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Grande Fratello Vip, Giovanni Ciacci primo concorrente sieropositivo

Spettacolo

Matteo Rossini

©Kika Press

Come riportato da Tgcom24, Giovanni Ciacci ha dichiarato al magazine Chi: “Accenderò un faro su questa malattia e sarà la prima volta che si parlerà di Hiv in un programma seguitissimo di prima serata"

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Giovanni Ciacci sarà il primo concorrente sieropositivo a varcare la soglia della porta rossa del Grande Fratello VIP. Lo stylist ha annunciato la presenza nel reality tra le pagine del magazine Chi raccontando la sua storia e l’importanza di fare informazione.

giovanni ciacci: “Accenderò un faro su questa malattia”

 

Svelato il primo nome che tra qualche settimana prenderà parte alla settima edizione del Grande Fratello VIP, condotto per il quarto anno consecutivo da Alfonso Signorini affiancato dalle opinioniste Sonia Bruganelli e Orietta Berti.

 

In attesa di conoscere il cast completo, il magazine Chi ha annunciato il primo concorrente ufficiale della trasmissione, ovvero Giovanni Ciacci.

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Come riportato da Tgcom24, lo stylist ha confermato la presenza parlando anche della sua sieropositività e della grande importanza di informare su questo tema: “Accenderò un faro su questa malattia e sarà la prima volta che si parlerà di Hiv in un programma seguitissimo di prima serata".

 

Giovanni Ciacci ha aggiunto: “Conosco tanti colleghi e colleghe che in passato, anche in un passato molto recente, sono stati esclusi dai reality perché avevano l’Hiv".

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Lo stylist ha poi ricordato l’importanza delle cure antiretrovirali: “Negli Anni 80 la parola Hiv era sinonimo di morte. Le cure antiretrovirali non si erano ancora trovate, moriva un sacco di gente. Per chi si infettava la sieropositività era solo l’anticamera dell’Aids che lo avrebbe condotto dritto al cimitero”.

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Giovanni Ciacci ha proseguito: “Il tasso virale nel sangue viene annullato e non ci si ammala più di Aids. Certo, si muore ancora: chi non si può o non vuole curarsi o chi si accorge troppo tardi della sua sieropositività, magari in Aids conclamato. Ecco, in questi casi è difficile intervenire con successo sulla malattia".

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