Scala, 13 minuti di applausi per Boris Godunov. Meloni: separare cultura da politica russa
SpettacoloSi è aperta con un’ovazione per il presidente Mattarella l’attesa Prima del Teatro alla Scala. Sul palco reale anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e il premier Giorgia Meloni. Unanime il messaggio di risposta alle polemiche: la cultura russa non va cancellata. Trionfo per lo spettacolo con la direzione di Riccardo Chailly e la regia di Kasper Holten che ha visto come protagonista assoluto l’eccellente Ildar Abdrazakov
La cultura russa non va cancellata. È europea. È il messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sulle polemiche che hanno accompagnato la scelta di un’opera russa, il Boris Godunov, per la Prima della Scala. Un pensiero condiviso anche dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e dal premier Giorgia Meloni.
Separare la cultura dalla politica russa
“Credo che compositori come Mussorgsky o Tchaikovsky siano fantastici, dobbiamo onorare la cultura e non permettere a Putin di distruggerla" ha detto von der Leyen ai nostri microfoni entrando nel Foyer della Scala condividendo anche l’emozione per questa sua prima volta al Teatro alla Scala.
"Conoscete la mia posizione in tema di conflitto in Ucraina, ma penso che la cultura sia un'altra cosa e penso che non bisogna fare l'errore di mescolare dimensioni che sono diverse" le ha fatto eco il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. E ha aggiunto: “Noi non ce l'abbiamo col popolo russo, con la storia russa, noi ce l'abbiamo con le scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. E' una cosa diversa. Secondo me, è giusto mantenere le due dimensioni separate".
Anche il Maestro Riccardo Chailly, che ha incontrato le istituzioni presenti su un palco reale sold out, ha voluto rimarcare l’importanza di stringersi in un momento storico tanto difficile. “Siamo tutti spettatori di una tragedia iniziata il 24 febbraio”.
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Scala, applausi per Mattarella: “La cultura russa non si cancella”
Chailly: "Non è solo un capolavoro, è patrimonio dell'umanità"
Dopo un inizio con un’ovazione molto calorosa per il presidente Mattarella seguita dagli inni, prima quello di Mameli e poi l’inno alla Gioia (inno europeo) in onore della von der Leyen, a parlare è stata la musica del capolavoro di Mussorgsky presentato nell’originale del 1869 con la direzione del Maestro Riccardo Chailly e la regia di Kasper Holten. Una versione tanto voluta da Chailly che pone al centro il tormento del protagonista. Una versione respinta dalla commissione dei teatri imperiali di San Pietroburgo perché un’opera troppo nuova e troppo rivoluzionaria per essere capita. “E’ una musica di un’altezza tale che ci sconvolge. Ogni volta”. E rimarca: “Non è solo un capolavoro, è patrimonio dell’umanità”.
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Boris Godunov, alla Prima della Scala anche Mattarella e Meloni. FOTO
Ildar Abdrazakov: "Musica unisce"
Protagonista assoluto Ildar Abdrazakov, il basso russo più importante al mondo alla sua sesta Prima alla Scala che ha dato tutta la potenza necessaria al personaggio dello zar infanticida che muore vittima del suo tormento. Tanti, tantissimi applausi e fiori per lui. E alla fine dello spettacolo, dietro le quinte, lancia un messaggio per superare ancora una volta le polemiche che hanno accompagnato la scelta di questo titolo.
“Noi cantanti e noi musicisti parliamo con la musica e vogliamo rimanere così. Artisti. Noi facciamo il nostro lavoro. Questa musica è una musica che unisce. Questo fa la cultura, unisce”.
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13 minuti di applausi
La Prima si è chiusa così con 13 minuti di applausi e una presenza da record sul palco reale. Accanto al presidente Sergio Mattarella il premier Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, oltre al presidente del Senato Ignazio La Russa e al sindaco di Milano Beppe Sala. Solo una volta, nel 2011, si erano avuti sul palco reale contemporaneamente il presidente della Repubblica e il premier (all’epoca erano Mario Monti, abituale spettatore della Scala e presente anche stasera, e Giorgio Napolitano). In sala, il tradizionale pubblico del 7 dicembre, con personalità del mondo della cultura, dell'economia, della politica, ma anche dello spettacolo come Roberto Bolle e i primi ballerini della Scala, Stefano Accorsi, Morgan e tanti altri. Sotto alcune interviste raccolte nel foyer.