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“Lazarus” a Milano, Manuel Agnelli: “Scritta da Bowie per l’oggi, un’opera per tutti"

Spettacolo

Valentina Clemente

Fabio Lovino

Arriva a Milano l'opera rock di David Bowie e Enda Walsh, nella versione italiana curata da Valter Malosti. Tra i protagonisti Manuel Agnelli, Casadilego e una band straordinaria che, secondo lo stesso Agnelli, “non fa cover, bensì rende questo spettacolo ancora più emozionale”. “Portiamo lo spirito di Bowie, senza imitarlo”, ha sottolineato Manuel Agnelli. Appuntamento da martedì 23 a domenica 28 maggio al Piccolo Teatro Strehler

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“Ascolto David Bowie sin da piccolo e prima di iniziare questa bellissima avventura l’ho risentito, perché avevo paura di dimenticarlo. Così non è stato. Ma attenzione: sul palco, quando verrete a vedere Lazarus, non ci sarà David Bowie. Lui ha scritto quest’opera rock perché lo recitasse un attore, ma anche canzoni che non avrebbe dovuto interpretare. E no, non interpreto David Bowie. Anche se non è stato difficile immedesimarmi nel ruolo che interpreto, proprio perché i temi affrontati mi sono molto vicini”: Manuel Agnelli pesa ogni parola, nel suo stile impeccabile, quando racconta il suo ruolo in Lazarus, opera rock di David Bowie e Enda Walsh, presentata da ERT/Teatro Nazionale in esclusiva per l’Italia e che arriva al Teatro Strehler dal 23 al 28 maggio. Un'opera rock che include alcuni tra i più celebri brani di Bowie e quattro inediti scritti appositamente, per costruire una drammaturgia parallela.

Uno spettacolo di Valter Malosti

Uno spettacolo di Valter Malosti che vede Agnelli nel ruolo di Newton, un alieno che vive tante emozioni senza riuscire a risolverle, che sta cercando un luogo dove sentirsi se stesso, di nuovo. Nell’opera Newton si interroga e cerca di trovare una meta dove può riconoscersi. “In questo ruolo c’è molto di me, ma non metto mai il mio ego davanti alle canzoni. E non ho paura di lasciarmi andare emotivamente sul palco”, aggiunge Agnelli nella conferenza stampa di presentazione.

 

"Il regalo d'addio di Bowie al mondo"

In scena per la prima volta a New York il 7 dicembre 2015, in quella che sarà l’ultima apparizione pubblica di Bowie prima della sua scomparsa, Lazarus rappresenta il testamento creativo del musicista. "Alla luce della sua morte - dice Malosti - tendiamo a leggere tutto ciò che Bowie ha creato nei suoi ultimi anni come allegoria autobiografica. Ma Bowie, come sempre nelle sue creazioni, usa la persona di Newton come mezzo per i temi che troviamo, costantemente, nella sua musica. Ovvero l'invecchiamento, il dolore, l'isolamento, la perdita dell'amore, l'orrore del mondo", aggiunge il regista.

Chi è Newton (interpretato da Manuel Agnelli)

Newton, l’infelice migrante interstellare costretto a rimanere sulla Terra, che non può morire e non invecchia (protagonista del romanzo di Walter Tevis L’uomo che cadde sulla Terra e dell’omonimo film in cui Bowie ha fornito la sua migliore prova attoriale), è al centro di tutto. Ancora prigioniero sul nostro pianeta, sempre più isolato, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima di allucinazioni e dipendenze, Newton riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni a occhi aperti mentre vari personaggi – fantasmi? proiezioni mentali? – si aggirano nello spazio claustrofobico del suo appartamento.

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"Migrante su questa terra"

"Bowie è stato un migrante su questa terra. E a tutti gli artisti ha lasciato un messaggio molto importante, che io stesso ho fatto mio: fate ciò che volete", dice Agnelli nel racconto del suo ruolo. E alla domanda: "Può questa opera rock diventare un disco", il frontman degli Afterhours dice: "Il materiale è all'altezza".

Le zone colpite dall'alluvione e il concerto di Bruce Springsteen

Verso la fine della confererenza stampa, non manca il riferimento all'attualità, tra cronaca e musica: "Cosa ne pensa della scelta di Springsteen di fare comunque il concerto a Ferrara?", chiedono ad Agnelli. "Sono tante le realtà che possono beneficiare di appuntamenti come questi, dai musicisti alle tantissime persone che lavorano dietro le quinte. Io avrei comunque fatto il concerto, ma avrei devoluto l'incasso, cosa che The Boss non ha fatto. Non aver detto nulla in merito a quanto accaduto? Ogni parola viene sempre strumentalizzata, quindi forse è meglio evitare", aggiunge Agnelli.

L'Emilia-Romagna nel cuore

"Ho l'Emilia-Romagna nel cuore, ho girato moltissimo quelle zone, soprattutto negli anni Novanta. E ho sempre ricevuto tanto amore, anche quando sono tornato per Lazarus", dice Agnelli. A cui fa eco Valter Malosti: "Il teatro di Cesena è salvo, ma sono tante le zone colpite".

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