Caso P. Diddy, oltre 100 nuove accuse di abusi sessuali per il produttore e rapper

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

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Aumentano le accuse di abusi sessuali contro Sean John Love Combs, il rapper, produttore e imprenditore statunitense rinviato a giudizio a New York per aver costretto una decina di ex collaboratori a fare atti di sesso non voluto con lui o in sua presenza. L'avvocato Tony Buzbee ha annunciato che 120 altre persone lo hanno incaricato di rappresentarle in una nuova azione legale contro il musicista e imprenditore. Gli accusatori sono uomini e donne che all'epoca delle aggressioni avevano tra i 9 anni e i 38 anni

Sono aumentate a dismisura le accuse di abusi sessuali contro Sean John Love Combs, noto anche con gli pseudonimi di Puff Daddy, P. Diddy, Puffy, Diddy e Love, il rapper, produttore discografico e imprenditore statunitense rinviato a giudizio a New York per aver costretto una decina di ex collaboratori a fare atti di sesso non voluto con lui o in sua presenza.

 

Tony Buzbee, un avvocato del Texas, ha annunciato nelle scorse ore che 120 altre persone lo hanno incaricato di rappresentarle in una nuova azione legale contro di lui. “Il muro del silenzio è stato infranto", ha detto Buzbee. Gli accusatori sono uomini e donne che all'epoca delle aggressioni avevano tra i 9 anni e i 38 anni.

Dallo stupro alla tratta umana a scopi sessuali

Intanto lui, P. Diddy aka Sean Combs, il magnate dell’hip hop, è in carcere dopo essere caduto sotto le accuse di abusi e violenze sessuali. È indagato per reati gravissimi che vanno dallo stupro alla tratta umana a scopi sessuali.

 

Ma al centro dell'attenzione adesso non è soltanto lui: la lista di persone che nel corso degli anni hanno partecipato ai cosiddetti White Party di Sean “Love” Combs è molto lunga, oltre che assai prestigiosa. Alle sue feste, infatti, presenziavano alcuni dei più grandi nomi dello star system, tra popstar, rockstar, divi di Hollywood e personaggi famosissimi.

Pubblico e autorità si chiedono se alcuni di loro fossero coinvolti anche negli abusi o quantomeno se sapessero cosa capitava durante quelle sontuose feste a casa del rapper, che pare fossero strutturate in due parti.

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Il White Party da un lato e il freak off dall’altro

Da un lato ci sarebbe stato il cosiddetto White Party, una festa con un rigoroso dress code tutto bianco, alcol e musica. Dall’altra, invece, si parla dei freak off.
Questi ultimi pare fossero veri e propri show di performance sessuali estreme in cui donne e uomini subivano i più vari e indicibili abusi, drogati e costretti a idratarsi tramite flebo per portare avanti quelle terrificanti e degradanti maratone del sesso.

 

Tra le prove raccolte dagli inquirenti ci sono diversi video girati durante queste performance e circa un migliaio di confezioni di olio Johnson Baby e altri lubrificanti rivenuti nell’abitazione di Combs.

 

Non è detto però che tutti gli invitati che prendevano parte ai White Party fossero coinvolti anche nei freak off: come ha spiegato Tom Swoope, produttore di eventi che ha raccontato la propria esperienza diretta sul suo canale di YouTube, alle feste organizzate dal rapper erano previsti diversi livelli di accesso, motivo per cui si poteva essere invitati ai White Party senza avere il permesso di accedere ai freak off, che pare fossero riservati a una cerchia di persone più ristretta. Dunque sembrerebbe che i molti invitati dei White Party (parliamo di star del calibro di Justin Bieber, Jennifer Lopez e Leonardo DiCaprio) non fossero presenti anche ai freak off, e che è probabile che tante delle persone presenti alle feste in bianco non sapessero nemmeno cosa stesse accadendo in altri luoghi della villa di Sean Combs.

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