Kristen Stewart compie 32 anni, la carriera dell'attrice raccontata in un libro

Cinema

Paolo Nizza

Scritto da Alessandro Amato e pubblicato nella collana "Bietti Fotogrammi, "La diva che non piace: Una nessuna centomila Kristen Stewart", è un originale ritratto di una star inafferrabile e straordinaria, nata il 9 aprile del 1990

Ci sono attrici che sono un mistero, un enigma, un rebus. Un’incarnazione della stele di Rosetta, geroglifici che necessitano di un epigono di Jean-François Champollion per essere decodificate. E Alessandro Amato si è rivelato un solutore più che abile. Grazie al suo libro La diva che non piace: Una nessuna Centomila Kristen Stewart, pubblicato da Bietti Fotogrammi, collana diretta e curata dalla geniale Ilaria Floreano, la giovane star si manifesta al lettore in tutta la sua proteiforme complessità. Come se fossimo in una camera oscura, pagina, dopo pagina si materializzano sotto gli occhi del lettore, i molti volti di una ragazza che debutta, non accreditata e arriva a una meritata candidatura all’Oscar per il personaggio di Lady D in Spencer. Certo, non tutti i segreti sono stati rivelati, ma il volume consente di tracciare finalmente un profilo più netto e definito di Kristen, nata a Los Angeles il 9 aprile del 1990.

Kristen Stewart, Una Nessuna Centomila

“La verità e raramente pura e mai semplice” È un aforisma Oscar Wilde, citato all’inizio e alla fine del libro, a introdurci nell’universo Kristen Stewart. L’autore ci avvisa subito che non avremmo tutte le risposte alle nostre domande, che comprendere l’evoluzione di un un’attrice passata da star adolescenziale a celebrità più sbeffeggiata del web, è come “fissare un fiume per stabilire la cronologia dell’acqua.” Ma tutti i fotogrammi pubblicati da Bietti, sono una sfida, un’intrepida avventura alla ricerca di nuovi, stimolanti percorsi cinematografici. Come diceva Van Gogh: “La normalità è una strada lastricata: è comoda per camminare, ma non vi cresce nessun fiore” E “La diva che non piace” è, altresì, una rara e preziosa orchidea. Con virtuosa sagacia e volitiva disinvoltura, ecco come l’autore sceglie di avventurarsi alla scoperta della ex Bella di Twilight:

“Con la prima parte Una, cominceremo da una ricognizione delle aspettative del pubblico. A chi e perché non piace? Come mai si dice che ha una sola espressione? Per avventurarci poi nei meandri della gestualità e delle tecniche recitative e intuire che genere di lavoro compia Kristen Stewart quando entra in scena e cosa sarebbe bene osservare per (eventualmente) imparare ad apprezzarla. La seconda parte, Nessuna, propone una riflessione sulle sue assenze: dai social media, nella comunità queer, nei film stessi. Cosa rappresenta una figura fantasmatica come la sua in quest’epoca caratterizzata da smaterializzazione da un lato e ossessione di “esserci” dall’altro? La terza e ultima parte, Centomila, lancia invece una provocazione. Se l’autenticità con cui agisce davanti alla macchina da presa rende Kristen Stewart unica, allora e anche insostituibile. E come può un’attrice che “è sempre se stessa” imporsi per interpretare qualcuno che è realmente esistito, come Diana Spencer?

Spencer

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Chi ha visto Spencer, sa quanto sia stata efficace Kristen Stewart nell’indossare gli scomodi panni di Lady Diana, in uno dei momenti più tristi della vita della principessa. Basti a pensare a come l’attrice inglese risulti indimenticabile quando dialoga con il fantasma di Anna Bolena. Peraltro, Kristen aveva dimostrato tutto il suo talento anche nel biopic dedicato a Jean Seberg. t. In fondo ci sono dei parallelismi fra l’ex Bella di Twilight e la musa di Jean Godard, Entrambe sono diventate famose da giovanissime e poi hanno intrapreso una carriera più originale e coraggiosa.  Ed è giusto che entrambe non vengano ricordare solo per il taglio di capelli, o per una schidionata di corrive maldicenze. Sicché, lontano anni luce da occhiute partigianerie, o peggio da vacui e velenosi pettegolezzi, il libro cerca di spiegarci perché un cineasta raffinatissimo come Olivier Assayas labbia scelta Kristen per Sils Maria E Personal Shopper. Senza dimenticare quello che dichiarò David Fincher mentre cercava l’interprete bambina da affiancare a Jodie “abbiamo scoperto la più incredibile delle attrici”. Insomma, aver raggiunto la fama mondiale grazie alla saga di Twilight, non davvero un marchio d’infamia, tanto meno una sorta di  cinematografica lettera scarlatta. E poi a 18 anni, non poteva certo interpretare Lady Macbeth. Per citare ancora una volta le illuminati parole dell’autore del libro:

“Kristen e più umana dell’umano, e perciò paradossalmente astratta nell’ordinarietà che propone. Tramite questo percorso di mediazione, in cui il suo corpo accoglie sopravvivenze spettrali, riesce a sorreggere con la propria energia l’esistenza di personaggi fantasiosi o reali, rendendoli presenti.”

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