È un Joker diverso da tutti gli altri, quello di Joaquin Phoenix. È la storia d’un emarginato, la cui vita è una vera tragedia
Al cinema dal 3 ottobre, “Joker” di Todd Phillips promette d’essere uno dei film evento del 2019. Stroncato dal Time, applaudito al Festival di Venezia dove si è parlato di un Joaquin Phoenix in odore da Oscar e poi alla premiere di Los Angeles, il Joker portato in scena dalla star di “Quando l'amore brucia l'anima - Walk the Line” è diverso da tutti gli altri. È più profondo, più introspettivo, va a colmare tutti i vuoti che - in passato - il personaggio aveva lasciato.
«Quando la Warner mi ha chiesto di descrivere il film gli ho risposto che non potevo farlo. Allora mi hanno detto: “Va bene, ma dicci almeno il genere”. Ci ho pensato su per un minuto e poi gli ho risposto che è una tragedia. E credo che se il brillante Joaquin Phoenix fosse stato lì con me, sarebbe stato d'accordo» ha dichiarato il regista. Perché, effettivamente, il lato drammatico di “Joker” è evidente.
“Joker”: la trama
Ambientato negli anni Ottanta, “Joker” racconta la storia di Arthur Fleck, che abita con l’anziana mamma in un fatiscente palazzo. Per portare a casa qualche soldo, fa pubblicità per strada travestito da clown con - nel cuore - il sogno di diventare un comico. È una vera tragedia, però, la sua vita: viene deriso, bullizzato, ridicolizzato. Una situazione di grandissimo stress, che gli causa un tic che lo fa ridere di continuo.
Emarginato ancor di più, un giorno decide di reagire: lo fa con una pistola alla mano, trasformandosi in un pagliaccio assassino. La polizia di Gotham City gli dà la caccia, ma i cittadini iniziano ad amarlo: è un oppresso che si ribella ai ricchi, una sorta di eroe. Sebbene, nella realtà dei fatti, sia un killer psicotico destinato a diventare uno dei più crudeli criminali della storia.
“Joker”: il ruolo di Joaquin Phoenix
Dopo Cesar Romero, Jack Nicholson, Heath Ledger e Jared Leto, a portare il Joker sullo schermo è ora Joaquin Phoenix (anche se, in origine, per il ruolo pare sia stato contattato Leonardo DiCaprio): il suo entusiasmo sin dall’inizio è stato altissimo, dal momento che sperava di interpretare un cattivo dei fumetti già da diverso tempo. Sebbene, calarsi nei panni del “clown” non sia stato affatto semplice: ha perso molti chili, e ha studiato persone affette dal disturbo d’origine neurologica noto come “risata patologica” per il terribile ghigno del Joker.
C’è anche, nel “Joker” di Todd Phillips, Robert De Niro. È lui a dare il volto a Murray Franklin, presentatore di un talk show televisivo che contribuisce al crollo psicologico di Arthur. De Niro ha definito il suo ruolo un omaggio alla sua parte in “Re per una notte” di Martins Scorsese, a cui Philip ha dichiarato d’essersi ispirato (insieme ad altri storici film) per la sua ultima pellicola.
Il risultato? Interpretazioni magistrali, per un film attesissimo che già fa sognare. Non solo i fan del Joker, ma anche quelli di Batman: nelle ultime settimane, infatti, s’è vociferato di un incontro tra il criminale di Gotham City e l’uomo pipistrello interpretato da Robert Pattinson.