Stories, "Edoardo Leo - Così normale, così speciale". VIDEO

Spettacolo

Un nuovo film in sala e un altro in arrivo. E poi l’amore per la lentezza, la lunga gavetta, il curling, la passione per lo sport, la vita per il cinema. L'attore si racconta al vicedirettore di Sky TG24 Omar Schillaci. Tutte le interviste del ciclo Stories sono anche tra i podcast di Sky TG24, sul sito Spettacolo di SkyTG24.it e le principali piattaforme di podcasting

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È Edoardo Leo il protagonista della nuova puntata di “Stories” (LO SPECIALE), il ciclo di interviste ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Roberto Contatti, l’attore e regista si racconta in “Edoardo Leo - Così normale, così speciale”, in onda lunedì 7 novembre alle 21 su Sky TG24 (in replica sabato 12 novembre alle ore 21 e domenica 13 alle ore 15), su Sky Arte sabato 12 novembre alle 14 e sempre disponibile On Demand. Un nuovo film in sala e un altro in arrivo. E poi l’amore per la lentezza, la lunga gavetta, il curling, la passione per lo sport, la vita per il cinema. Una storia speciale per chi rivendica il diritto ad essere normale. 

 

Edoardo Leo sarà nelle sale dal 10 novembre con “War – La guerra desiderata”, di Gianni Zanasi con Miriam Leone, Giuseppe Battiston, Carlotta Natoli e Stefano Fresi per una produzione Pupkin Production, Vision Distribution, Éloïse Film, in collaborazione con Sky. Un film che racconta l’avvicinarsi di una folle guerra europea. “In realtà non facciamo vedere la guerra che arriva ma come l'attesa di questo conflitto possa cambiare le sorti non solo del Paese ma quelle personali, psicologiche, delle persone. Tutti i personaggi protagonisti di questa storia cominciano a chiedersi: ma se davvero arrivasse una guerra, quindi la possibilità che tutto possa finire, la vita come così come è concepita possa terminare, io che farei? Cosa ho lasciato indietro? Che rimpianti ho? Cos'è che non ho avuto il coraggio di fare?”. Il film è stato scritto nella primavera del 2019, quindi ben prima della guerra tra Russia e Ucraina. “La cosa straordinaria è che hanno chiesto al regista Gianni Zanasi se fosse un veggente e lui ha risposto: “Io non prevedo il futuro, è il futuro che sta andando all'indietro”. Ed è in qualche modo il simbolo di una regressione. Stiamo tornando indietro con gli accadimenti quotidiani”.  

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La chiacchierata di 40 minuti disegna i tratti dell’attore e regista ripercorrendo alcune delle tappe fondamentali della sua vita e carriera. Partendo proprio dalle sue radici, quando da bambino viveva in “Un quartiere non troppo periferico di Roma, Montesacro. lì ho fatto le scuole. In una famiglia normalissima di impiegati, con una nonna vedova che viveva insieme a noi, che è stata per me un punto di riferimento abbastanza importante. E quindi tutto ciò che non dovrebbe portare a fare questo mestiere. Diciamo una normalità che apprezzo tantissimo e che mi fa a volte pensare di non avere una biografia così straordinaria. A volte mi sembra un po’ noiosa”. Si passa poi però da “Romanzo Criminale” (Stefano Sollima aveva un rapporto molto bello con me e con Marco Giallini e quindi ci ha chiesto in qualche modo di partecipare alla serie. Io l'ho fatto con grande piacere perché è un regista che stimo e perché comunque, col senno di poi, sono molto contento di aver partecipato a una serie che in qualche modo ha cambiato il destino della serialità italiana”) al debutto alla regia con “Diciotto anni dopo” (Ho cercato per anni un regista che girasse questa storia che ho scritto col mio amico fraterno Marco Bonini, ma non eravamo due volti cinematografici richiesti. È stata un'esperienza incredibile perché io ho girato quel film per frustrazione. Abbiamo cercato un regista e nessuno voleva farlo. Alla fine l'ho fatto e quel piccolo film ha cambiato un po’ la mia vita, ha vinto più di 50 Festival in tutto il mondo). Quindi “La mossa del pinguino” per la regia di Claudio Amendola e l’amore per lo sport e il carling: “Bellissima avventura. Ancora oggi mi capita di trovare persone di tutte le età che hanno conosciuto il Carling tramite il nostro film”. 

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E poi “Smetto quando voglio”: “Gassman, in una sua straordinaria autobiografia che si chiamava “Un grande avvenire dietro le spalle”, dice ‘Alla fine di tutta la carriera di un attore rimangono tre titoli’. Ecco, io non so quali saranno i mei altri due, ma sono sicuro che uno sarà “Smetto quando voglio””.  Fino a “perfetti sconosciuti”: “Lo fanno in teatro in tutto il mondo. Ormai è diventato un piccolo classico, ma non l’avremmo mai immaginato”. Una carriera lunghissima e di successi nonostante “ho avuto qualche delusione, anche pesante, tanti anni fa, sono stato cacciato da una serie televisiva perché mi dissero che non ero all’altezza del ruolo, ci sono stato male. Avevo anche pensato di smettere. Poi però, lentamente, la seconda parte della mia vita professionale mi ha regalato dei momenti molto, molto felici”, ha detto. 

 

E se non avesse fatto l’attore avrebbe voluto fare “L'insegnante, mi piace l'idea di insegnare letteratura. Sono appassionato di poesia, di romanzi, di letteratura a 360 gradi”. E poi il suo “amore” per la lentezza: “Io sono uno che dice che gli piace la lentezza perché è lento. Ho dovuto giustificare in qualche modo e darle un senso dignitoso. Però in realtà la lentezza non vuol dire che non sto lavorando velocemente è che sto pensando tante cose. Poi quando le realizzo ci metto meno di altri, perché c’ho rimuginando tanto sopra”. 

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Tra i prossimi progetti, ci sono “Non sono quello che sono” che ha iniziato a scrivere 15 anni fa e un film che uscirà a Capodanno: “E’ una cosa molto particolare che uscirà il primo dell'anno. È un film fatto da quattro episodi e il secondo da altri quattro episodi. Il titolo provvisorio è “Le feste comandate” perché parla delle feste comandate, cioè i titoli di questi episodi sono: Natale, Capodanno, San Valentino, Festa della Donna, 1º Maggio, Ferragosto, Halloween, La Vigilia. E’ una cosa che ho fatto insieme a Massimiliano Bruno, cioè 4 episodi li dirigo io, 4 li dirige lui”. E il documentario su Gigi Proietti: “Il mio grande cruccio è che non l’abbia potuto vedere finito. Ogni sera vedo una sedia vuota nella platea e spero sempre ci sia lui a guardarsi e a rendersi conto di quanto ci ha fatto bene a tutti”.

 

Durante la messa in onda dell’intervista comparirà un QR Code che permetterà, inquadrandolo con la telecamera del proprio smartphone, di accedere a una serie di contenuti speciali dedicati all'artista, disponibili sul sito skytg24.it. Tutte le interviste di “Stories” sono anche proposte tra i podcast di Sky TG24, sul sito skytg24.it e sulle principali piattaforme di podcasting. 

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