Addio a Giorgio Armani, ambasciatore della moda nel mondo

Spettacolo
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Nato a Piacenza l’11 luglio 1934, lo stilista si è spento a 91 anni. Una carriera iniziata a 23 anni, quando nel 1957 inizia a lavorare come vetrinista presso la Rinascente di Milano. Il suo nome arriva sulla bocca di tutti dal 24 luglio 1975, quando insieme al compagno e socio Sergio Galeotti, fonda l’atelier in Corso Venezia

Il mondo della moda piange il suo Re. Nato l’11 luglio 1934 a Piacenza, Giorgio Armani è morto all’età di 91 anni. Prima di prendere la strada della moda, Armani aspirava a diventare medico al punto da intraprendere la carriera universitaria. Nel 1957, però, decide di mollare la facoltà e inizia a lavorare nel settore come vetrinista presso la Rinascente di Milano. Successivamente entra in Nino Cerruti, dove affina l’arte sartoriale: qui nasce la sua passione per giacche destrutturate, tessuti fluidi e silhouette morbide. 

La nascita del marchio

La svolta ha una data: 24 luglio 1975, quando insieme al compagno e socio Sergio Galeotti, fonda l’atelier in Corso Venezia. Nel 1976 debutta la linea womenswear e due anni dopo, nel 1978, sigla una licenza con Gft che gli permette l’espansione internazionale. Nel 1979 nasce la Giorgio Armani Corporation. Il 1980 è l’anno chiave: Richard Gere indossa un impeccabile completo Armani in 'American Gigolo', consacrando il designer tra le star hollywoodiane. E’ la rivoluzione della moda: giacca destrutturata e palette neutra. Le donne sono incantante dal power suit di Julia Roberts, simbolo di tutta una generazione. Negli anni ’80/’90 l’impero di Armani cresce e si rinforza: nascono Emporio Armani, Armani Jeans, Armani Exchange, collezioni di underwear, occhiali e profumi. Nel 2005 debutta la haute couture Armani Privé. 

Il rapporto con il cinema e lo sport

Presto il nome di Armani diventa sinonimo di Oscar. Tra il 1996 e il 2017, veste oltre un terzo dei premi Oscar, da Cate Blanchett, sua musa di sempre, a Michelle Yeoh. Ma anche Jennifer Lopez, Jodie Foster e altri big lo scelgono sul red carpet. Stretto anche il legame col mondo dello sport. Non solo veste il team olimpico italiano ma disegna per Chelsea, England e Australia. Il suo impegno nello sport si rinnova con l’acquisto dell’Olimpia Milano nel 2008. I premi non si contano: Cfda (1983, 1987), Legion d’Honneur (2008), Gran Cavaliere (1987), Goodwill Ambassador Unhcr. Armani è stato il primo a bandire le modelle troppo magre dalle sue sfilate e ha donato per l’ambiente e la lotta alla pandemia Covid. Nel 2015 ha aperto l’Armani/Silos, centro culturale e museo a Milano.