Eleonora Giorgi e la scelta di raccontare la malattia, dalla scoperta alla chemioterapia

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L'attrice, scomparsa il 3 marzo a causa di un tumore, ha condiviso sempre con il sorriso ogni tappa della diagnosi e delle cure per incoraggiare sia le donne malate a non vergognarsi, sia chi soffre ad avere speranza nell'oggi e nel domani

È stata coraggiosa, Eleonora Giorgi, fino all’ultimo momento. Anche nei giorni difficili della malattia, il tumore al pancreas scoperto nel novembre 2023, ha raccontato sempre con il sorriso la diagnosi e le cure. Oggi, circondata dall’affetto della famiglia, ha chiuso gli occhi nella clinica romana dove aveva intrapreso la terapia del dolore. Aveva 71 anni e grande grinta e consapevolezza, come emerge dalle interviste rilasciate negli ultimi due anni sui suoi problemi di salute. “La mia anima è pronta a essere portata via con il vento”, aveva raccontato al Corriere della Sera, in ogni caso grata perché “ogni giorno è un regalo”. Per l’attrice, che si è mostrata in tv a capo scoperto, i capelli sottratti dalla chemioterapia, un dolore così forte aveva comunque portato con sé una luce inaspettata: la vicinanza degli affetti, dai figli Andrea Rizzoli e Paolo Ciavarro, alla nuora Clizia Incorvaia, al nipotino Gabriele, fino all’ex marito Massimo Ciavarro. Ogni giorno, quindi, valeva la pena di essere vissuto. Era proprio quello il messaggio di speranza che Giorgi intendeva diffondere per incoraggiare chi, come lei, soffriva. Non trascurare la prevenzione, e poi capovolgere il punto di vista e riempire le ore di nuovi significati. È ciò che ha fatto Giorgi. “Tengo duro, sono piena d'amore, capisco quante cavolate facciamo durante tutta la nostra vita sprecando il nostro tempo, dietro gelosie, ansie inutili, frustrazioni”, aveva raccontato lo scorso maggio al programma I lunatici su Radio2. “Ognuno di noi ha una data di scadenza, solo che nessuno lo sa. Il mio cuore e la mia anima si sono allargate. Non mi sono mai arrabbiata da quando ho scoperto la malattia, ogni tanto piango, ma non mi sono mai arrabbiata”.

UN RACCONTO SINCERO

Eleonora Giorgi aveva condiviso la diagnosi di tumore al pancreas che, inizialmente, non presentava metastasi. Poi la chemioterapia, l'operazione e gli incoraggiamenti alle donne senza capelli, affinché non si vergognassero del tumore. Inevitabili, infine, le cure palliative, accompagnate dalla consapevolezza che "vorrei che tutti i giorni che mi rimangono fossero pieni di vita.  Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita". Una metastasi al cervello aveva infine resa necessaria la radiochirurgia.

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“Il Destino, più che la mia volontà, ha fin qui segnato il mio percorso umano. Non mi aspettavo, però, che il Fato imprimesse di colpo una svolta tanto violenta alla mia vita”, aveva raccontato Giorgi nella prefazione del libro Non ci sono buone notizie. L'anno più bello di mia madre, nonostante tutto, scritto dal figlio Andrea Rizzoli. Un volume dedicato “a tutti i coraggiosi obbligati a lottare per la loro vita. E a coloro che coraggiosamente scelgono di restargli vicino”, e che conferma l’unione della famiglia in un momento così duro. “Non siamo mai stati così uniti. Presi dalle nostre individualità, procedevamo come delle rette vicine ma parallele. Adesso invece siamo un intricato nodo di emozioni e speranze”, ha scritto Rizzoli. “Quest'anno ci ha messo alla prova in modi che non potevamo nemmeno immaginare. Eppure, proprio nelle difficoltà, siamo stati in grado di tirare fuori il meglio di noi”, ha confermato il fratello Paolo Ciavarro nella postfazione.

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