Festa del cinema di Roma, arriva " Fuori era primavera", il doc di Salvatores sul lockdown

Cinema

Presentato al festival romano, il documentario del regista di "Mediterraneo" porta al cinema un intimo racconto degli italiani in lockdown

Purtroppo Gabriele Salvatores non ci sarà. Il regista è in quarantena, anche se asintomatico e sta bene (qui tutti gli aggiornamenti sull'emergenza Covid). Ci sarà però il suo straordinario documentario. Oggi, 25 ottobre alle ore 17 verrà, infatti,  proiettato alla Festa del Cinema di Roma (vai allo speciale)  Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown di Gabriele Salvatores che porta sul grande schermo un intimo racconto degli italiani in lockdown: dalle meravigliose piazze italiane vuote, agli eroi in prima linea nelle corsie degli ospedali, ai balconi in festa, alle riprese domestiche. Una testimonianza collettiva filtrata attraverso la regia e la visione di un grande artista. 

VENICE, ITALY - SEPTEMBER 06: Italian director Gabriele Salvatores walks the red carpet ahead of the "Tutto il mio folle amore" screening during the 76th Venice Film Festival at Sala Grande on September 06, 2019 in Venice, Italy. (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

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UN FILM collettivo

Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown,è un film collettivo che vuole essere testimonianza e memoria di quel drammatico momento storico che ha attraversato il nostro Paese e il mondo intero. Nei giorni del lockdown attraverso i canali social e i tradizionali mezzi di comunicazione è stato lanciato un appello a chiunque volesse inviare materiali inediti - girati restando rigorosamente in casa - che raccontassero le azioni ed emozioni di quei giorni: come si trascorreva il tempo, cosa si vedeva dalle proprie finestre, quali paure, riflessioni e pensieri hanno accompagnato ognuno di noi, chi era al lavoro e chi a riposo forzato. Gabriele Salvatores, come tutti gli italiani, era chiuso tra le pareti domestiche. Non potendosi muovere ha chiesto di prendere i telefonini e utilizzarli come se fossero i suoi occhi, per permettergli di viaggiare all’interno delle case, di mondi diversi, di storie, emozioni e immagini che si aprivano dinanzi alle finestre. Una redazione composta da una rete di operatori e collaboratori su tutto il territorio nazionale si è occupata della ricerca e dell’archiviazione del materiale in due operazioni parallele: da un lato la ricerca e selezione di quello già esistente online, dall’altro l’archiviazione e la selezione di quello inedito ricevuto attraverso i nostri canali dagli utenti che hanno risposto all’appello. La ricerca dei materiali ha seguito un ordine cronologico, cominciando a raccontare l’inizio dell'epidemia, fino alla chiusura dell’Italia e l’arrivo il 4 maggio di un graduale allentamento dei divieti.

VENICE, ITALY - SEPTEMBER 06: Italian director Gabriele Salvatores walks the red carpet ahead of the "Tutto il mio folle amore" screening during the 76th Venice Film Festival at Sala Grande on September 06, 2019 in Venice, Italy. (Photo by Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

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oltre 16mila contributi video

ll film è stato realizzato con la partecipazione e la collaborazione di istituzioni, associazioni di volontariato, scuole di cinematografia e comunicazione ed enti distribuiti in tutta Italia. La redazione si è occupata di formare un network capillare in tutto il Paese con l’intento di coinvolgere anche figure di spicco della cultura e della comunicazione italiana. L’idea è sempre stata quella di restituire un ritratto a molte voci dell’esperienza che abbiamo vissuto, attraverso il linguaggio del cinema che ci appartiene. Il documentario è stato interamente realizzato in smart working, dalla fase di lancio a quella di montaggio e finalizzazione. I montatori, Massimo Fiocchi e Chiara Griziotti, accedendo direttamente al server da cui poter scaricare i video precedentemente visionati, valutati e selezionati da una redazione, hanno avuto la possibilità di lavorare e montare l’intero documentario da casa. La redazione nei due mesi di lavoro ha ricevuto oltre 16mila contributi video.

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Tra passato, presente e futuro

Il periodo che racconta il documentario di Salvatores va dal 24 marzo al 30 maggio (anche se inizia un po' prima col premier Conte che annuncia il lockdown dell'Italia e finisce un po' dopo con l'annuncio della 'fase 2'). Purtroppo oggi la realtà si ripropone a distanza di pochi mesi con più drammaticità di prima e, soprattutto, con interrogativi aperti e scenari cupi all'orizzonte. Vedere oggi quelle scene di malati in terapia intensiva in ospedale, intubati e sofferenti, non è qualcosa che appartiene alla memoria ma all’attualità. vedere i morti che si moltiplicano diventa un drammatico promemoria per quello che potrebbe accadere di nuovo tra poco tempo.

E allo stesso modo vedere gli italiani che trovano motivi per andare avanti, per resistere durante il lockdown, sembra una scena di un futuro imminente piuttosto che del passato. E così accade che il documentario di Salvatores, che sarà proiettato oggi  alla Festa del Cinema di Roma come evento speciale, sembra essere solo il primo tempo di un film di cui si debba ancora scrivere la sceneggiatura della seconda parte. Anche se, purtroppo, la storia è nota.

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