
Teatro alla Scala, per la prima volta "Rusalka" di Antonín Dvořák. Regia di Emma Dante
L'opera, uno dei capolavori del teatro musicale europeo, non era mai stata eseguita prima al Piermarini. In scena dal 6 al 22 giugno in un nuovo allestimento diretto da Tomáš Hanus. Protagonisti Olga Bezsmertna e Dmitry Korchak. GUARDA LA GALLERY

Va in scena al Teatro alla Scala per sei rappresentazioni dal 6 al 22 giugno Rusalka di Antonín Dvořák in un nuovo allestimento diretto da Tomáš Hanus con la regia di Emma Dante, che torna alla Scala dopo 14 anni insieme a Carmine Maringola autore delle scenografie e Vanessa Sannino che firma i costumi, dopo aver aperto la Stagione 2009/2010 con Carmen diretta da Daniel Barenboim.
Scala, presentata la nuova stagione. Apre Don Carlo
Rusalka è uno dei capolavori del teatro musicale europeo: dopo alcuni decenni di oblio, a partire dagli anni ‘80 la felicità delle melodie, gli echi popolari, l’atmosfera fiabesca e la complessità dei riferimenti ne hanno fatto di nuovo un titolo popolarissimo e frequentemente eseguito in Europa, negli Stati Uniti, in Oriente.

Nei mesi scorsi è stata in cartellone a Dresda, Berlino (Komische Oper), Osaka, Londra, Wiesbaden e Bergen; è ora in programma a Monaco e prossimamente la si ascolterà anche a Amsterdam, Metz, Tenerife, Berlino (Staatsoper), Santa Fe, Praga, Vienna.

Assai più problematica la ricezione italiana, benché le proposte non siano mancate, dalla Fenice che programmò la prima italiana nel 1958 (prima che nel Regno Unito, dove debuttò al Sadler’s Well nel ‘59), a Roma dove la volle per la prima volta Gian Carlo Menotti e a Bologna che ha coprodotto con Dresda lo spettacolo di Christoph Loy.

Per la sua prima produzione del titolo la Scala ha chiamato il direttore Tomáš Hanus - che proprio con Rusalka ha debuttato alla Wiener Staatsoper ed è tornato a dirigerla nelle scorse settimane alla Bayerische Staatsoper di Monaco - e un cast composto da Olga Bezsmertna nel ruolo eponimo e Dmitry Korchak nei panni del Principe, mentre Elena Guseva è la Principessa dell’Acqua, Okka von der Damerau è Ježibaba la strega e Jongmin Park è Vodník, lo spirito delle acque.

Nel cast anche Jiří Rajniš, Svetlina Stoyanova, Hila Fahima, Juliana Grigoryan, Valentina Pluzhnikova e Ilya Silchukou.

È una fiaba diversa da quelle che ci hanno fatto sognare da bambini dove, appunto, la protagonista sposa il suo principe "e tutti vissero felici e contenti", ma più vicina alla tradizione nordica, slava e germanica, dove le rusalka sono ninfe delle acque capaci di attrarre nei gorghi gli sventurati che osano avvicinarsi. Qui la ninfa, che vive in un mondo incantato, si innamora di un principe umano e una strega le consente di trasformarsi in una fanciulla bellissima a costo però di perdere il dono della parola.

Anche il principe si innamora, ma proprio il comportamento umano del giovane lo porta al tradimento con una principessa straniera e Rusalka che per lui ha perduto la sua natura di ninfa, con un bacio mortale lo uccide. "Una fiaba psicologica - secondo Emma Dante - o meglio psichedelica". E come una fiaba, insieme a Maringola e a Sannino, ha cercato di rappresentarla, ma con i limiti di una realtà umana che tolgono il finale a lieto fine.

Per la regista palermitana, quest'opera può avere diverse letture, "ma è sbagliato darne una visione superficiale, che la svilisce, ma piuttosto una più profonda", che coglie la drammaticità della vicenda, con diversi risvolti, come le riflessioni sulla natura umana, tutt'altro che buona e gentile, o sull'accettazione del diverso, dello straniero.