Guerra in Ucraina, cartoni e sanzioni contro la Russia: per ora salvo Masha e Orso

Spettacolo

La popolare serie animata realizzata da uno studio di San Pietroburgo continua a essere diffusa in Italia. Nessun blocco, almeno per il momento. Nonostante in passato fosse stata accusata di fare propaganda pro Putin. Intanto la Russia potrebbe creare la sua Peppa Pig

Niente Netflix, Disney, Warner o Sony. Le major occidentali dell’intrattenimento hanno bloccato le “esportazioni” e le "importazioni" per e dalla Russia, e così hanno fatto anche tanti musicisti e organizzatori di concerti. Sanzioni culturali, metodi alternativi per fare pressione su Vladimir Putin affinché torni sui suoi passi e fermi l’avanzata del suo esercito in territorio ucraino (LO SPECIALE). Ma se i bambini russi non potranno vedere Red, quelli italiani possono stare tranquilli: nessuno, almeno per il momento, pare avere intenzione di toccare Masha e Orso.

Accusata di fare propaganda pro Putin

La produzione della popolarissima serie animata russa, spostata da tempo a Cipro, prosegue incessantemente. E questo nonostante i sospetti che già da tempo aleggiano sul suo sottotesto. Già, perché Masha e Orso non è solo una serie lautamente finanziata da Putin, che di certo vede di buon occhio e come simbolo di prestigio nazionale che un prodotto d’animazione russo possa rivaleggiare coi giganti occidentali del settore, ma secondo una ricerca realizzata dal docente di Scienza politica all’Università di Buckingham Anthony Glees e riportata dal Times ben prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, il cartone sarebbe uno strumento di propaganda e Orso, il suo protagonista, rappresenterebbe proprio Putin.

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UNA SERIE ANIMATA DA RECORD

Masha e Orso continua a mietere record da quando fu creata nel 2008 da Oleg Kuzovkov per lo studio Animaccord di San Pietroburgo. Di recente ha raggiunto su Youtube il miliardo di visualizzazioni, mentre in Italia viene trasmessa da 10 anni dalla Rai (Prima su Rai2, ora su Rai Yoyo) e sul canale DeA Junior. D’altra parte stiamo parlando di un prodotto senza dubbio rilevante nel panorama dell’animazione internazionale, visto che si tratta della prima serie animata in 3D mai realizzata.

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LA LETTERA CONTRO LA GUERRA DEGLI ANIMATORI RUSSI E UCRAINI

La guerra, però, prosegue, e non è detto che a pagare il prezzo delle sanzioni non siano anche Masha, il suo amico Orso, e i milioni di piccoli fan di tutto il mondo. A far ben sperare, però, è lo schieramento compatto contro la guerra degli animatori russi e ucraini, che in 700 hanno firmato una lettera per condannare l’invasione militare. Persino il cartone ucraino Brave Bunnies prosegue nonostante le intuibili difficoltà, con la continuità della produzione garantita anche dai coproduttori internazionali, tra i quali è presente anche l’Italia.

LAS VEGAS, NEVADA - JANUARY 07: Sony Music Entertainment CEO Rob Stringer speaks during a Sony press event for CES 2019 at the Las Vegas Convention Center on January 7, 2019 in Las Vegas, Nevada. CES, the world's largest annual consumer technology trade show, runs from January 8-11 and features about 4,500 exhibitors showing off their latest products and services to more than 180,000 attendees. (Photo by Justin Sullivan/Getty Images)

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LA RUSSIA POTREBBE PRESTO COPIARE PEPPA PIG

Intanto Putin sembra voler condurre la sua guerra all’Occidente anche attraverso i cartoni animati. Una sentenza di un tribunale russo ha infatti respinto un caso per violazione del copyright, aprendo la strada alla realizzazione di copie delle serie più diffuse in Europa e negli Stati Uniti. La prima della lista sarebbe Peppa Pig, che avrebbe dunque una sua gemella russa. Una sorta di autarchia dei cartoni per aggirare le sanzioni che stanno colpendo Mosca.

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