Ariaferma, il trailer del film con Toni Servillo e Silvio Orlando fuori concorso a Venezia

Cinema

Il film, terza regia di Leonardo Di Costanzo, racconta le assurdità del carcere. In sala dal 14 ottobre SEGUI LA DIRETTA

Leonardo Di Costanzo torna a Venezia con Ariaferma, un film che racconta le assurdità del carcere. Protagonisti, per la prima volta insieme, Toni Servillo e Silvio Orlando. In sala dal 14 ottobre distribuito da Vision Distribution.

 

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Ariaferma, info e trama

Il film sarà presentato Fuori Concorso alla 78. Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica di Venezia. Scritto dal regista con Bruno Oliviero e Valia Santella, il film è prodotto da Tempesta, Amka Film Productions e Rai Cinema. Le musiche originali del film sono del compositore Pasquale Scialò alla sua seconda colonna sonora per un lungometraggio di fiction dopo il dramma Lontano in Fondo agli Occhi (2000). Sul set del film, tempesta, ha adottato con successo EcoMuvi, il disciplinare europeo di sostenibilità ambientale interamente certificabile per la produzione audiovisiva. Le riprese del film sono state realizzate nell'ex carcere San Sebastiano di Sassari. Nel cast Fabrizio Ferracane, Salvatore Striano e con Roberto De Francesco, Pietro Giuliano, Nicola Sechi, Leonardo Capuano, Antonio Buil, Giovanni Vastarella, Francesca Ventriglia. Silvio Orlando interpreta uno dei detenuti, mentre il personaggio di Servillo è un poliziotto del carcere. Ecco la trama: un vecchio carcere ottocentesco, situato in una zona impervia e imprecisata del territorio italiano, è in dismissione. Per problemi burocratici i trasferimenti si bloccano e una dozzina di detenuti con pochi agenti rimangono in attesa di nuove destinazioni. In un’atmosfera sospesa, le regole di separazione si allentano e tra gli uomini rimasti si intravedono nuove forme di relazioni.

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Ariaferma, le parole di Leonardo Di Costanzo

In merito al film, Leonardo Di Costanzo ha detto: “Il carcere di Mortana nella realtà non esiste: è un luogo immaginario, costruito dopo aver visitato molte carceri. Quasi ovunque abbiamo trovato grande disponibilità a parlare, a raccontarsi; è capitato che gli incontri coinvolgessero insieme agenti, direzione e qualche detenuto. Allora era facile che si creasse uno strano clima di convivialità, facevano quasi a gara nel raccontare storie. Si rideva anche. Poi, quando il convivio finiva, tutti rientravano nei loro ruoli e gli uomini in divisa, chiavi in mano, riaccompagnavano nelle celle gli altri, i detenuti. Di fronte a questo drastico ritorno alla realtà, noi esterni avvertivamo spaesamento. E proprio questo senso di spaesamento ha guidato la realizzazione del film: Ariaferma non racconta le condizioni delle carceri italiane. È forse un film sull’assurdità del carcere”. Il regista Leonardo Di Costanzo è alla sua terza regia dopo L’intervallo (2012), che gli è valso un David di Donatello e un Ciak d’oro per Miglior regista esordiente, I ponti di Sarajevo (2014) e L’intrusa (2017).

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