
Chi è Sergei Polunin, ballerino ucraino con il tatuaggio di Putin sul petto. FOTO STORIA
Sulle cronache di questi giorni per la cancellazione del suo spettacolo agli Arcimboldi di Milano, è stato definito il "bad boy della danza" per i tatuaggi che ha sul suo corpo: tra questi uno di Putin. È stato il primo ballerino più giovane del Royal Ballet, lasciato dopo due anni per mancanza di stimoli artistici. Licenziato dall'Opéra di Parigi dopo alcuni commenti omofobi pubblicati sui social, ora è freelance. Ha un figlio, Mir ("pace" in russo) da Elena Il'inych, campionessa olimpica di danza sul ghiaccio

Sergei Vladimirovich Polunin, nato il 20 novembre 1989 a Cherson, ora Ucraina, è un danzatore, attore e modello. Ha cittadinanza ucraina, russa e serba ma, come dichiarato al Guardian in un'intervista nel 2019, si è sempre sentito russo. Figura molto discussa della danza e da molti definito il "Bad boy del balletto", Polunin ha il corpo coperto da tatuaggi. Tra questi ne spicca uno con il volto di Vladimir Putin, sul petto, anche se recentemente l'artista ha dichiarato di volerlo togliere
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Polunin, prima di iniziare le lezioni di danza, entra in un'accademia di ginnastica artistica che, però, lascerà solo qualche anno dopo per problemi di salute. A 10 anni fa un'audizione per il Kiev's State Choreographic Institut, che lo sceglie per le sue doti innate. Studia e vive a Kiev con la mamma, mentre il padre si trasferisce in Portogallo per mantenere le spese di tutti. Il fatto di non avere una famiglia unita e vedere, seppur inizialmente, che la danza separa i suoi genitori è qualcosa di cui Sergei soffre molto e di cui parlerà soltanto in futuro
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Nel 2003, grazie a una borsa di studio della Rudolf Nureyev Foundation, Polunin entra a far parte della British Royal Ballet School e si trasferisce a Londra. La sua carriera è fulminea: nel 2009 viene nominato primo solista, nel 2010 primo ballerino: a soli 19 anni è il più giovane nella storia del Royal Ballet. Un percorso che vede, però, molta insofferenza dell'artista, incapace di gestire ritmi forti fisici e psicologici. Nel 2012 rassegna le dimissioni dalla compagnia, senza dare dettagli. Solo qualche tempo dopo afferma che "l'artista in lui stava morendo"
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Nonostante l'addio all'ensemble inglese, Polunin nei mesi successivi si esibisce con altre compagnie e diventa primo ballerino del Kirov Ballet, dopo aver incontrato Igor Zelenskij, direttore artistico del Teatro Lirico Stanislavskij e del Teatro dell'opera e del balletto di Novosibirsk. Seguono, poi, le sue partecipazioni al talent show russo "Big Ballet", che vince e gli dà ampia popolarità in Russia, ma soprattutto al video di Take me to church di Hozier, diretto da David LaChapelle, nel 2015
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Danzare in Take me to church dà ampio respiro a Polunin, che inizia a farsi conoscere anche negli Stati Uniti, dove si esibisce all'Ellen DeGeneres Show, proprio in una versione breve della coreografia del video di LaChapelle in studio. La stampa internazionale è entusiasta e l'artista sembra aver dimenticato il periodo diffice al Royal Ballet. L'anno successivo esce Dancer, documentario sulla vita di Polunin
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In Dancer Sergei Polunin racconta la sua storia, tornando anche a Cherson, sua città natale, ma anche nella scuola di danza dove tutto è iniziato. Un racconto molto intimo in cui l'artista descrive le difficoltà incontrate nel suo percorso, l'ammirazione per Nureyev e Barishnikov, ma anche il desiderio di fare qualcosa per i giovani danzatori

Per la prima volta racconta che l'aver visto i suoi genitori "dividersi" - la mamma l'ha seguito a Kiev, mentre il padre era in Portogallo per mantenerli - è qualcosa che gli ha provocato molta sofferenza e che, per molto tempo, ha visto la danza come qualcosa che ha distrutto la sua famiglia. In questo documentario si vede l'artista danzare in Russia e in molti teatri del mondo, sempre accompagnato dal suo mentore Igor Zelenskij

Parallelamente alla carriera di danzatore, Polunin entra nel mondo del cinema: recita in Red Sparrow di Francis Lawrence e poi interpreta il conte Andrenyi nel film Assassinio sull'Orient-Express, ruolo a cui segue la sua partecipazione nel cast di The White Crow di Ralph Fiennes, film sulla storia di Rudolf Nureyev

Tra dicembre 2018 e gennaio 2019 Polunin pubblica sulla sua pagina Instagram alcuni commenti su Vladimir Putin (“E se Vladimir Putin diventasse leader del mondo", Grazie Vladimir Putin per tenere un Ordine Mondiale lontano dall'ottenere il potere sul mondo") e alcune affermazioni omofobe, che portano l'Opéra di Parigi a chiudere il contratto che era stato siglato per alcuni suoi spettacoli. I commenti sono stati poi rimossi

Polunin ha poi proseguito la sua carriera come freelance, esibendosi in molti teatri nel mondo e, nell'agosto 2019, all'Arena di Verona, porta in scena una nuova versione di Romeo e Giulietta, con Alina Cojocaru nel ruolo di Giulietta, con le coreografie di Johan Kobborg e le scene di David Umemoto, scultore e visual artist

Polunin si sarebbe dovuto esibire il 9 e 10 aprile al Teatro Arcimboldi di Milano in Rasputin, spettacolo rimandato al 28 e 29 gennaio 2023 a causa di un infortunio. Queste le sue dichiarazioni "Cari amici italiani, è con il più profondo rammarico che annuncio che non potrò esibirmi al Teatro Arcimboldi di Milano il 9 e 10 aprile. Questo a causa della mia salute visto che mi sono infortunato al tendine d'Achille, il che mi impedirà di danzare per qualche mese. L'Italia ha un posto di riguardo nel mio cuore e non vedo l'ora di esibirmi di nuovo. Con amore, Sergei"

Sergei Polunin ha un figlio - Mir (che significa "pace" in russo) - e ne attende un altro dalla compagna Elena Il'inych, ex campionessa olimpica di danza su ghiaccio, che lo accompagna in ogni suo spettacolo (e ha anche un ruolo in Rasputin)