"No Time to Die" finalmente in sala dopo un anno e mezzo di rinvii. In attesa del giudizio del pubblico parliamo con le star del nuovo film di James Bond
“NoTime to Die” arriva nei cinema italiani dal 30 settembre (LE FOTO del red carpet per la premiere a Londra) . Un’uscita più volte rinviata in tutto il mondo per la chiusura delle sale dovuta all'emergenza virus (qui gli aggiornamenti sulla pandemia). Le peripezie del nuovo episodio della saga di James Bond ne fanno in qualche modo il film simbolo degli effetti della pandemia sulle vite e sulle attività. Sembra proprio che a James Bond tocchi anche questa missione: dare un segno forte di vitalità sia ai botteghini che all’entusiasmo del pubblico che tornerà in sala. Il regista Cary Fukunaga è perfettamente consapevole dei sentimenti che il suo film può muovere: “L’attesa che nasce quando il rinvio è così lungo è ovviamente molto più grande – ci dice in un’intervista- Non possiamo certo sapere come si risolverà questa attesa e se il film piacerà agli spettatori. Per le reazioni dobbiamo aspettare che vadano al cinema.”
Daniel Craig: "Che sollievo!"
Con il suo quinto film da 007, Daniel Craig lascia il personaggio. Questo è noto da anni, ma tutti continuano a chiedergli se è proprio finita: “ E’ il mio ultimo Bond. Sono molto sollevato ora che siamo arrivati qui, dopo due anni molto duri per tutti.”
E’ questa la sua parola finale, poi entra nel film: “Abbiamo cominciato la storia quasi direttamente da dove era finito 'Spectre'. Troviamo Madeleine e Bond a Matera, poi il mondo crolla. Ci sono due persone molto complicate e tutto si svela molto rapidamente.” Daniel Craig ha preso in mano il suo personaggio quindici anni fa e con grande personalità lo ha interpretato in maniera nuova: una spia efficiente, talvolta brutale, senza scrupoli nè pietà, ma anche un uomo combattuto interiormente, sempre in lotta con un passato che non smette di tornare. E stavolta? Al regista Fukunaga chiediamo un giudizio sull’interpretazione di Craig in 'No Time to Die'.
“Credo che sia una bellissima prestazione– spiega -. Proprio come nel primo film Daniel ha evidenziato molti aspetti del personaggio, rivelandone alcuni che non avevamo visto negli episodi precedenti.”
Il Martini, l’Aston Martin, il ‘Mi chiamo Bond, James Bond’, i film di 007 sono pieni di autocitazioni ricorrenti che il pubblico si aspetta. Fukunaga, avete cercato di evitare questi cliché?
“Non credo che abbiamo evitato qualcosa. - risponde il regista-. Ci sono tutte le tradizioni ripetitive, a volte un po’ rinfrescate. Abbiamo progettato tutto per fare cose nuove o differenti.”
Non c’è Bond senza un potente malvagio da sconfiggere. In ‘No time to die’ la minaccia al mondo si chiama Safin ed è legato al passato di Madeleine, la donna legata a Bond. Un gioco psicologico a tre che promette scintille. Safin è interpretato da Rami Malek, vincitore di un Oscar come protagonista di ‘Bohemian Rhapsody’. "Penso che noi attori cerchiamo sempre di umanizzare il cattivo da interpretare" – dice Malek- “ Questo li rende più facilmente riconoscibili. Ovviamente, a volte si vuole che siano puro male e incutano terrore nel pubblico e quello che volevo davvero per Safin era renderlo inquietante".
approfondimento
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Tris di donne
Tre forti e fascinosi personaggi femminili arricchiscono ‘No time to die’: Léa Seydoux è di nuovo Madeleine Swann; Ana de Armas è Paloma, una esuberante agente CIA cubana; Lashana Lynch è Nomi, collega di Bond, nel senso che anche lei è una agente 00, cioè con licenza di uccidere. Su questo personaggio si è appuntata l’attenzione generale e si è diffusa la previsione che potrebbe essere lei il prossimo 007. Il mistero sulla successione rimarrà tale fino a quando la produzione del film non annuncerà il nome del prossimo, o prossima, protagonista. Con Lashana Lynch è quasi un gioco girare attorno a questo argomento.
Signora Lynch, sarà lei il prossimo agente 007?
“Lei che ne pensa?” Risponde con un sorriso che forse nasconde la noia della ennesima risposta necessariamente uguale.
Non saprei, lo domando a lei.
“Sembra che tutti sappiano qualcosa che io non so. Mi limito a recitare la parte di Nomi, un’agente con licenza di uccidere che non pensa affatto a queste cose. Io sono molto orgogliosa che una donna nera sia un agente 00. E’ davvero impressionante, provoca un cambiamento notevole e sono contento che le ragazze possano vederlo.”
Visto che non è il momento delle rivelazioni, rimaniamo su ‘No time to die’. Sin dai primi film di James Bond abbiamo visto donne agenti segrete. Secondo lei, signora Lynch, qual è l’originalità di Nomi?
“L’ originalità di Nomi è potenza e grazia. Viene da una bella famiglia che le ha insegnato che anche un lavoro duro come quello per il servizio segreto MI6 non era oltre le sue possibilità. E così lei si regge sulle capacità naturali che ne avrebbero fatto un’ottima agente segreta, come l’essere schietta, audace, capace di improvvisare, brava nelle situazioni pericolose. Credo che queste capacità vengano svelate come in un viaggio nel corso di questo film. La si conosce anche come persona e quanto possa essere imbarazzante quando parla al momento sbagliato e non sa come tornare indietro. E’ proprio un essere umano, una donna dei nostri giorni, del 2021.”
Una super donna?
“E’ una super donna dentro, direi.”
Nomi ha debolezze?
“La debolezza c’è in ogni personaggio, indipendentemente dal sesso, dall’età, dalla generazione. Nella vita c’è bisogno di equilibrio.”
Cary Fukunaga, secondo lei come dovrà essere James Bond per sopravvivere nei prossimi anni, in questo periodo di cambiamenti rapidissimi nel mondo del cinema?
“Credo che Bond sarà sempre un nome di grande richiamo. Un personaggio del cinema conosciutissimo e molto amato, che è sempre piaciuto al pubblico. Credo che abbiamo fatto un buon lavoro: in questo film Bond continua a essere al passo con i tempi e, in definitiva, coinvolgente. Ecco come dovrà essere 007 anche nel futuro.”