Coachella 2022 - Day One, il diario dal Festival della nostra inviata in California

Spettacolo

Valentina Clemente

Courtesy of Coachella

Coachella 2022, si inizia! Tantissimi i concerti nelle tende del Festival, per il Day One noi abbiamo scelto: Mika, Anitta, Phoebe Bridgers, Ela Minus, Carly Ray Jepsen, Arcade Fire (a sorpresa, non erano previsti nella lineup iniziale!), Black Coffee, Purple Disco Machine, Peggy Gou e Harry Styles. E come dicono qui: happy Coachella & stay hydrated!

 

Arrivare fisicamente a Indio, nel deserto della California, non è facile. Dall’aeroporto di Los Angeles, senza traffico, bisogna guidare mediamente tre ore e mezza che, nel periodo del festival più cool dell’anno, diventano circa cinque. Sì: cinque ore in auto, nel traffico, circondati da Festivalgoers, campers. Tutti con l’obiettivo di arrivare all’Empire Polo Club il prima possibile. Perché poi inizia la festa. Anzi: le feste.

Andare a Coachella non significa solo vedere trecento concerti in tre giorni (e potrebbero essere anche di più, visto che alcuni artisti suonano contemporaneamente in spazi diversi ed è quasi impossibile seguirli tutti): vuol dire anche partecipare alle feste post concerto. Che significa anche non dormire. O banalmente fare delle scelte: vado a sentire Anitta o il dj set di Peggy Gou in una real estate poco lontana da Indio? Bel dilemma. Alla fine, però, vincono i concerti. E se non puoi vederli tutti dall’inizio alla fine, ne vedi un po’ di uno e poi scappi nella tenda dall’altra parte del Festival. Senza dimenticare di correre, portare acqua e crema solare, perché il sole è molto forte (l’ho provato anch’io!). Ah, dimenticavo: ma quanto è bello raccontare quanto su è visto mentre si ascoltano altri artist in sottofondo, prima di andare in un’altra tenda a sentire un concerto nuovo? Bellissimo, sì. E ci si sente molto fortunati.

Primo show: Mika…e che show!

Mika si conferma il performer che conosciamo: super. Ha aperto le danze sul main stage, il palco principale, dove dopo di lui si sono esibiti, tra gli altri, Princess Nokia, Ari Lennox, Anitta, Lil Ceasar e Harry Style (di cui parleremo più tardi, perché merita un capitolo a parte – possiamo solo anticipare: wow!). Con la sua “Relax, take it easy” si muove magicamente sul palco, e tutti battono le mani. E quando si sentono le primissime note di “Grace Kelly” l’artista fa impazzire tutti i presenti. Nonostante un piccolo problema tecnico all’inear – che condivide con il pubblico dicendo “non sento nulla dal mio auricolare, ma il tempo passa e io non voglio scendere da questo palco!” – Mika va avanti con il suo spettacolo e fa divertire e impazzire tutti quanti. La sua energia è incontenibile ed è bellissimo che anche il popolo di Coachella abbia potuto apprezzare questo artista magnifico. E per chi sarà al festival il prossimo week end: non perdetelo, anche se suona alle 3.40pm, nell’orario in ci il solo, soprattutto quello del deserto, non si dovrebbe proprio prendere. Ma Mika vale la pena. Quindi: bring your sunscream!

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Purple Disco Machine: dance, dance, dance!

La Yuma Tent è dall’altro lato di Coachella e, dal main stage, sono circa 15 minuti a piedi. Appena arrivo la tenda è strapiena di gente che già ha iniziato a ballare. E niente: sembra di essere proprio…a Coachella. Il deserto, la sabbia che si alza in polverone perché la gente balla, balla, balla. E non si ferma. La musica di questo dj tedesco sa conquistare tutti. Gente appiccata sottopalco, che non smette di muoversi. E la bellezza di tutto questo, nonostante le temperature elevate, è che ai presenti non interessa nulla che non sia la musica. Ballare, recuperare il tempo perso. Parlo con una ragazza fuori dalla tenda, a cui chiedo un po’ di ospitalità nel suo spazietto di ombra (fa caldissimo!) e mi dice: sai, non vedevo l’ora che Coachella tornasse. Negli ultimi due anni non abbiamo fatto nulla: ecco perché adesso balliamo in continuazione. Essere qui, per noi, è una vera festa”. Ed è quello che ha portato Purple Disco Machine, Hyptotized by the lights!

 

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Carly Rae Jepsen: call me, maybe?

Sì, lo ammetto: sono andata nella Mojave Tent solo per sentire “Call me maybe”. E lei non mi ha deluso, evviva! Fortissima, come sempre. Il suo pop fa sorridere, perché fa divertire. Che poi, proprio far sorridere, è uno dei tantissimi effetti della musica, soprattutto quella dal vivo. Bella, divertente, brava: questa artista canadese sa come intrattenere i presti…e non potete immaginare quanto ci siamo divertiti tutti. Una festa, con il pop di Carly. Un’artista minuta solo esteticamente, ma grande come la sua voce che conquista anche la tenda più lontana di Coachella. I presenti al concerto? Cantavano TUTTI, ma proprio tutti! Una meraviglia vera!

