
Giulio Andreotti al cinema, da “Il Divo” di Sorrentino al cameo ne “Il Tassinaro” di Sordi
Il sette volte presidente del Consiglio se ne andava, a 94 anni, il 6 maggio 2013. Figura tra le più fondamentali per comprendere la storia dell’Italia Repubblicana, diversi film e documentari ne hanno raccontato luci e ombre. Ecco alcuni titoli per conoscere diverse sfumature del divin Giulio

Il 6 maggio 2013, all’età di 94 anni, moriva Giulio Andreotti. Leader della Democrazia Cristiana ed esponente della sua anima più conservatrice e clericale, fu sette volte presidente del Consiglio: salì per la prima volta a Palazzo Chigi nel 1972 e l’ultima nel 1992. Estremamente divisivo per l’opinione pubblica, al centro anche di alcune complicate vicende giudiziarie, è una delle figure fondamentali per comprendere la storia dell’Italia Repubblicana. Diversi film e documentari ne hanno raccontato luci e ombre
I 13 film da vedere sulla MafiaIL TASSINARO – Fece molto parlare la comparsata di Giulio Andreotti, ancora in piena attività politica, ne Il Tassinaro di Alberto Sordi (1983). La pellicola si snoda attorno ai viaggi di un guidatore di taxi avanti e indietro per le strade di Roma. Sui sedili del suo mezzo sfilano le infinite sfumature sociali che abitano la Capitale: si va da una ragazza con istinti suicidi a un portinaio con un bambino da consegnare alla madre prostituta, dal regista Federico Fellini allo stesso Andreotti
Alberto Sordi, le frasi più celebri dei suoi filmAndreotti chiacchiera con Alberto Sordi, che interpreta anche lo stesso guidatore di taxi, nel tragitto verso Montecitorio. Si parla della squadra della Roma e della sua tifoseria, ma anche di temi più vicini alla politica. Nel film, l’ex premier suggerisce ad esempio le Università a numero chiuso, in modo risolvere il problema dei laureati disoccupati
La mostra che racconta Alberto Sordi e i suoi personaggi
I FILM SU ANDREOTTI: IL DIVO – Premio della Giuria al Festival di Cannes 2008, Il Divo di Paolo Sorrentino racconta un periodo ben preciso della vita di Andreotti, interpretato da Toni Servillo. Siamo a cavallo tra il 1991 e il 1993: sono gli anni delle sue ultime esperienze come presidente del Consiglio, della mancata elezione al Quirinale e dell’apertura del processo a suo carico per presunta collusione con la mafia siciliana
Il ritorno di Casanova, la recensione del film di Salvatores con Toni Servillo
Si passano in rassegna diversi scandali in cui si era parlato di un qualche coinvolgimento del leader Dc, dalla morte del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa alle memorie scritte da Aldo Moro durante la prigionia in mano alle Brigate Rosse, in cui chiedeva proprio ad Andreotti di aprire una trattativa con i terroristi per liberarlo. E ancora: dal processo per Tangentopoli – si disse che Andreotti passò ai giudici documenti per affossare alcuni suoi rivali, come Bettino Craxi – ai presunti colloqui con gli esponenti della mafia di Sicilia. Su tutti, Totò Riina

Andreotti vide Il Divo in anteprima, in una proiezione privata. Non ne rimase entusiasta: lo definì "una mascalzonata", ben lontana dal fedele racconto della sua vita che si propone di essere. Dopo la vittoria del film a Cannes, disse: "Se uno fa politica pare che essere ignorato sia peggio di essere criticato. Dunque..". Questo non vuol dire però che cambiò mai idea sulla pellicola, di cui anche i suoi figli - dopo la morte - hanno continuato a sottolineare la lontananza dalla realtà

BUONGIORNO, NOTTE/ESTERNO NOTTE – Nel 2003 esce nelle sale Buongiorno, notte, dove Marco Bellocchio racconta uno dei periodi più bui della storia italiana, quello che collega il 16 marzo al 9 maggio 1978: il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro. Nel 2022 il regista torna sul tema con Esterno notte, prima pensato come una serie in sei episodi e poi uscito al cinema diviso in due parti. Questa volta si dà più spazio a tutti i personaggi chiave intorno a Moro. Come Andreotti, interpretato da Fabrizio Contri

C’è molto Andreotti ad esempio nella prima parte dell’opera, dove – insieme a Moro – cerca di mettere in piedi un nuovo governo, di cui poi prenderà anche le redini. Proprio nel giorno in cui Andreotti deve chiedere la fiducia alla Camera, quel tragico 16 marzo, in via Fani Moro viene bloccato insieme alla sua corta mentre viaggiava in auto verso Montecitorio. Tutti i suoi uomini vengono uccisi, lui viene rapito. Nel film si vede Andreotti che, appena scopre cos’è successo, corre in bagno a vomitare

IL TRADITORE – C’è sempre Marco Bellocchio dietro a Il Traditore (2019), con Pierfrancesco Favino nei panni di Tommaso Buscetta, mafioso di Cosa Nostra poi diventato collaboratore di giustizia. Anche qui c’è Andreotti, interpretato da Pippo Di Marca. Una scena racconta un incontro tra l’ex premier e Buscetta. I due si salutano amichevolmente: il mafioso fu uno dei più noti criminali a parlare del rapporto tra Andreotti e Cosa Nostra durante il processo a suo carico
LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE – Pif ha scelto la chiave dell’ironia per raccontare Cosa Nostra a Palermo. Lo ha fatto con La mafia uccide solo d’estate, del 2013. Il protagonista, Arturo, fin da bambino sviluppa un’ossessione per Andreotti: per celebrare il Carnevale prende le sue sembianze invece che quelle di qualche supereroe, dai giornali ritaglia le sue foto, in camera ha un poster con il politico e non con qualche popstar

La passione di Arturo per Andreotti nasce quando inizia a indagare su come suo padre abbia chiesto di sposare la madre. Non avendo voglia di parlarne, il genitore lo invita a guardare in televisione Bontà loro, dove c’è Maurizio Costanzo che intervista il premier Andreotti. Proprio lui racconta a Costanzo di aver chiesto alla moglie di sposarlo in un cimitero. Arturo ne resta affascinato

ANDREOTTI E IL CINEMA: IL DOC "GIULIO ANDREOTTI. IL CINEMA VISTO DA VICINO" – Tra il 2003 e il 2005, il regista Tatti Sanguineti riesce a catturare Andreotti per 21 sessioni di intervista. Gli chiede di tornare indietro nel tempo, tra il 1947 e il 1953, quando Andreotti ricopriva il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, con deleghe allo spettacolo: molte decisioni fondamentali che cambiarono la storia del grande schermo italiano furono prese proprio da Andreotti. Nasce così il documentario Giulio Andreotti. Il cinema visto da vicino (2014)

Si parla del salvataggio dell’Istituto Luce, della ripresa delle attività di Cinecittà nel secondo dopoguerra, della legge con cui Andreotti, contro “l'invasione” del cinema americano, ha cercato di proteggere l’industria italiana, degli interventi di simil-censura su molte pellicole. Molto si insiste proprio sul ruolo di censore di Andreotti e poco, secondo alcuni critici, sulle sue politiche di promozione culturale. Il suo impatto fu sottolineato dallo sceneggiatore Rodolfo Sonego, che disse: "Ha ammazzato cinque film, ma ne ha fatti fare cinquemila"
Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo