Sydney Sweeney, bufera su pubblicità dei jeans: "Richiama eugenetica"
Spettacolo fonte: American EagleLa nuova campagna denim di American Eagle, con protagonista Sydney Sweeney, ha scatenato una forte polemica. Il gioco di parole “jeans/genes” è stato interpretato da molti come un’allusione a ideologie eugenetiche e suprematiste. Critiche diffuse per l’enfatizzazione su attributi fisici stereotipicamente bianchi (capelli biondi, occhi azzurri), mentre alcuni la difendono come marketing provocatorio. Ma le azioni del brand sono aumentate del 10‑18 %
La nuova campagna pubblicitaria di American Eagle con protagonista l'attrice Sydney Sweeney ha scatenato un acceso dibattito online e politico, soprattutto negli Stati Uniti. Il fulcro della polemica è lo slogan "Sydney Sweeney has great jeans", un gioco di parole tra "jeans" e "genes" (geni), che alcuni hanno interpretato come un richiamo a ideologie eugenetiche e suprematiste bianche
Il contenuto della campagna
Nella campagna, Sweeney appare in diversi video indossando jeans American Eagle, accompagnata da frasi come: "I miei jeans sono blu" e "I geni sono trasmessi dai genitori ai figli, determinando tratti come il colore dei capelli, la personalità e persino il colore degli occhi". In uno spot, Sweeney corregge la scritta "genes" in "jeans", ma il messaggio ha comunque sollevato critiche per l'enfasi su caratteristiche fisiche come capelli biondi e occhi azzurri, considerate da alcuni come simboli di un ideale di bellezza eurocentrico e potenzialmente razzista.
Le reazioni alla campagna
La campagna pubblicitaria con Sydney Sweeney ha subito polarizzato l’opinione pubblica. Da un lato, attivisti e utenti sui social — specialmente su TikTok e Threads — hanno criticato aspramente l’uso del gioco di parole tra genes e jeans, sostenendo che suggerisca un’ideale estetico basato su capelli biondi e occhi azzurri, evocando stereotipi di bellezza eurocentrici. Alcuni commentatori l’hanno definita una forma di dog whistle eugenetico o addirittura propaganda fascista. Il professor Marcus Collins ha evidenziato che, in assenza di modelli di razze diverse e combinando le parole con immagini focalizzate su determinati tratti fisici, la campagna risulti problematicamente ambigua.
Dall’altro lato, alcune figure conservatrici e commentatori hanno difeso la pubblicità. Il senatore Ted Cruz, condividendo un video del New York Post, ha definito la protesta una reazione eccessiva di una “sinistra pazza”. Altri hanno criticato duramente coloro che hanno interpretato la campagna come razzista, affermando che si trattava solo di marketing leggero, non di propaganda bianca. Il portavoce della Casa Bianca, Steven Cheung, ha bollato l’ira sociale come frutto della cancel culture, affermando che questa mentalità ha contribuito alla vittoria di Trump nel 2024