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Anitta: welcome to Brazil

Lo spazio di Anitta, artista brasiliana? Un ballo continuo…e una festa a ritmo brasiliano! Quarantacinque minuti nel main stage che di fatto sono un ballo continuo, uno show a trecentosessanta gradi che non ti ferma nemmeno per un secondo. Quando sale sul palco fa subito un saluto in portoghese, dedicato a tutti i latinos a Coachella, e a sorpresa con lei c'è Snoop Dogg. Anitta è una Performer con la p maiuscola: porta la sua cultura, capoeira compresa, sul palco, e non lascia spazio all’immaginazione. Scuote tutti i presenti, che per tutta la durata della sua esibizione si sono fatti trasportare dai ritmi brasiliani, anche grazie a dei bravissimi ballerini che la acocmpagnano. Cambi d’abito frequenti, proprio come le superstar: ma forse Anitta già lo è. Quanto l’ha amata il popolo di Coachella? Da zero a dieci: undici!

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Arcade Fire

Fire, fuoco puro! Mojave Tent strapienissima, tanto che le persone avevano occupato metà dell’area antistante per poter ascoltare questo concerto-sorpresa. Con Win Butler che apre il concerto dicendo: “la prima volta che abbiamo suonato qui a Coachella eravamo dei bambini, era il 2005. Ma adesso siamo qui, di nuovo” e poi fa un ricordo alle persone coinvolte dalla guerra in Ucraina. Non avevo mai sentito gli Arcade Fire dal vivo e sì: la loro musica è proprio fuoco!

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Phoebe Bridgers: che romanticismo!

Romantica, bella, coinvolgente. Semplicemente Phoebe. Si esibisce quando a Coachella è già scesa la sera e la sua voce è una perfetta lullaby, ninnananna che accompagna tutti i presenti sul prato dell’Outdoor Theatre. C’è anche una leggera brezza che accompagna, delicata, la sua voce. Tra una canzone e un’altra non parla quasi mai, per lei parla la sua voce. Solo in un’occasione si limita a dire: “questa canzone parla di mio papà” e tutti la applaudono, poco prima di iniziare a cantare “Kyoto”. È così delicata e così perfetta, anche per l’orario del suo concerto. Una voce che trascina, che permette anche un po’ di sognare. Bellissimo che sul palco insieme a lei ci sia anche una ragazza che canta le sue canzoni attraverso la lingua dei segni: fantastica e travolgente, anche lei, proprio come la musica di Phoebe Bridgers, classe 1984, californiana, emozionante e emozionata. Sì: perché suonare “a casa” regala emozioni impagabili

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Black Coffee – Boom!

La musica a Coachella non manca mai. E neanche quella da balalre, tanto che quest’anno i dj presenti sono moltissimi. Tra qesti Black Coffee, artista sudafricano che ha recentemente vinto un Grammy, che a Indio porta la sua miscela di musica elettronica per la prima volta: tutti in piedi ad ascoltarlo, coinvolgente (e anche la sua tenda è pienissima!), serio, molto focused. Una figura interessante che porta anche la sua cultura e le sue origini, insieme alle sue note. Molto interessante! 

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Peggy Gou – The Queen

È la regina dei djset, inutile negarlo. Se c’è Peggy, tutti la ascoltano come se fosse una calamita. Yuma tent al completo, inebriata dalle sonorità di Miss Peggy, artista sudcoreana che vive a Berlino. E i suoi dj set sono anche i più cool di Coachella, o meglio: di quello che accade dopo Coachella, alle feste a Palm Springs, agli eventi nelle private estate, case nel mezzo del deserto dove ci si ritrova dopo la musica del festival. Difficilissimo accedervi (a queste feste), però ovviamente la musica vale la pena la ricerca dell’invito. Come del resto quella che Peggy Gou ha portato a Indio (e non solo alle feste private): ha fatto ballare tutti, tantissimo, nonostante i quasi 35 gradi e la sabbia. Ma con la sua musica è come se nulla di tutto questo fosse mai esistito. 

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Ela Minus

Ela Minus da lontano mi ricorda un po’ Meg dei 99 Posse, un po’ Björk, un po’ qualcosa che non sai ben spiegare perché è l’unione di tantissime cose. Colombiana, fa musica elettronica. Minuta ma così piena di energie! E in crescita professionale: chiude il primo giorno alla Sonora tent, un po’ come se fosse la headliner di quello spazio. Una figura molto interessante, che si sta facendo molto spazio anche in Europa e non tarderà ad arrivare in Italia

 

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A sorpresa sul main stage, nel corso della penultima esibizione prima di Harry Style, abbiamo visto unirsi a Daniel Caesar, Justin Bieber. L’artista si è esibito sulle note di “Peaches”.

Harry Styles – You’re so golden!

Il primo headliner del primo giorno del Coachella, prima edizione dopo il covid: Harry Styles è pazzesco! Si fa attendere fino alle 11.35pm, ultimo della giornata ovviamente, quando oramai le persone sono un po’ stanche dalla giornata intensa di concerti. Ma altrettante sono lì ad aspettarlo dal primo pomeriggio: sì, le ho viste io…aperti i cancelli, si sono posizionate sottopalco (non dimentichiamoci mai che fa caldo, molto caldo. E dall’una alle cinque del pomeriggio trovare un fazzoletto d’ombra è praticamente impossibile, soprattutto sullo spazio davanti al main stage. Poco male: bisogna esserci e cantare insieme a Harry Styles. Lui? Chichissimo, elegantissimo e molto bravo. Porta sul palco anche la sua nuova canzone, As it was, che tutti già sanno a memoria. 

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