
75 anni fa Hiroshima e Nagasaki, da Kubrick a Kurosawa 7 film sulla bomba atomica
Il 6 agosto del 1945 i due attacchi nucleari sul Giappone che conclusero la Seconda Guerra Mondiale. Un anniversario che quest'anno arriva dopo l'esplosione che ha distrutto Beirut le cui cause sono ancora da accertare. Ecco come il grande cinema ha raccontato la tragedia e la minaccia nucleare

“Hiroshima Mon Amour” (Alain Resnais, 1959). A guerra ancora fresca, il francese Resnais ha il coraggio di immaginare e girare una suggestiva storia d'amore, in bilico tra ricordo e presente, proprio a Hiroshima: la relazione impossibile tra un'attrice francese e un architetto giapponese, in una città ancora profondamente segnata dalla bomba, diventa la metafora del difficile superamento di un lutto, collettivo o individuale. Dialoghi di Marguerite Duras, straordinaria interpretazione di Emmanuelle Riva.

“Il dottor Stranamore” (Stanley Kubrick, 1964). Farsa acidissima che gioca sulla paura della bomba e sull'incapacità umana di fare fronte comune per evitare l'olocausto nucleare. La guerra è repellente ma, per questi piccoli uomini, esercita anche un fascino perverso. Dilaga Peter Sellers in un memorabile triplo ruolo che comprende anche l'inquietante dottor Stranamore del titolo: uno scienziato ex nazista responsabile dello sviluppo delle armi nucleari. Il finale è reso indimenticabile anche dall'uso pesantemente sarcastico di “We'll meet again” di Vera Lynn.
Peter Sellers, ombre e tormenti di un genio comico
“A prova di errore” (Sidney Lumet, 1964). Film “minore” nella produzione del grande Sidney Lumet, racconta di una guerra atomica che si scatena per colpa di equivoci, malintesi, problemi tecnici. Risulta ancora oggi angoscioso e attualissimo nel descrivere l'ottusità e la disumana burocrazia che possono farci ripiombare nell'incubo in ogni momento. Perde il confronto con il Dottor Stranamore, uscito nello stesso periodo, ma si avvale comunque di attori eccellenti, su tutti Henry Fonda e Walter Matthau.
Omaggio a Walter Matthau
“Testament” (Lynne Littman, 1983). Per il riacutizzarsi delle tensioni tra USA e URSS, gli anni Ottanta fecero tornare d'attualità il pericolo di una guerra nucleare. Le coscienze del cinema e del pubblico avevano fatto passi da gigante e ci furono i margini per proporre storie e immagini ancora più sconvolgenti. Due furono i film memorabili: il primo è “Testament”, che senza usare particolari effetti speciali (solo una luce abbagliante) sembra risparmiare la cittadina di Hamelin dove vivono i protagonisti, prima che inizi il progressivo crollo della civiltà.

Appena due settimane dopo fu la volta di “The Day After” (Nicholas Meyer, 1983), la prima pellicola americana mainstream a mettere in scena le conseguenze di una guerra nucleare, con la celebre scena del fungo atomico che esplode su Kansas City. Tutt'altro che consolatorio, trasmesso in tv la sera del 20 novembre 1983, “The Day After” sconvolse 100 milioni di telespettatori (tra cui il presidente Reagan) tanto che furono messi a disposizione alcuni numeri telefonici gratuiti per dare conforto agli spettatori più impressionabili.

Dal punto di vista giapponese, uno dei film imperdibili sull'argomento è “Rapsodia in agosto” (1991), penultima opera del maestro Akira Kurosawa. La protagonista è un'anziana donna sopravvissuta a Nagasaki, dove ha perso suo marito: il riavvicinamento con un fratello emigrato anni prima in America farà tornare a galla i ricordi traumatici della bomba del 9 agosto 1945, in un finale molto commovente. Partecipazione straordinaria di Richard Gere.
I migliori film di Richard Gere
Concludiamo con quello che è probabilmente l'uso più poetico e struggente di una bomba atomica mai fatto al cinema. Opera del genio e della sensibilità di Steven Spielberg, che ne “L'impero del sole” (1987) racconta l'orrore della Seconda Guerra Mondiale dal punto di vista di un bambino (il piccolo Christian Bale), prigioniero di un campo di concentramento in Cina, che una mattina scorge un enorme bagliore nel cielo e – ignaro di Hiroshima – pensa che sia l'anima della donna che ha vegliato per tutta la notte, appena volata in cielo.