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La maledizione del Dakota, libro svela i misteri del palazzo in cui fu ucciso Lennon

Spettacolo

Un saggio intitolato "La maledizione del Dakota" racconta l'inquietante storia di uno degli edifici più antichi di New York: il Dakota, un palazzo indissolubilmente legato a Hollywood, al rock e al satanismo. Da Rosemary’s Baby (film di Roman Polanski girato qui) al massacro in cui fu uccisa la moglie di Polanski (l’attrice Sharon Tate) fino all’assassinio di Lennon (freddato all’ingresso del Dakota) vengono svelati collegamenti inediti tra tanti misteri dello spettacolo e l’edificio dell'Ottocento

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C’è un palazzo a New York che simboleggia lo spettacolo più di quanto possa farlo la scritta Hollywood sulle colline dell’omonima patria del cinema americano.

Si tratta del Dakota Building, il palazzo ottocentesco che sorge nella Grande Mela, uno degli edifici più antichi della città. Uno dei pochi che è stato risparmiato in questi anni dalle implacabili ruspe. Se molti coetanei del Dakota sono stati rasi al suolo per fare spazio a grattacieli composti da innumerevoli unità immobiliari, un destino diverso è stato riservato al palazzo di soli 100 appartamenti, nessuno dei quali è ma il risultato invenduto nella sua storia. A raccontare quella storia tanto affascinante quanto inquietante è un libro fresco di stampa: “La maledizione del Dakota” (Arcana Edizioni), il saggio scritto della giornalista Camilla Sernagiotto (giornalista di Sky Tg 24, oltre che del Corriere della Sera).

Il suo libro racconta del palazzo Dakota negli anni Sessanta (le riprese di Rosmary’s Baby risalgono al 1967-68, dopodiché il film uscì nel 1968) e negli anni Ottanta (nel 1980 qui è stato ammazzato l’ex cantante dei Beatles) ma non solo: queste pagine ripercorrono tutta la storia di quello che è stato il primo condominio di lusso al mondo, partendo proprio dai suoi esordi, ossia dalla sua misteriosa costruzione. Già ai tempi del cantiere, quel palazzo è riuscito a collezionare più storie oscure e diaboliche di quanto non abbia fatto Edgar Allan Poe in tutta la sua carriera da scrittore…

Il libro

“La maledizione del Dakota: dall’omicidio di Sharon Tate da parte della setta di Charles Manson all’assassinio di John Lennon, tutti i misteri e le coincidenze che legano morti violente e sospette di nomi della musica, del cinema e dello spettacolo al celebre palazzo di New York, quello in cui fu girato il film Rosemary’s Baby di Roman Polanski, marito di Sharon Tate, e davanti al quale fu ucciso John Lennon”, si legge nella presentazione ufficiale del libro.
 
Il Dakota pare sia stato teatro di riti satanici, legato al celebre esoterista Aleister Crowley (fondatore del moderno occultismo nonché fonte di ispirazione per il satanismo, la cui faccia compare inoltre sulla copertina di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles). Crowley negli anni Cinquanta ispirò Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana (di cui poi sarà nominato reverendo Marilyn Manson). E Anton LaVey collaborò con Polanski (che è sempre stato un grande fan di LaVey) per rendere credibili i rituali satanici presenti nel film Rosemary’s Baby.

“La maledizione del Dakota” di Camilla Sernagiotto svela per la prima volta che – per quanto sia stato il White Album dei Beatles a entrare nel processo dell’omicidio della moglie di Roman Polanski – in realtà forse non è stato quel disco a ispirare il delirio omicida ma un altro famoso “monumento” dello spettacolo: il Dakota.

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Il Dakota è il palazzo indissolubilmente legato a una vera e propria trinità: Hollywood, satanismo e rock ‘n’ roll.
Da Rosemary’s Baby (il film di Roman Polanski girato qui) al massacro di Cielo Drive (in cui venne uccisa la moglie di Roman Polanski, l’attrice Sharon Tate) fino all’assassinio di John Lennon (freddato a colpi di pistola all’ingresso del Dakota), per la prima volta in questo libro vengono svelati trait d’union tra tanti misteri dello spettacolo e l’edificio in stile gotico tedesco costruito nell’Ottocento nella Grande Mela, sopra un cimitero indiano. E come ogni cosa che sorge sopra a un cimitero indiano, non poteva che avere un destino maudit...

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Le canzoni Piggies, Helter Skelter, Happiness Is a Warm Gun e Revolution 9 avrebbero ispirato il delirio omicida. Ma coincidenze strane potrebbero gettare ombre misteriose su un altro famoso monumento dello spettacolo: il Dakota Building, residenza di NY in cui fu girato Rosemary’s Baby di Polanski e in cui fu ucciso Lennon. Di questo tratta “La maledizione del Dakota. Rosemary’s Baby, Cielo Drive, John Lennon e altri fatti oscuri” di Sernagiotto.


Benché durante il processo si sia parlato del disco dei Beatles come possibile molla che ha fatto scattare il delirio omicida, ci sono parecchie coincidenze strane di cui mai è stata fatta menzione prima dell’uscita di questo saggio.

Dal Dakota come grande protagonista del film Rosemary’s Baby fino alla scena del party in cui la protagonista Mia Farrow, nei panni di Rosemary incinta, invita nell’appartamento del Dakota alcuni amici (tra cui compare Sharon Tate, non accreditata) fino al fatto che durante il processo Manson si scoprì che nella sua lista nera c’erano molte altre star legate a quel lungometraggio, i punti oscuri in cui il tassello mancante di un suggestivo puzzle risulterebbe essere proprio il Dakota sono parecchi.

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Uno dei fatti che la resero nota risale all’8 dicembre 1980, giorno in cui John Lennon fu ucciso dai cinque colpi di pistola esplosi da Mark David Chapman proprio di fronte all’ingresso del Dakota (in cui l’ex-beatle abitava assieme a Yoko Ono).
Eppure non solo l’assassinio di John Lennon è legato a quel palazzo: il Dakota si ricollega a due tra le più note tragedie americane, direttamente alla morte dell’ex cantante dei Beatles, indirettamente alla strage compiuta dalla Family di Charles Manson nella villa del regista Roman Polanski.

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