Nel memoir The Woman in Me, che uscirà il 24 ottobre, la popstar ha rivelato di aver assecondato la volontà dell'ex fidanzato dell'adolescenza: "Se fosse stato solo per me, non l’avrei mai fatto"
“Justin era assolutamente certo di non voler diventare padre”. Nelle pagine anticipate da People del nuovo memoir The Woman in Me di Britney Spears, che uscirà nelle librerie il 24 ottobre, la popstar ha rivelato di aver scoperto di essere rimasta incinta dell’allora fidanzato Justin Timberlake alla fine del 2000, quando lei aveva 19 anni e lui 20, e di aver abortito perché “Justin non era affatto contento della gravidanza. Diceva che non eravamo pronti per avere un bambino nelle nostre vite, che eravamo troppo giovani”. La celebre coppia teen aveva iniziato la frequentazione nel 1999, e dopo alcuni anni d’amore aveva concluso la relazione nel 2002 senza mai svelare le ragioni della rottura, che secondo un gossip mai confermato dai diretti interessati sarebbe stata provocata da un tradimento di Spears. La popstar aveva accolto la notizia dell’arrivo del bebè “come una sorpresa, ma per me non è stata una tragedia. Amavo moltissimo Justin. E avevo sempre sognato di avere una famiglia con lui. Ma stava succedendo molto prima del previsto” ha raccontato. Sull’aborto, Spears ha le idee chiare: “Se fosse stato solo per me, non l’avrei mai fatto”, tanto che “finora, è una delle esperienze più dolorose che abbia mai vissuto in vita mia”. Dalle successive nozze con Kevin Federline, celebrate nel 2004 e terminate con un divorzio nel 2006, Spears ha poi avuto i due figli Sean, 17 anni, e Jayden, 16 anni, mentre Timberlake, oggi sposato con Jessica Biel, è diventato padre di Silas, 7 anni, e di Phineas, 3 anni.
LA CONSERVATORSHIP E IL CONFLITTO INTERIORE
“Sono finalmente libera di raccontare la mia storia” ha dichiarato Spears in vista della pubblicazione del memoir. “È finalmente il momento di alzare la voce e di parlare, e i miei fan meritano di sentire la mia versione. Niente più complotti, niente più bugie – solo io in controllo del mio passato, presente e futuro”. La popstar ha anche attaccato il padre Jamie e il resto della famiglia per il controllo esercitato su di lei per tredici anni: “Ero diventata un robot. Ma non solo un robot – una sorta di bambina robot. Sono stata così infantilizzata che stavo perdendo pezzi di ciò che mi rendeva me stessa”. La cantante ha descritto il meccanismo psicologico scattato in lei nonostante i successi raggiunti con gli album più popolari, Baby One More Time del 1999 e Oops! I Did It Again del 2000: “Sentire di non essere mai abbastanza è distruttivo per un bambino”. Il padre Jamie ha poi sottoposto la cantante alla conservatorship, un istituto legale solitamente riservato a persone non in grado di intendere e di volere o molto anziane: “Mi ha privato del mio essere donna, mi ha resa bambina. Sono diventata più un’entità che una persona sul palcoscenico. Avevo sempre sentito la musica nelle mie ossa e nel mio sangue; me l’hanno rubata” ha dichiarato Spears, che ha spiegato il conflitto interiore tra la bambina che bussava dall'interno e l’adulta che premeva dall’esterno. “Se mi avessero lasciato vivere la mia vita, so che avrei seguito il mio cuore e ne sarei uscita nel mondo giusto e avrei risolto il problema”. Dopo aver rilasciato un’appassionata testimonianza in tribunale nel giugno 2021, la popstar ha ottenuto in pochi mesi la revoca della custodia legale.