Anche Netflix sarebbe al lavoro per produrre un film dedicato alla vita e alla carriera della pop star, in arrivo prossimamente sulla piattaforma di streaming. A dirigerlo sarà Erin Lee Carr, autrice e regista di numerosi documentari
Dopo il successo di Framing Britney Spears, arriva l’annuncio di un nuovo film che racconterà la vita della principessa del pop. Lo riporta Bloomberg, specificando che si tratterà di un documentario di Netflix in cantiere già da tempo. Quindi non sarebbe una conseguenza del successo planetario che sta riscuotendo il docu appena uscito, quello realizzato dal New York Times e co-prodotto dalla Left/Right, bensì un progetto già in fieri da prima che si scoprisse il grande impatto che Framing Britney Spears sta avendo sul pubblico.
Il documentario sopracitato racconta della difficile situazione in cui si ritrova l’artista, con il padre nominato tutore del suo patrimonio dopo il suo crollo nervoso pubblico del 2007 (quando si era rasata a zero e aveva preso a ombrellate alcuni paparazzi) e con un’ormai lunghissima ed estenuante battaglia contro di lui che la sta mettendo a dura prova sul piano mentale. Framing Britney Spears ha riacceso un dibattito sulla questione Britney, toccando anche temi universali quali la libertà di scelta e i diritti della persona.
E nel documentario si racconta anche della nascita di #FreeBritney, l'hashtag social a cui è legato un vero e proprio movimento che si batte per la liberazione della star dal controllo paterno.
Il nuovo documentario su Britney Spears che arriverà su Netflix
Per ora si sa ancora pochissimo circa il nuovo progetto dedicato a Britney che dovrebbe arrivare sulla piattaforma streaming.
Secondo quanto riporta Bloomberg, si conosce già il nome di chi curerà la regia. Si tratta di Erin Lee Carr, documentarista statunitense specializzata in true crime.
Piccola coincidenza: Framing Britney Spears è co-prodotto dal New York Times ed Erin Lee Carr è la figlia di David Carr, giornalista statunitense scomparso nel 2015 che è stata una importante firma proprio del NY Times.
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La regista Erin Lee Carr
Classe 1988, Erin Lee Carr ha già lavorato come autrice e regista a numerosi documentari.
Da Thought Crimes: The Case of the Cannibal Cop, Mommy Dead and Dearest, documentario che analizza il caso dell’omicidio di Dee Dee Blanchard risalente al 2015, ai documentari per HBO I Love You, Now Die: The Commonwealth vs. Michelle Carter (sulla morte del diciottenne Conrad Roy) e At the Heart of Gold: Inside the USA Gymnastics Scandal (sullo scandalo degli abusi sessuali di atlete femminili statunitensi), Erin Lee Carr dimostra un occhio clinico e un’esperienza notevole nonostante la sua giovane.
Ha lavorato alla serie TV Girls di Lena Dunham, ha collaborato con VICE e nel 2013 è diventata direttrice freelance della sezione HBO Documentary Films. Nel 2018 ha diretto un episodio della serie documentaristica di Netflix Dirty Money e da allora è incominciata la collaborazione con la piattaforma streaming.
Nel 2019 ha scritto un memoir dal titolo All That You Leave Behind: A Memoir.
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Progetti in concomitanza Netflix-Hulu
Secondo ciò che riporta il magazine Bloomberg, il progetto dedicato a Britney Spears non è ancora concluso ma era già in lavorazione da tempo. E non sarebbe la prima volta che Netflix e Hulu producono documentari sulla stessa identica tematica: era già successo con quelli sul disastro del Fyre Festival, il festival musicale che si sarebbe dovuto svolgere nell'isola bahamense di Great Exuma da aprile a maggio 2017.
Organizzato dall'imprenditore Billy McFarland e dal rapper Ja Rule, la promozione parlava di un evento extra lusso ma si è rivelato un campo improvvisato, pieno di spazzatura e molto lontano da quell’esperienza luxury per cui erano stati pagati migliaia di dollari.
Di quel disastroso festival parlano i due documentari Fyre Fraud (pubblicato sulla piattaforma Hulu il 14 gennaio 2019) e Fyre - La più grande festa mai avvenuta (distribuito da Netflix il 18 gennaio dello stesso anno).
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L’impatto di Framing Britney Spears sull’opinione pubblica e sulle celeb
Dalla sua uscita, il 5 febbraio scorso, Framing Britney Spears ha riacceso la polemica attorno alla situazione di Britney Spears. Molti nomi dello starsystem si sono scusati pubblicamente con la cantante per non averle dato il supporto che meritava, tantissime celebrità hanno pubblicato contenuti sui social network corredati dall’hashtag di riferimento #FreeBritney.
E Justin Timberlake, travolto dalle critiche per il suo comportamento dopo la rottura con l’allora fidanzata Britney, ha postato sui suoi canali social un comunicato in cui si scusa con la Spears (e anche con Janet Jackson per il cosiddetto scandalo del “Nipplegate”). “So di aver fallito. Ho beneficiato di un sistema che giustifica misoginia e razzismo”, ha dichiarato Timberlake.