I primi episodi sono arrivati in Italia il 4 aprile del 1978 conquistando intere generazioni fino a oggi
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"Mangia libri di cibernetica, insalate di matematica, e a giocar su Marte va” recita la sigla indimenticabile. Sono passati 45 anni dalla nascita di Goldrake, eppure ancora oggi non c’è una fiera nerd in cui non sia presente una riproduzione di questo personaggio nato in Giappone e diventato in breve tempo iconico in tutto il mondo. Un’avventura straordinaria che ha preso forma episodio dopo episodio entrando nelle case e nel cuore di tanti paesi nel mondo, partendo dall’Oriente.
Goldrake in Italia
L’arrivo in Italia dell’anime giapponese Atlas Ufo Robot, tratto dal manga omonimo di Go Nagai, risale al 4 aprile del 1978, con i primi episodi del cartone animato mandati in onda all’interno della trasmissione Buonasera con… condotta da Maria Giovanna Elmi. Piccoli e grandi si riuniscono di fronte alla televisione per godersi un appuntamento che in breve diventa un evento imperdibile che apre la strada ad altri fenomeni simili che arriveranno in seguito, come Mazigna e Jeeg Robot. Il cartone animato con Goldrake in Italia viene organizzato in tre blocchi tra il 1978 e il 1980. Registra ottimi ascolti fin dall’inizio e la gente comincia a parlarne e a renderlo un fenomeno.
approfondimento
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Dario Fo e gli intellettuali pro e contro Goldrake
Dario Fo attirò l’attenzione con le sue riflessioni su Goldrake che sapevano di critica. "Goldrake ha tutte le carte in regola per affascinare il suo pubblico” scriveva Dario Fo in un articolo, elencando i colori e le macchine fantasiose della serie, "ma il male è sempre orrido, laido, mostruoso e a un passo dalla vittoria finale". Secondo Fo, Goldrake si poteva considerare l’erede diretto di San Giorgio, come elogio di una casta di aristocratici illuminati. Quelli che ieri erano cavalieri, poi sono diventati i robottoni. E aggiungeva una critica anche alla tv come strumento in relazione alle giovani generazioni dell’epoca scrivendo: “Oggi la TV è una moderna baby sitter, surrogato della mancanza di spazi pubblici. Niente censura, ma controspettacolo per smitizzare, per battere Goldrake”. Prima di Fo però un altro intellettuale, lo scrittore Gianni Rodari, aveva invece elogiato Goldrake descrivendolo come una sorta di Ercole moderno, metà uomo e metà Dio, ma anche metà macchina spaziale che parla e interagisce con il bambino capace di capirne i valori e crescere. "I bambini giocano a fare Goldrake perchè non vogliono subire Goldrake, ma lo vogliono usare loro stesso".