Presentato a Roma il 22 settembre, il concerto ha incantato l'intera platea di Palazzo Farnese. Dirette dal maestro Kamal Khan, si sono esibite l'iraniana Forooz Razavi, l'italiana Serena Malfi e la sudafricana Pumeza Marshikiza. Il progetto di "Donne per la pace" è nato per celebrare il ruolo delle donne nella costruzione della pace nell’arena globale contemporanea
"Donne per la pace" è il nuovo concerto dell'associazione Opera for Peace, presentato il 22 settembre a Palazzo Farnese in onore della della Giornata Internazionale della Pace delle Nazioni Unite. Protagoniste della serata diretta dal maestro Kamal Khan, l’iraniana Forooz Razavi, la sudafricana Pumeza Matshikiza e l'italiana Serena Malfi.
Il concerto di Opera for Peace
Le tre artiste, che si sono esibite nei costumi di scena disegnati dal noto stilista Eddie Corps, hanno incantato la platea intonando alcune delle arie più rinomate e suggestive di compositori come Giuseppe Verdi, Georges Bizet, Giacomo Puccini, Gioachino Rossini: “Mon cœur s'ouvre à ta voix” dal Samson et Dalila, “O patria mia” dall’Aida, “Habanera” dalla Carmen, “Vissi d’arte” nella Tosca, “Senza mamma” da Suor Angelica o “Sempre libera” da La Traviata. Al fianco di Opera for Peace, la Fondazione BNP Paribas da ormai cinque anni, la Fondazione BNL e BNL BNP Paribas, l’Institut Français e l’ambasciata di Francia. “Donne per la pace” è molto di più di una semplice performance canora: è un atto interculturale di memoria, resistenza e rinascita, che celebra le donne che sostengono altre donne come pilastri della costruzione della pace nell’arena globale contemporanea. Così questa esperienza operistica, profondamente emotiva, immagina il ruolo delle donne come custodi della memoria, voci di resilienza e architette di pace, offrendo un viaggio che trascende confini e tempo. “In Iran le donne non possono cantare. Ho dovuto lasciare il mio Paese e venire in Italia per poter seguire i miei sogni ed essere libera”. “Ovunque io canti, porto con me la memoria di dove sono partita e la responsabilità che ne deriva. È per questo che sono stata attratta da iniziative come Opera for Peace, che riuniscono artisti di diverse culture per mostrare come la musica possa costruire ponti, creare comprensione e ispirare cambiamento”. Queste le due preziose testimonianze dei soprani Forooz Razavi, Iran, e Pumeza Matshikiza, Sud Africa.
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Opera for Peace: storie di successi
“Oggi Opera for Peace – racconta la fondatrice Julia Lagahuzere – è molto più di un’accademia: è un vero e proprio laboratorio di trasformazione, dove i cantanti lirici diventano ambasciatori di pace e speranza, oltre che interpreti". E il successo di Opera for Peace sembra darle ragione: dalla sua nascita nel 2019, ha formato e sostenuto oltre 200 giovani professionisti nell’opera, ha organizzato masterclass e concerti aperti a quasi 1500 altri studenti. Tra gli artisti formati in accademia: Ihor Mostovoi (basso-baritono ucraino) è entrato a far parte dell’Accademia dell’Opéra National de Paris; Axelle Saint-Cirel (mezzosoprano francese di origine guadalupese) ha debuttato nel ruolo di Carmen all’Opéra Grand Avignon ed è stata selezionata per cantare La Marseillaise alle cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi Olimpici; Hannah Jones (mezzosoprano statunitense) è stata ammessa al prestigioso Lindemann Program del Metropolitan Opera, Raúl Gutiérrez (tenore messicano) e Samson Setu (baritono neozelandese di origine samoana) hanno entrambi raggiunto il Young Artist Program dell’Opernhaus Zürich. La maggior parte di questi artisti fa oggi parte del programma “Artisti Emergenti”, riservato ai più grandi talenti. Gli altri, come Artisti Cittadini, restano associati a Opera for Peace e continuano a beneficiare del sostegno dell'associazione per il loro sviluppo professionale.