Attrice, modella, influencer: Chloe Sevigny è una delle icone del cinema indipendente americano
Ribelle e anticonformista, Chloe Sevigny ha sempre privilegiato pellicole indipendenti, cercando di uscire sempre dagli schemi della classica attrice hollywoodiana. Nata a Springfield, Massachusetts, nel 1974, si trasferisce a New York a 18 anni dove comincia a lavorare come modella. Debutta al cinema con “Kids” di Larry Clark, accanto a Rosario Dawson. La giovane Chloe si fa notare immediatamente per l’interpretazione di una ragazza alle prese con l’HIV e per la sua bellezza così particolare. Successivamente, l’attrice ha ricevuto apprezzamenti unanimi da critica e pubblico, arrivando a ricevere una candidatura agli Oscar come miglior attrice non protagonista per il film “Boys don’t cry”, che le ha aperto definitivamente le porte di Hollywood. Nonostante la partecipazione anche in pellicole mainstream, Chloe Sevigny non ha mai smesso di cercare film indipendenti e provocatori, come quando accetta il ruolo di Daisy nel film diretto e interpretato da Vincent Gallo (all’epoca suo compagno) “The brown bunny”. Nella pellicola, presentata al Festival del Cinema di Cannes nel 2003, l’attrice suscitò scalpore per la scena finale in cui pratica del sesso orale non simulato con Gallo. Non nuova a sfide di questo tipo, nel 2013 Chloe Sevigny prende parte a “Lovelace”, film biografico sulla protagonista di Gola profonda, nella parte di una giornalista femminista.
L’attrice si è sempre tenuta lontana da ruoli facili o troppo prevedibili, privilegiando un cinema di nicchia e di qualità e riuscendo a ritagliarsi comunque la sua parte nel firmamento di Hollywood. L’ultima pellicola in cui è possibile vederla è “I morti non muoiono” di Jim Jarmusch, in cui interpreta l’agente Minerva Morrison. Abbiamo selezionato i film più importanti della carriera di Chloe Sevigny:
- Boys don’t cry (1999)
- American Psycho (2000)
- Dogville (2003)
- Broken Flowers (2005)
- Zodiac (2007)
Boys don’t cry (1999)
Basato su un fatto di cronaca realmente accaduto, la storia è quella di Brandon Teena, una ragazza transgender, interpretata da Hilary Swank, che si trasferisce in un’altra città nascondendo a tutti la sua vera natura. Di lei si innamora Lena (Chloe Sevigny), una giovane e ingenua ragazza di provincia, con cui intraprende una relazione. Hilary Swank si aggiudicò l’Oscar e il Golden Globe come miglior attrice protagonista ma l’interpretazione di Chloe Sevigny non passò inosservata: l’attrice portò a casa sia la nomination agli Oscar che ai Golden Globe ed ebbe l’occasione per farsi conoscere da un vasto pubblico.
American Psycho (2000)
Grazie a “Boys don’t cry” le proposte per Chloe Sevigny cominciarono ad aumentare e nel 2000 viene scelta da Mary Harron per prendere parte all’adattamento cinematografico del romanzo “American Psycho” di Bret Easton Ellis. Protagonista è Patrick Bateman (Christian Bale), classico yuppie arrivista degli anni ‘80, frequentatore dei posti che contano, sempre strafatto e pieno di donne. Questa sua mania di onnipotenza lo porta a diventare un serial killer. Il film ottenne ottime recensioni dalla critica ma fu criticato per i contenuti espliciti troppo forti.
Dogville (2003)
Film che fa parte della trilogia “USA: terra dell’opportunità” di Lars Von Trier, “Dogville” è ambientato nel 1929. Grace (Nicole Kidman), una donna ricercata e inseguita dai gangster arriva nella cittadina di Dogville dove riesce a ottenere protezione in cambio di lavori per la comunità. Viene però violentata e seviziata e costretta a vendicarsi. Nicole Kidman dichiarò successivamente di essere rimasta molto turbata durante la lavorazione del film e giurò che non avrebbe mai più lavorato con Von Trier. “Dogville” fu in lizza per la Palma d’Oro a Cannes e vinse il David di Donatello come miglior film dell’Unione Europea.
Broken Flowers (2005)
Nella ricerca di produzioni indipendenti e anticonformiste, Chloe Sevigny non poteva non lavorare con il regista più eclettico ed originale in attività, Jim Jarmusch. “Broken Flowers”, considerato uno dei più belli del regista americano, è la storia di Don Johnston (Bill Murray), sessantenne ex donnaiolo, che riceve una lettera anonima da una sua vecchia fiamma che gli rivela di aver avuto un figlio da lui. L’uomo si mette sulle tracce della possibile madre e incontra le 4 donne con cui ha avuto delle storie 20 anni prima. Il film vinse il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes.
Zodiac (2007)
Diretto da David Fincher, il film è tratto dai libri di Robert Graysmith dedicati al serial killer statunitense che negli anni ‘60 e ‘70 terrorizzò la California. Nei panni del vignettista Graysmith il regista volle Jake Gyllenhaal, mentre Chloe Sevigny interpreta la moglie Melanie. Nel cast, anche Mark Ruffalo e Robert Downey jr. Il tema dominante di tutta la pellicola è l’ossessione, che diventa il perno attorno a cui ruotano tutte le vicende e i personaggi. Nonostante la lunghezza, Fincher riesce a confezionare un thriller atipico ma molto interessante.