Con FLASH agli eventi per la celebrazione dei 50 anni della creatività di Giorgio Armani.
Quest’ultima edizione della Fashion Week milanese è stata sicuramente l’edizione di Giorgio Armani.
Due sfilate con le ultime collezioni che ha seguito personalmente e una grande mostra alla Pinacoteca di Brera. E poi il tributo con il Legacy Award consegnato alla famiglia. Milano si è inchinata allo stilista, amatissimo dai più grandi ma anche dalla gente comune.
Alla Pinacoteca di Brera una mostra per raccontare 50 anni di moda secondo Giorgio Armani.
Tra le prestigiose sale della pinacoteca di Brera è in scena fino all'11 gennaio prossimo l’eleganza gentile di Giorgio Armani.
50 anni di creatività raccontati nella mostra Milano, per amore, 133 creazioni provenienti da Armani Archivio che ripercorrono la moda del grande stilista.
La sartorialità; la perfezione delle proporzioni; la decorazione; la coerenza; l’equilibrio tra tradizione e innovazione, tra classico e contemporaneo; la fluidità delle forme; i colori neutri, ma mai piatti; i ricami e le lavorazioni che rivelano un estro sempre misurato, l’incessante ricerca della perfezione, il rigore e l’attenzione a ogni più piccolo dettaglio, ma soprattutto l’emozione, perché "la bellezza" - diceva Giorgio Armani - "nasce solo dal cuore".
Una retrospettiva con un valore didattico, così come lo stilista riteneva dovesse essere l’obiettivo principe di una mostra, offrendo così al pubblico, e soprattutto ai giovani, quel che è stata per 50 anni la sua opera.
La sfilata Emporio Armani al Teatro di Tadao Ando
Nel quartier generale di via Bergognone va in scena la prima sfilata senza Giorgio Armani.
Pesa il senso di assenza ma la sua presenza nella collezione è palpabile. Fa effetto infatti sapere che Giorgio Armani, per la prima volta, non uscirà alla fine dello show per raccogliere l’applauso del suo pubblico.
In passerella ci sono le suggestioni culturali, il rimando tra maschile e femminile, il senso di leggerezza, la giocosità. E’ un ritorno, come ricorda il titolo della collezione. Un ritorno a casa dopo un viaggio o una vacanza, ma anche come riassunto dello stile Armani.
La sfilata evento nel chiostro di Brera
C’è l’omaggio del popolo della moda, ci sono le istituzioni, con in testa Laura Mattarella. Ci sono poi gli attori ed i registi, rappresentanti di quel cinema con cui Giorgio Armani ha saputo creare un legame fortissimo. Tra loro Glenn Close, Isabella Ferrari, Valeria Golino, Kasia Smutniak, Paola Cortellesi, Spike Lee, Samuel L. Jackson, Giuseppe Tornatore, Marco Bellocchio, Tony Servillo, Lauren Hutton e Richard Gere.
“Ci siamo conosciuti, ovviamente, quando stavo girando questo film, American Gigolò. Potreste aver sentito parlare di questo film?! Ma allora non avevo nemmeno un completo.” Racconta l’attore ai nostri microfoni. “Non credo di aver mai avuto una cravatta. E stavo girando questo film. Ferdinando Scarfiotti era lo scenografo e disegnava anche i costumi. E aveva chiamato Giorgio per i costumi di questo film. Non sapevo chi fosse Giorgio. Nessuno in America sapeva chi fosse. Non sapevamo nulla di moda. Così abbiamo iniziato a giocare con i completi e ho pensato, oh, questo non è poi così male! Perché i tessuti erano così belli. E lui in quel periodo stava sperimentando molto con il design. Disegnava delle spalle piuttosto larghe e faceva cose interessanti. Ma ha iniziato a farmi capire anche chi fosse il personaggio. Quando ho iniziato a indossarli, quegli abiti mi hanno fatto muovere in modo diverso. E ho iniziato a trovare il personaggio proprio attraverso gli abiti. Quindi ringrazierò sempre Giorgio per questo.”
Nel chiostro l’atmosfera è sospesa.
Il silenzio e poi al pianoforte Ludovico Einaudi, la cui musica ha accompagnato Giorgio Armani negli ultimi mesi ed è stata la colonna sonora della camera ardente.
127 look per 125 modelli e modelle, tra loro Agnese Zogla, Nadège Dubospertus, Daniela Peštová, Markus Vanderloo. Chi storicamente era legato allo stilista, rappresentanti del suo ideale di donna.
Lui non c’era ma in fondo era dappertutto.
Ed è l’incontro di due mondi, Milano e Pantelleria, due luoghi importanti per Giorgio Armani.
Ci sono nei colori, che spaziano dai greige della città, invenzione dello stilista, ai verdi e ai blu del mare. Tutto è fluido e leggero, gli abiti accarezzano il corpo, con rispetto, valorizzandolo, sempre.
A chiudere la sfilata Agnese, la modella della maison, con indosso un abito con il volto dello stilista.
Un testamento e una finestra sul futuro, la chiusura di un ciclo perché altri se ne possano aprire.
Il riconoscimento ai Sustainable Fashion Awards
Durante la serata alla Scala di Milano in occasione della cerimonia di consegna dei Sustainable Fashion Awards 2025, i riconoscimenti per la moda sostenibile, è stato premiato anche Giorgio Armani. Il Legacy Award, istituito in questa edizione per rendere omaggio al grande stilista, è stato consegnato alla famiglia Armani da Dame Anna Wintour CH DBE, Chief Content Officer of Condé Nast and Global Editorial Director of Vogue.
“Il Legacy Award a Giorgio Armani riconosce un’eredità preziosa", ha dichiarato Carlo Capasa, Presidente di Camera Nazionale della Moda Italiana. "La consegna alle generazioni future. La lezione di vita, creatività a imprenditorialità di Giorgio Armani costituisce un modello luminoso in un momento di profonda trasformazione della moda.” .