La comicità di Vincenzo Salemme arriva "Con tutto il cuore": l'ntervista a Sky TG24. VIDEO

Cinema

Denise Negri

"Vi spiego quanto sia difficile essere napoletani e cerco di dare voci a tante persone comuni". Ecco come il regista, attore e autore racconta il suo nuovo film, ora in sala. Una commedia degli equivoci per riflettere sull'Italia

Dal teatro al cinema e da Napoli a tutta l’Italia. E’ questa la chiave vincente di Vincenzo Salemme che arriva al cinema con il filmCon tutto il cuore” (già sua opera teatrale) e dimostra ancora una volta che la comicità non ha confini geografici.

Il film, con Serena Autieri, Cristina Donadio e Maurizio Casagrande, è una commedia degli equivoci in cui Salemme interpreta un professore di Latino e Greco che riceve il cuore di un famigerato delinquente grazie a un intervento chirurgico, provando sulla sua pelle cosa significhi essere temuto e rispettato, lui che viceversa è sempre stato considerato banale e noioso.

Ecco come il regista e attore ha raccontato il suo film

 

Su che cosa avevi voglia di scherzare ma anche di far riflettere, cosa che cerchi sempre di fare nei tuoi lavori?

“Tutto ruota attorno al personaggio che interpreto, volevo fosse proprio lui il fulcro del mio film e della storia che avevo voglia di raccontare.

Ottavio è un insegnante di Lettere Antiche e già questo lo rende un po' “inusuale” nella nostra società, poi è un uomo comune che deve fare la spesa o usare la macchina ma nell’affrontare queste piccole abitudini quotidiane è sempre ostacolato da qualcosa o qualcuno. Il punto era questo, era ricordare che la maggioranza è composta da milioni di minoranze perché ognuno di noi è un universo a sé stante, siamo tante minoranze e quasi mai pensiamo appunto a dare voce alle persone comuni, nessuno gli fa mai una carezza.

Spesso non possono parlare e si devono persino sentire in colpa per tutto: mentre mangi e ascolti il telegiornale ti senti in colpa per quello che ti raccontano, bevi da una bottiglietta di plastica e pensi subito all’ambiente, insomma tutto ti rende colpevole in qualche modo. Credo invece che tutti avremmo bisogno di più carezze e di essere chiamati più alla partecipazione perché come diceva Gaber: “La libertà è partecipazione”.

 

Pensando a quello che succede al tuo personaggio, ti chiedo se è vero che il potere cambia le persone?

“Il potere cambia le persone nel senso che se tu ti interessi al potere devi inevitabilmente cambiare. Però se una persona è perbene, è onesta e rispetta le leggi e le regole di una collettività, anche con il potere secondo me rimane così.

Credo che l’esercizio del potere dipenda anche da cosa “vuoi poter fare”.

Diciamo che se vuoi essere uno che prevarica è chiaro che ti devi trasformare una volta che ne hai l’occasione. Io credo comunque che si possa essere potenti e allo stesso tempo perbene, non è scritto da nessuna parte che una persona sia un malfattore se ha potere, si può ambire al potere solo per fare del bene magari. Insomma c’è potere e potere e c’è anche la voglia di poter cambiare il mondo ecco!”

Nel film, in alcune scene, ridi e scherzi smontando una serie di luoghi comuni legati alla tua città e all’essere napoletano. Quali sono questi luoghi comuni?
“Ho scritto un libro che si intitola “Napoletano? E famme ‘na pizza” proprio per raccontare con ironia questi clichè.

Allora, per dimostrare di essere di Milano, ad esempio, ti basta l’accento, ti devono piacere il risotto e la cotoletta e poco altro.

Per dimostrare di essere napoletano tutto si complica, intanto ti deve piacere la pizza, la mozzarella, il caffè nella tazza ustionante, devi essere devoto a San Gennaro, alla squadra di calcio del Napoli, al Vesuvio, ti deve piacere il mare e devi saper nuotare… devi essere scaramantico, simpatico e geniale!

In ultimo devi anche essere un po' ladruncolo. Ti faccio un esempio: a me hanno rubato il cellulare una volta in una città che non era Napoli e tutti mi dicevano “ma che napoletano sei che ti sei fatto fregare il telefonino?

Questo per dire che essere napoletani è complicatissimo perché ti devono piacere tante, tante cose. Quando Serena Autieri, nel film, ad un certo punto mi dice: “I Napoletani sono famosi perché rendono tutto più semplice” io le rispondo: “Ma chi l’ha detta questa cosa? Non sta scritta da nessuna parte!”.

 

Il titolo del tuo film è “Con tutto il cuore”. Tu cosa fai con il cuore?

“Io credo molto nei grandi sentimenti e siccome la vita è una mi piace scoprire tutto di me, forse è per questo che faccio l’attore perché attraverso i personaggi che interpreto posso provare e vedere tutto, sia le luci che le ombre dentro di me. Secondo me se riuscissimo a dire sempre tutto “con il cuore” sarebbe un mondo sicuramente migliore”.

 

SINOSSI

 

Ottavio Camaldoli (Vincenzo Salemme) è un professore di latino e greco. Una brava persona. Onesto e galantuomo, “un fesso” insomma, questa è la considerazione che hanno di lui le persone che lo circondano. Ma cosa accadrebbe se a questo uomo indifeso, vittima dei piccoli soprusi quotidiani, nella vita sociale, sul lavoro e persino in famiglia venisse trapiantato il cuore di un altro? Soprattutto se quest’altro, il donatore, fosse stato un delinquente efferato dal sinistro soprannome di “‘O Barbiere”? Ottavio Camaldoli, dopo averne ereditato il cuore si trasformerebbe automaticamente in un malfattore? La scienza ci dice che queste sono solo sciocche ed antiche credenze. Ma se invece donna Carmela (Cristina Donadio), la spietata mamma del Barbiere, fosse convinta che il figlio sia ancora vivo grazie al cuore che batte adesso nel petto del professore? Insomma, il nostro protagonista, dopo il trapianto, diventerà Antonio Carannante detto “‘O Barbiere” o resterà comunque Ottavio Camaldoli, laureato professore?

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