
Mare, colline, campagna, arte: la regione più lunga d'Italia è lo scenario perfetto per tante storie che hanno attraversato sessant'anni di cinema italiano

"Il Vangelo secondo Matteo" (Pier Paolo Pasolini, 1964). Pasolini avrebbe voluto girare tra Israele e Palestina, nei luoghi originali del Vangelo, ma l'idea si rivelò impraticabile e indusse il regista a scegliere l'Italia del Sud. Numerose scene sono ambientate in Puglia: Ginosa, Massafra, Manduria, Castel del Monte, Santeramo e Gioia del Colle: nella foto il castello in cui fu girato l'episodio di Erode e Salomè.
15 film ambientati in Toscana
"Nostra Signora dei Turchi" (Carmelo Bene, 1968). Quando ancora il Salento non era il vacanzificio di oggi, Carmelo Bene scelse Otranto per ambientarci questo racconto medievale che s'intreccia con l'introspezione psicologica del protagonista. Un film sperimentale, oggettivamente complicato, "impermeabile a ogni tipo di interpretazione logica o razionale" (Morandini), che definisce la grandezza dell'artista originario di Campi Salentina, in provincia di Lecce.
10 film girati in Liguria"Polvere di stelle" (Alberto Sordi, 1973). Le disavventure di una compagnia di comici di avanspettacolo nell'Italia del Sud liberata dagli americani: gran parte del film è ambientata a Bari, con tante scene nello splendido Teatro Petruzzelli e in esterni (qui, per esempio, siamo in Piazza dell'Ogeditria, pieno centro storico con magnifica vista sul mare).
10 film ambientati in Sicilia
"Io speriamo che me la cavo" (Lina Wertmuller, 1992). Il romanzo di Marcello D'Orta era ambientato ad Arzano, provincia di Napoli, ma la regista - a quanto pare, anche per alcune "difficoltà produttive" con alcuni personaggi vicini agli ambienti della malavita napoletana - scelse il borgo antico di Taranto per le riprese del film con Paolo Villaggio. Qualche variazione sul tema rispetto al libro, specialmente nei paesaggi che Villaggio può ammirare dalla finestra di casa: si vede l'Ilva, si vede il mare.

Negli anni Duemila il regista barese Alessandro Piva ha avuto successo con un paio di film ambientati a Bari Vecchia, molto apprezzati e citati dai suoi concittadini: "Lacapagira" (1999), recitato interamente in dialetto, e "Mio cognato" (2003), con Sergio Rubini e Luigi Lo Cascio parenti che più diversi non si può, alle prese con un'avventura notturna nella parte vecchia della città: la scena della sosta per fare pipì davanti allo Stadio San Nicola illuminato è un piccolo cult.

"La terra" è uno dei film più "pugliesi" di Sergio Rubini, nativo di Grumo Appula (Bari) e autore di molti film ambientati nella sua regione. In questa pellicola del 2006 il milanese Fabrizio Bentivoglio torna nel suo paese d'origine, Mesagne (Brindisi), e si ritrova invischiato in una storia losca di corruzione e usura. Ambientato nei veri luoghi del film: in questa scena si riconosce per esempio la Chiesa Matrice di Mesagne.

La moda del Salento, esplosa ormai da una ventina d'anni, ha portato numerosi registi a girare a Lecce e dintorni, affascinati dallo splendido mare e dalle meraviglie del Barocco locale. Di entrambe le cose è pieno per esempio "Mine vaganti" (2010), in cui Ferzan Ozpetek ambienta a Lecce una storia di segreti familiari. Il regista di origini turche ambienterà a Lecce anche il successivo "Allacciate le cinture" (2014).

Anche Matteo Garrone ha scelto la Puglia per ambientare i suoi due film più magici e fantastici, "Il racconto dei racconti" (2015), girato tra Castel del Monte, Gioia del Colle, Mottola e Statte, e "Pinocchio" (2019), ambientato tra Altamura, Ostuni e Polignano a Mare, dove sono state girate le scene con il pescecane.
I luoghi di Pinocchio
"Odio l'estate" (Massimo Venier, 2020). Il ritorno a buoni livelli di Aldo, Giovanni e Giacomo dopo un decennio di appannamento arriva sulle coste del Salento, per l'esattezza a Otranto, in una commedia estiva molto più profonda della media, con tante citazioni, un po' di nostalgia e la bella colonna sonora di Brunori Sas.

In una rassegna dei più famosi film ambientati in Puglia non possono certo mancare quelli di Checco Zalone, dominatore dei botteghini italiani da almeno un decennio. C'è sempre un po' di Puglia in ogni suo film, da "Cado delle nubi" fino al recente "Tolo Tolo" (2020), la cui prima parte è ambientata a Gravina di Puglia, dove il protagonista coltiva il progetto un po' ambizioso di aprire un ristorante di sushi.