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Madre, il trailer e la trama del film del regista Premio Oscar Bong Joon-ho

Cinema

E' al cinema, il thriller dalle atmosfere hitchcockiane diretto dal regista di Parasite

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Il progetto alla base di Madre ( in sala dal primo luglio)  è iniziato con l'attrice Kim Hye-ja, veterana dell'industria cinematografica e televisiva coreana. Per la maggior parte dei coreani, Kim Hye-ja è un'icona della maternità e delle sue virtù, ma Bong Joon-ho ne ha sottolineata una diversa sfaccettatura, utilizzando la vicenda narrata dal film per catturare un’intensità psicologica e una sensibilità emotiva del tutto nuove, così come il lato più ‘distruttivo’ della sua personalità. Madre giustappone il corpo fragile di Kim Hye-ja e il potere esplosivo che è in grado di generare. Così facendo, Bong ha dato a Kim l'opportunità di esprimere, una volta nella vita, le energie negative contenute nella sua formidabile personalità, e così Madre offre una performance incomparabile da parte di una grande attrice, che al mestiere di recitare ha dedicato tutta la sua vita.

Madre, la trama del film

Un campo di grano dorato si dispiega attorno alla figura esile di una donna di mezza età, che cammina guardando verso l’orizzonte. Dopo essersi guardata intorno con fare circospetto, prende coraggio. Parte una musica malinconica ma frizzante, e la donna inizia a eseguire con precisione i passi di una danza bizzarra, che la vede alternare stati d’animo abbandonati a scatti di seria contrizione o di ferma risoluzione, in bilico tra comico e tragico.

Madre (non ha altro nome nel film) parte con questo incipit memorabile e spiazzante…

Do-joon ha 27 anni ed è l'unica ragione di vita di sua madre, che, per mantenersi, gestisce un piccolo dispensario di piante medicinali e pratica l'agopuntura. Il giovane è ben lungi dall'essere indipendente e la sua ingenuità lo porta a comportarsi a volte in modo stupido e pericoloso, il che rende sua madre ansiosa.

Una notte, mentre torna a casa ubriaco, incontra una studentessa che segue per un po' prima che scompaia in un vicolo buio. La mattina dopo, viene trovata morta e Do-joon viene accusato del suo omicidio.

Tra poliziotti pigri che pensano solo a portare a termine le loro indagini e un avvocato incompetente e venale che rinuncia di occuparsi di un caso così poco redditizio, la madre si rifiuta di credere che il suo amato figlio sia colpevole e intraprende immediatamente le proprie indagini per trovare l'assassino della ragazza.

Armata di straordinario coraggio e di uno smodato istinto materno, si mette in viaggio, da sola, alla ricerca dell'assassino della giovane donna, ascoltando l’amore incondizionato che solo una madre può provare: fino a che punto sarà disposta a spingersi per salvare suo figlio

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La madre, le parole del regista del film Bong Joon-ho 

utti hanno una madre, e tutti hanno un'idea precisa di cosa sia una madre: è la persona che ciascuno di noi ama di più, la più gentile, e al contempo la più irritante. Sono molti i sentimenti che si contrappongono quando si ha a che fare con questa figura, e questo perché la relazione tra un figlio e sua madre è alla base di tutte le relazioni umane. Innumerevoli romanzi, film e programmi televisivi si sono avvicinati alla figura materna, ma io volevo esplorarla in un modo che fosse mio peculiare, funzionale a scoprire dove potevo portarla a livello cinematografico, per poi spingerla fino all’estremo.

E cosi prosegue: “Volevo fare un film che scavasse in profondità, in ciò che è caldo e potente, come il cuore di una palla di fuoco. In questo senso, la mamma è una sfida cinematografica per me, perché nei miei film precedenti erano tutte storie che tendevano a estendersi: se un caso di omicidio (Memorie di un assassino - Memories of Murder) mi ha portato a parlare degli anni '80 e della Corea, e l'apparizione di un mostro (The Host), mi ha spinto a parlare di una famiglia, della società coreana e degli Stati Uniti, la mamma è, al contrario, un film dove tutte le forze convergono verso il cuore delle cose. Avere a che fare con la figura materna è un déjà vu ma vedo questo film come un nuovo approccio e spero che venga percepito anche dagli spettatori, come qualcosa di familiare ma estraneo.

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