato da Luca Guadagnino

Cinema

Manuel Santangelo

La sceneggiatura del film, che inizialmente sembrava dover essere firmata dai fratelli Coen, è stata aggiornata di recente. Qualora il progetto andasse in porto, avremmo finalmente una terza versione della storia dopo due Scarface che hanno fatto la storia del cinema: quello di Howard Hawks e quello di Brian De Palma

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Sono passati due anni da quando Luca Guadagnino si diceva possibilista su una sua possibile versione di Scarface. Dopo il remake di Suspiria, il regista aveva pubblicamente esternato la sua voglia di confrontarsi con un altro classico: “Penso che il progetto sia fantastico. Ho un grande produttore in Dylan Clark e un grande studio in Universal, quindi se gli dei del cinema lo vogliono, io ci sono.” Nello stesso periodo, il cineasta aveva anticipato anche che lo script su cui si sarebbe basato il nuovo eventuale film avrebbe portato la firma nientemeno che dei fratelli Joel ed Ethan Coen. Oggi, dopo un silenzio piuttosto lungo sul progetto, arriva la notizia che proprio la sceneggiatura sarebbe stata aggiornata di recente. Non è dato sapere se si tratti di un ampliamento della bozza pensata dai Coen ma, a prescindere da questo, la rielaborazione si può comunque considerare un deciso passo in avanti verso la realizzazione della pellicola. Speriamo solo non faccia la fine di altri precedenti tentativi di avere un nuovo Scarface, su cui è caduto un pesante silenzio.

Tutti amano Tony

Guadagnino non è il primo regista a voler riprendere in mano la storia di Tony Montana, dopo i grandi Scarface firmati da Howard Hawks e Brian De Palma. La stessa Universal, che dovrebbe essere dietro il prossimo remake, aveva addirittura pensato qualche tempo fa a un sequel. Di Son of Tony si sono tuttavia in fretta perse le tracce, prima ancora che si sapesse qualcosa di concreto su trama e cast. L’idea di una nuova versione di Scarface slegata dalle precedenti non è comunque un’idea inedita: prima dell’autore di Call Me By Your Name ci avevano pensato già due registi validi ma molto diversi come David Yates (l’uomo dietro diversi capitoli della saga di Harry Potter) e Antoine Farqua, famoso per film d’azione come la saga The Equalizer o il bel poliziesco Training Day. D’altronde Scarface affascina tanto proprio perché  in fondo si tratta di una gangster story archetipica, un materiale estremamente malleabile e in grado di adattarsi alla visione di artisti anche molto diversi tra loro. L’originale del 1932 è stato uno dei film più importanti della storia del cinema ma aveva il suo punto di forza in un alone di mistero che al film di De Palma giocoforza mancava. Il Tony Montana interpretato da Al Pacino era un figlio dei suoi tempi, eccessivo e violento in una maniera in cui solo negli anni Ottanta si poteva essere. Come ha ricordato in passato anche lo stesso Guadagnino, la differenza sostanziale tra i due capolavori era tuttavia figlia soprattutto della differente ambientazione. Negli anni Trenta il protagonista era un criminale di origine italiana che si muoveva nelle maglie di un'America in cui vigeva il Protezionismo. Un contesto molto diverso dagli Stati Uniti in cui opera il cubano Tony Montana di Pacino, impegnato a fare affari durante il boom della cocaina. Guadagnino dovrebbe riportare il personaggio di Tony in un mondo ancora diverso, probabilmente più interconnesso ma anche più difficile da controllare.

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Un archetipo del Sogno Americano andato a male

Luca Guadagnino aveva anticipato già in diverse interviste quale è la sua visione del personaggio, un Tony Montana calato nel nuovo millennio. Il cineasta italiano lo vede come un immigrato ossessionato dalla voglia di rincorrere il suo sogno americano, ad ogni costo: “L’importante è sapere che Tony Montana è un personaggio archetipico. Le cose importanti sono: A) Deve essere ben fatto, la sceneggiatura deve essere eccezionale, e lo è; B) Il nostro Tony Montana deve essere aggiornato. Non voglio imitare niente; C) Questo film deve essere scioccante. Il film di Brian De Palma è stato classificato R, quindi voglio anche io una grande R per il mio film”. Non si tratterà quindi di uno Scarface meno violento anche se, proprio nel suo rifacimento di Suspiria, il cineasta nostrano aveva dimostrato di poter rendere anche i più crudi bagni di sangue in maniera artistica. Sicuramente la visionarietà di Guadagnino, capace di apparire anche eccessiva quando necessario, regalerebbe un sapore nuovo al racconto di una vicenda che può essere potenzialmente riproposta all’infinito, senza smettere di dirci ogni volta qualcosa in più sul nostro mondo. Perché, come dice Tony Montana, “The world is yours”, anche se resta sempre difficile capire come viverci dentro.

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