Addio a Giampiero Galeazzi, quando sfidò Bugs Bunny e Michael Jordan in Space Jam

Cinema

Gabriele Lippi

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Il cronista sportivo aveva doppiato il personaggio di Mr. Swackhammer, malvagio impresario di un Luna Park alieno deciso a rapire i Looney Tunes nel film Warner del 1996. Accanto a lui, un altro grande del giornalismo sportivo scomparso 18 anni prima di lui: Sandro Ciotti

Giampiero Galeazzi, spentosi a Roma il 12 novembre all’età di 75 anni, era un grande giornalista, un cronista dalla voce inconfondibile, in grado di accompagnare con i suoi racconti epici alcune tra le più grandi imprese dello sport italiano (LE FOTO). Ma Giampiero Galeazzi, per gli amanti del cinema, i fan dei Looney Tunes, i bambini cresciuti negli anni ’90, è stato anche Mr. Swackhammer di Space Jam, malvagio impresario di un Luna Park in declino situato su una galassia lontana lontana, deciso a rapire Bugs Bunny e compagni per farne l’attrazione principale alla base del rilancio della sua attività.

Galeazzi Space Jam
Mr. Swackhammer, il personaggio di Space Jam che nella versione italiana del film è doppiato da Giampiero Galeazzi - ©Webphoto

Confronto alla pari con Danny DeVito

Se nella versione originale Mr. Swackhammer ha la voce di Danny DeVito, in quella italiana a doppiare il fondatore e manager dei Monstars è Giampiero Galeazzi. E per quanto potesse sembrare incredibile all’inizio, il giornalista non esce affatto perdente dal confronto con un mostro sacro di Hollywood. Swackhammer è un imprenditore privo di scrupoli, dispotico con i suoi sottoposti, piccole e innocue creature che trasforma in giganti dai muscoli ipertrofici e dal talento cestistico rubato ai professionisti Nba. Ma quando il giorno della partita che dovrà decidere del futuro dei Looney Tunes, rimane a bocca aperta nello scoprire che questi ultimi hanno reclutato un uomo afroamericano che sfiora i due metri d’altezza e che pare avere da solo tutto il talento dei suoi Monstars messi insieme: Michael Jordan.

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CON LUI C'ERA ANCHE SANDRO CIOTTI

L’interpretazione di Galeazzi, in quell’occasione, fu magistrale. La sua caratteristica voce nasale, profonda e roca calzava perfettamente sul personaggio. Almeno quanto quella di un suo grande collega scomparso nel 2003, Sandro Ciotti, era perfetta per il doppiaggio del topino telecronista. Due scelte forse azzardate (nel suo curriculum cinematografico, Galeazzi aveva alle spalle un paio di camei nel ruolo di se stesso raccolti tra Morto Troisi, viva Troisi! e L’Allenatore nel Pallone) ma azzeccatissime, tradottesi in due performance eccellenti sotto la guida del direttore del doppiaggio Renzo Stacchi. E un motivo in più per spingere il pubblico, anche quello più giovane e meno vicino allo sport, ad amare due grandi giornalisti che ora non ci sono più.

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